06 febbraio 2019

Il Man di Nuoro fa venti anni e li ricorda con una camera delle meraviglie virtuale

 

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Era il 1999 quando, in un palazzo del centro storico di Nuoro, il MAN apriva le sue porte per la prima volta. E per celebrare questa ricorrenza, dall’8 al 10 febbraio, nel capoluogo barbaricino, si svolgeranno una serie di eventi che racconteranno due intensi decenni di mostre, attività artistiche, progetti e laboratori didattici, che hanno fatto conoscere il museo come uno spazio trasversale, aperto al pubblico e sempre mutevole, pur mantenendo salda la sua identità, che racchiude la produzione artistica della Sardegna dall’inizio del novecento ai giorni nostri. 
Venti anni scanditi da tre direzioni, quella di Cristiana Collu, dall’apertura fino al 2012, quella di Lorenzo Giusti, che ha diretto l’istituto fino ai primi del 2018, e quella di Luigi Fassi, appena iniziata. Il museo aprì al pubblico nel 1999, all’interno di un edificio degli anni Venti, situato a pochi passi dalla piazza monumento dedicata a Sebastiano Satta e dove sono posate le sculture di Costantino Nivola. In origine si trattava di una pinacoteca e il primo nucleo della collezione era costituito dall’accorpamento di alcune raccolte pubbliche – Provincia, Comune, Ente provinciale per il turismo, Camera di commercio – ma l’idea doveva svilupparsi in un progetto museale. La collezione si arricchì nel 2004, quando per il museo arrivò la svolta, con l’acquisizione dell’autonomia gestionale e con l’entrata nel novero di Amaci-Associazione nazionale dei musei d’arte contemporanea. 
In occasione del ventennale, il Man presenterà la nuova ala di piazza Satta che, al termine dei cantieri di ristrutturazione, verrà acquisita dal Museo e che, nei prossimi mesi, ospiterà le mostre temporanee e gli uffici del personale. Al suo interno, per le celebrazioni, sarà presentata una duplice esposizione, in forma di archivio e di racconto multimediale. Lungo il percorso immersivo, prodotto e ideato dallo studio Inoke di Nuoro, gli spettatori verranno accompagnati in un inedito viaggio tra le sale dell’edificio, alla scoperta del futuro allestimento, attualmente in fase di avvio restauro, con un progetto firmato dall’architetto Lorenzo Marratzu. Parallelamente, una seconda parte del percorso espositivo, curata dall’artista Daniela Frongia, ripercorre l’attività del museo dal 1999 a oggi, attraverso inviti, manifesti, cartoline, materiali video e fotografici, trasformando lo spazio in una Wunderkammer dedicata al MAN. 
Per le prossime mostre invece si dovrà aspettare il 15 marzo, quando apriranno “Allori senza fronde”, monografica dedicata a Pierre Puvis de Chavannes, tra i più importanti artisti francesi del XIX secolo, e “Personnages”, la prima retrospettiva museale dedicata a Maliheh Afnan, artista franco-palestinese scomparso nel 2016, figura ancora poco nota ma testimone degli sconvolgimenti che hanno caratterizzato il mondo del Medioriente mediterraneo.

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