04 giugno 2019

Battino racconta il Contemporaneo

 

di

Il Ponte annuncia l’asta primaverile di Arte Moderna e Contemporanea l’11 e 12 giugno, che si presenta ricca di interessanti proposte. Ce la siamo fatta raccontare dal direttore del dipartimento Freddy Battino.
Le opere in ceramica hanno un ruolo predominante nella prossima asta d’Arte Moderna e Contemporanea, come il capolavoro “Ballerina” di Lucio Fontana del 1952 donata direttamente dall’artista a Don Luigi Maria Verzè. Il Ponte si è sempre distinto per un forte interesse verso le opere scultoree, questa volta in modo particolare?
«No, fatta eccezione per la straordinaria qualità di Ballerina, continuiamo sulla strada intrapresa da anni di credere fermamente che la scultura italiana, ancora sottostimata, abbia ampi margini di rivalutazione. 
I primi segnali di un crescente interesse per tale ambito risalgono al giugno 2018, quando con Crocifisso venduto a oltre 300mila euro, fu realizzato un record nel settore della ceramica. Tale risultato andò ad affiancarsi ad altre importanti aggiudicazioni quali: Macchina inutile di Munari del 1945, il bronzo di Mario Negri Tutta una vita insieme del 1973, la fluttuante scultura in alluminio L’uomo nello spazio del 1954 di Carmelo Cappello e Grande Martirio piagato del 1960 di Francesco Somaini, che segnarono record storici d’asta per questi artisti».
Altra caratteristica che vi contraddistingue è l’attenzione verso il mercato minore che riserva segnali di risveglio e grandi margini di rivalutazione, su quali artisti avete puntato nella prossima asta?
«Minore in termini di cifre, ma prossimo a “partire”. Tra gli artisti sui quali si è scelto di puntare: Gianfilippo Usellini con Le tentazioni del 1961; Gianni Bertini con un’opera capolavoro del 1948, Luce, che anticipa di dieci anni molte creazioni della Pop Art americana; Mino Rosso con Corridori al traguardo, bronzo del 1930 con una ricchissima storia di esposizioni (dell’artista piemontese Il Ponte vanta il record storico ottenuto all’asta di dicembre 2018); infine, un grande marmo di Adolfo Wildt, Maschera di Mussolini eseguito nel 1923, storico ritratto del Duce citato in Dux del 1926 di Margherita Sarfatti ed entrato da subito nell’iconologia dell’epoca».
Una sezione sarà dedicata al figurativo italiano del Novecento e forte sarà anche la presenza di opere internazionali, ci anticipa qualche nome?
«Saranno presentati in asta due Hartung straordinari: il primo esposto da Beyeler nel 1968 e il secondo presente alla personale dell’artista tenutasi alla Galleria Blu nel 1958. William Scott con una tela del 1959 insieme al rilievo di Ben Nicholson del 1960. Da menzionare, infine, il rarissimo Yves Klein proveniente dalla Galleria Annely Juda di Londra e la tela del ’59 di Fautrier esposta alla Galleria Jolas».
Si nota molta passione nel suo lavoro, crede che questa sia la forza motrice che ha portato il repentino successo della casa d’asta Il Ponte?
«Assolutamente si, unitamente ai quasi 50 anni di esperienza».
Com’è cambiato il dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea da quando è entrato a adesso?
«Tantissimo. Quando arrivai avevo un’assistente, ora ne ho 5. Il pubblico era prevalentemente italiano, oggi il 63% degli acquirenti sono stranieri e provenienti da tutto il mondo». (Elisabetta Melchiorri)

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui