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Lanterne magiche e diapositive, il linguaggio delle performance nonché le Metamorfosi di Ovidio de-codificate e il Cenacolo vinciano riproposto in chiave contemporanea, sono soltanto alcune delle anticipazioni della nuova edizione di Milano Art Week che, dal 1 aprile – con art night il 6 aprile – si aprirà all’insegna dell’arte, non esclusivamente contemporanea ma anche moderna, strizzando l’occhio all’antico.
Tante quindi le proposte espositive e i punti tematici su cui si incentrerà stavolta la fiera e “Con forti addentellati sociali come la questione femminile o la messa a fuoco sull’inclusività non solo geografica degli artisti partecipanti”. È lo stesso direttore Alessandro Rabottini a dichiararlo alla stampa, durante la conferenza che si è tenuta ieri nella storica sede della GAM. Luogo che, oltre ad aprire i battenti della mostra su Angelo Morbelli, per altro, insieme ad altri musei e a 18 spazi no profit rientra di tutto diritto nell’ampia mappatura delle iniziative di MIART 2019. E, allora, sebbene la kermesse conquisti sempre più il palcoscenico internazionale, è chiaro come non smetta di guardare a realtà solo apparentemente considerate piccole. Perché, appunto, la finalità resta quella di abbracciare la realtà con un ampio ventaglio di offerte culturali ma anche di reinterpretarla alla luce delle questioni più scottanti del mondo di oggi.
A conferma quindi dell’idea di un’arte sempre aggiornata e slanciata in avanti, attraverso un’indagine approfondita della contemporaneità. Decine quindi le inaugurazioni e le aperture di esposizioni durante la settimana più importante dell’anno milanese. Da Palazzo Pusterla, che grazie al main sponsor di Banca Generali sarà aperto gratuitamente per l’intera giornata di sabato 6 aprile e dove sarà visitabile anche la mostra “Hana to Yama”, di Linda Fregni Nagler, all’istallazione a Palazzo Dugnani, da Palazzo Reale, con il progetto “De-coding. Alcantara nelle Sale degli Arazzi” e la mostra su Ingres, alla Fondazione Pini, dal Museo del Novecento, con le mostre su Marinella Pirelli e Renata Boero, alla Fondazione Stelline, con “L’ultima Cena dopo Leonardo”, dalla Fondazione Trussardi, con un progetto di Ibrahim Mahama per Porta Venezia, a cura di Massimiliano Gioni, fino all’Hangar Bicocca, che presenterà una personale dedicata a Sheela Gowda, il palinsesto di MIART si preannuncia davvero imperdibile. (Anna de Fazio Siciliano)