06 febbraio 2019

A Lecce artisti uniti in nome della solidarietà: successo per l’asta “Dona l’arte”

 

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Un bambino rivolge il capo verso l’alto, verso l’azzurro intenso di un cielo estivo. Il taglio ribassato dell’inquadratura non permette di vedere il suo viso e si coglie appena la curva delle ciglia sulle palpebre socchiuse, ma si intuisce l’intensità del suo sguardo, la vertigine del desiderio e della speranza che lo muove. È il piccolo protagonista di una fotografia di Alessia Rollo, scatto che possiamo considerare una delle opere-simbolo dell’iniziativa “Dona l’arte”, che ha fatto registrare un grande successo il 3 febbraio a Lecce. 
Si tratta di un’asta benefica che è stata organizzata dalla Fondazione Casa della Carità e dalla Cooperativa sociale TAU, realtà impegnate da anni nel contrasto della povertà attraverso progetti di inclusione sociale a sostegno della sussistenza fisica e dell’autonomia abitativa e occupazionale degli indigenti italiani e stranieri. Una vera e propria gara che ha avuto per principio ispiratore il dono ha coinvolto nelle scorse settimane un nutrito drappello di artisti salentini. 
Cinquanta le opere passate all’incanto, doni di artisti e collezionisti accomunati dall’idea che la cultura è solidarietà. Nomi differenti per età e linguaggi espressivi, tra i quali figurano Fernando De Filippi (presente con un lavoro degli anni Novanta), Cosimo Damiano Tondo, Giuseppe Zilli, Antonio Massari, Pietro Guida (il decano del gruppo, dall’alto dei suoi 98 anni compiuti), Pierpaolo Gaballo, Lino Sivilli e Luca Coclite. Ampio spazio è stato dedicato anche ai giovani, apprezzati da un pubblico variegato, alcuni dei quali ancora impegnati negli studi accademici. 
Le opere sono state battute da personaggi del mondo della cultura, del giornalismo e della politica pugliese, come Antonio Gnoni e l’assessore regionale alla cultura Loredana Capone. “Siamo molto emozionati per l’ottima riuscita di Dona l’arte – dichiara Lorenzo Madaro, curatore dell’iniziativa insieme a Brizia Minerva – e felici perché in maniera tangibile, grazie alla disponibilità di chi ha aderito alla nostra call di solidarietà, il nostro impegno si concretizzerà nell’acquisto di coperte, medicinali, cibo e vestiario. In un’area in cui non esiste il sistema dell’arte nel senso in cui lo si intende nel mondo culturale italiano, è positivo che un piccolo grande baluardo della carità come questa fondazione che ha sede nel centro storico e che ogni giorno consente a ottanta persone di usufruire di due pasti, colazione e pranzo, possa contribuire, insieme agli artisti, al bene comune. Non ci aspettavamo tutto questo riscontro, assolutamente”. 
Per fortuna, ci viene da commentare, non siamo solo porte o porti chiusi. (Francesco Paolo Del Re)

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