22 maggio 2019

Carlo Valsecchi a The Open Box, Milano

 

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A Milano, nello spazio no profit The Open Box, inaugura oggi, 22 maggio, la personale di Carlo Valsecchi “Tamen Simul”, a cura di Walter Guadagnini. Una mostra che trasforma il raccolto spazio espositivo in una soglia su dimensioni spazio-temporali che si intrecciano in una compressione ad altissima densità: come ha spiegato The Open Box «”Tamen Simul”, allo stesso tempo, – il titolo della mostra – è esattamente la sintesi di ciò che dovrebbe riuscire ad accadere all’interno del box. Allora adesso, accade ora, di poter vivere idealmente un rapporto continuo e mutevole tra passato, presente e futuro». 
Abbiamo posto alcune domande sulla mostra a Carlo Valsecchi e a Gaspare Luigi Marcone, direttore artistico di The Open Box.
Come è nata la mostra e quali opere saranno esposte?
CV: «Questo progetto nasce dall’incontro di due variabili, lo spazio e il tempo, variabili che sono sempre presenti in ogni mio lavoro, o come elementi infiniti o come elementi interrotti. 
Il box, nel nostro caso, è una scatola dalle misure quasi perfette, uno spazio che non ha subito trasformazioni nel tempo: è e rimane un box.
Ho sempre osservato e vissuto questo tipo di spazi come delle vere e proprie scatole segnate solamente dalle loro linee con una chiara pulizia concettuale e formale.
La forma e la funzione divengono architettura. Quando mi trovo in questi luoghi penso spesso ad alcune parole usate da Adolf Loos per spiegare il suo lavoro: “spazi continui e contigui” – “austerità spaziali” le quali riassumono una parte del mio fare fotografia e spiegano cosa significhi per me lo spazio/Box, un luogo dove le “austerità spaziali” sono talmente determinate e apparentemente finite da permettere una sorta di ribaltamento che le fa divenire immisurabili e quindi infinite.
La scelta dei lavori riflette perfettamente questo mio pensiero. Sulla superficie esterna della parete costruita ho posto un lavoro realizzato a Parigi nel 2008 che apre letteralmente la mostra; “un’entrata”, l’ingresso alla dimensione spazio/tempo. Si è così risucchiati nell’opera posta nella superficie interna della parete “il Triassico” (una delle nostre possibili origini, un tempo passato determinato) lavoro questo realizzato in Argentina, Patagonia, nel 2012 (per uno strano movimento tettonico in molte aree dell’Argentina il Triassico è emerso esattamente così come si trovava). Questi luoghi sono denominati “valli della luna”. Questo lavoro è stato realizzato nella “valle della luna rossa” del Rio Negro e guarda/dialoga all’ultima opera posta sulla parete di chiusura del box, lavoro, quest’ultimo, realizzato in Italia nel 2016 durante un mio recente progetto; è un riferimento ricorrente del mio lavoro al Borromini e alla sua falsa prospettiva di palazzo Spada, che rappresenta il continuo tentativo di trovare la via per un’altrove o un possibile tempo oltre il futuro».
Che rapporto nasce tra le opere e un luogo tanto raccolto come The Open Box?
CV:«Se in questo spazio inseriamo anche il fattore tempo, il box diviene una scatola “magica” dove il visitatore esprime con la sua posizione la relazione spazio-tempo in un rapporto continuo e mutevole tra passato, presente e futuro. Ho creato uno spazio ridotto nelle dimensioni e negli ingressi ma dalle quasi perfette proporzioni tra altezza, profondità e larghezza, costruendo all’entrata del box una parete dipinta di colore grigio scuro. La dimensione “piccola” evoca un’entità antica, un luogo raccolto dove poter in astratto espandere a piacere lo spazio e “restringere a proprio piacimento la distanza dei secoli” (Marguerite Yourcenar). All’interno della scatola il visitatore determina il momento presente e la relazione (“ideale”) tra passato e futuro».
Come si colloca la mostra nella programmazione di The Open Box? Quali saranno le mostre successive?
GLM: «Il progetto di Carlo Valsecchi, a cura di Walter Guadagnini, si innesta perfettamente nel percorso di The Open Box. Ogni artista ha realizzato una nuova visione o ricostruzione, sia spaziale sia concettuale, di questa “scatola bianca”. Carlo Valsecchi è riuscito ancora una volta, e in modo diverso, a riconfigurare il luogo espositivo. Ha creato uno “spazio interno allo spazio” dilatando la percezione e la spazialità stessa.
The Open Box non ha alcun “dogma”, non vi sono categorie precostituite su età degli artisti, nazionalità, tipologie di ricerca o medium utilizzato. Nei prossimi mesi The Open Box continuerà la propria programmazione sia con artisti già affermati sia con giovani esordienti. Una tantum vi sarà qualche omaggio ai grandi artisti del passato come già successo con Piero Manzoni e Luciano Fabro». (Silvia Conta)
Carlo Valsecchi 
“Tamen Simul”
A cura di Walter Guadagnini
Dal 23 maggio al 30 agosto 2019
The Open Box
Via G.B. Pergolesi 6, Milano
Opening: 22 maggio 2019, dalle 18.00 alle 21.00
Orari: solo su appuntamento
www.theopenbox.org, info.theopenbox.org@gmail.com

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