08 giugno 2019

Leopoldo il sanguinario? No, il grande Rodin. E il museo spagnolo rettifica il ritratto

 

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Possibile che un raffinato artista possa essere confuso per un sanguinario monarca? Lo scambio di persona è avvenuto a Madrid, al Museo dedicato alla collezione del mecenate spagnolo José Lázaro Galdiano dove, per anni, direttori e curatori hanno interpretato un piccolo ritratto di un uomo barbuto come un ritratto di Leopoldo II, re dei Belgi dal 10 dicembre 1865 fino alla sua morte. 
Ricordato prevalentemente per la fondazione e la brutale amministrazione dello Stato Libero del Congo, nella totale mancanza di rispetto dei costumi e delle tradizioni, Leopoldo fece le sue fortune grazie allo sfruttamento indiscriminato delle risorse dello Stato africano, prima con l’esportazione di avorio, poi forzando la popolazione a estrarre gomma dagli alberi. Le decisioni del barbaro monarca causarono la morte di 10 milioni di congolesi su un totale di 25 milioni, ancora oggi la sua figura viene tristemente ricordata come quella di un criminale e la storia della dominazione belga del Congo è una questione aperta nel dibattito belga. Per esempio, Jan Fabre ha realizzato diversi progetti artistici e teatrali dedicati all’argomento, come la serie di opere di Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo
In ogni caso, la settimana scorsa, durante una visita al museo madrileno, Luis Pastor, un grafico, ha scoperto l’errore di attribuzione: non si tratta del re ma dello scultore francese Auguste Rodin, tra le personalità più influenti della storia dell’arte per il suo modellato vibrante ed emozionale, debitore degli stili classici ma fortemente innovativo. Un errore decisamente marchiano, non solo per l’enorme fama tributata all’artista, conosciuto anche dal pubblico non di settore, ma anche perché di Rodin ci sono giunte diverse foto e in varie fasi della sua vita, molte per di più d’autore, scattate anche da Nadar, il pioniere della fotografia. 
«Ho pensato di aver letto male la didascalia, perché ho subito riconosciuto chi fosse» ha detto Pastor al Guardian. «Amo Rodin e sono stato molte volte al suo museo, a Parigi. Da studente ero ossessionato. Ho cercato su Google le immagini di Leopoldo e ho pensato che potevano anche somigliarsi ma quello nel ritratto non era certamente lui», ha continuato il grafico. Pastor ha quindi postato su Twitter la sua intuizione, non aspettando una reazione ufficiale ma, con sua sorpresa, il museo ha risposto, affermando di aver preso in seria considerazione la questione. 
E in pochi giorni è arrivato il verdetto definitivo: «Dopo numerose analisi comparative dei ritratti di entrambi gli uomini, il ritratto, numero di catalogo 3711, risulta essere dello scultore Auguste Rodin. Mille grazie a Luis Pastor!».

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