11 gennaio 2019

La stanza segreta di Silvia Argiolas

 

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The secret room è la nuova personale di Silvia Argiolas da Villa Contemporanea. Nato dalla voglia di sperimentare uno spazio creato in galleria da un mostra precedente, il progetto espositivo trasforma il visitatore in un voyeur attraverso disegno, pittura, video e installazione. Abbiamo chiesto all’artista di raccontarci la mostra.
Che tipo di mostra presenti? Come è nata? 
«La suggestione di The secret room, è nata dalla curiosità di voler provare a sfruttare lo spazio formato da una parete in cartongesso, realizzata per la mostra precedente, che crea una stanza “segreta”, chiusa alla vista esterna. La stanza si trasforma in un boudoir dove oggetti ed immagini stimolano il desiderio e l’immaginazione dello spettatore, costretto a spostare una tenda per entrare. In questa stanza privata trova posto un’arte provocatoria, erotica e sensuale attraverso disegni, un manichino e una sedia dipinti. Vorrei citare le parole di Andrea Lacarpia sul mio lavoro, che valgono anche per questa mostra: “Nelle sue opere, Silvia Argiolas compie una sorta di ricerca antropologica in cui debolezze e perversioni dell’uomo contemporaneo sono trattate con sarcasmo, senza intenti moralistici. Protagoniste sono figure femminili libere e spontanee, aggressive e disinibite, tratteggiate con colori intensi ed inserite in ambienti in bilico tra realtà quotidiana e psichedelia straniante. Pur nella selvaggia crudezza delle scene e dei volti dal trucco marcato, l’atmosfera riporta alla fiaba, al racconto fantastico che ci conduce in una dimensione incantata in cui l’inconscio emerge con le sue insidie ed insieme con la sua forza rinnovatrice”».
Come si inserisce questa mostra nella tua ricerca? 
«La mostra è un progetto site specific nato grazie alla collaborazione di un collezionista amico e alla gallerista: diversi mesi fa mi era stato chiesto di fare un lavoro sul desiderio e l’eros intervenendo su un manichino anni Settanta, da qui è nato tutto in modo molto spontaneo, la maggior parte dei lavori che ci saranno in mostra è eseguita su carte differenti, in modo da avere una risposta sempre diversa al segno. L’intero progetto va letto come una risposta naturale al desiderio e alla libertà di rispondere al nostro corpo senza pregiudizi. Nel mio lavoro cerco sempre delle strade nuove e dei progetti particolari, credo che per un artista sia la naturale strada per una crescita del suo operato, credo che non sia utile attraversare strade conosciute, quelle sbagliate ci danno l’opportunità di conoscere aspetti del nostro inconscio che delle volte rifiutiamo, gli incontri anche quelli non felici creano una struttura per il nostro lavoro e per la vita stessa. Questa mostra mi ha stimolato in modo particolare perché ho potuto lavorare con diversi medium, oltre al disegno e alla pittura per la prima volta presento un video nato grazie alla collaborazione dell’artista Matteo Campulla con cui collaborerò anche per progetti futuri». 
Una domanda alla gallerista Monica Villa: quali appuntamenti ospiterete nei prossimi mesi? 
«La mostra di Silvia Argiolas termina il 2 febbraio, a cui seguirà, il 23 febbraio, la personale di Adi Haxhiaj, curata da Leda Lunghi, la seconda mostra di Adi in galleria (la prima è stata nel 2016 ed era una bi-personale con Silvia Vendramel). In primavera ci sarà la personale di Elisa Cella e a settembre prossimo la seconda personale di Saba Masoumian, che ha vinto il Premio Città di Monza nel 2015 all’interno della Biennale Giovani Monza e l’abbiamo già ospitata in una personale a settembre 2017. La prossima mostra rientrerà nel programma della Biennale Giovani Monza 2019, a corollario della quale ci saranno diverse mostre in città, anche con artisti che hanno partecipato alle edizioni passate. 
Intanto a fine gennaio Villa Contemporanea partecipa a SetUp Contemporary Art Fair a Bologna con uno stand monografico dedicato a Thomas Scalco». (Silvia Conta)

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