29 giugno 2019

Un profumo al gusto Nike di Samotracia

 

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Dopo aver annunciato la sua partnership con Airbnb questa primavera, che prevedeva anche un premio per trascorrere una notte nelle sue sale, il Louvre ne ha pensata un’altra. Il museo parigino sta infatti collaborando con una prestigiosa compagnia di profumi parigini per creare una linea di essenze ispirata a otto delle sue opere d’arte più famose, dalla Venere di Milo all’Odalisca di Ingres, che sarà presentata il 3 luglio. 
Ramdane Touhami e Victoire de Taillac, che hanno fondato cinque anni fa la Officine Universelle Buly, hanno colto l’occasione al volo. Il duo ha subito individuato otto profumieri ai quali ha assegnato un compito altamente specializzato. A ciascuno è stata data carta bianca, senza limiti in termini di gusto o di costo e hanno anche potuto scegliere le loro opere preferite, tra quelle nella collezione del Louvre.
Quindi, se vi siete mai chiesti quale avrebbe potuto essere l’odore della Nike di Samotracia, adesso vi risponderà un esperto in materia. L’iconica scultura avrà il profumo di delicati fiori tuberosi bianchi mescolati con la mirra legnosa. I profumieri hanno quindi selezionato La Baigneuse e la Grande Odalisque, del neoclassico Jean-Auguste-Dominique Ingres, la Conversazione in un parco, di Thomas Gainsborough, La serratura, di Jean-Honoré, il San Giuseppe di Georges de La Tour, e la Ninfa con Scorpione di Lorenzo Bartolini.  Tutti i profumi saranno in vendita in un negozio vicino al Louvre, fino a gennaio 2020.
Tra i profumieri che hanno lavorato al progetto, c’è anche Dorothée Piot, che ha scelto il dipinto di Gainsborough: «Volevo un lavoro fresco, delicato, una scena bucolica all’aperto. Ho amato il candore e la grazia dei personaggi. Per il mio profumo, ho pensato a petali di rosa appena schiusi in un ambiente verde». 
Un’altra esperta di profumi, Daniela Andrier, ha affermato che La Baigneuse di Ingres è stata una scelta ovvia: «Con la sua pelle tenera e lattea, l’acqua che scorre, la biancheria su cui siede, ho pensato subito a fiori d’arancio, neroli, lavanda. Vedo i profumieri come traduttori, in grado di trasformare un colore, una luce o una trama in una nota. Così la tenda di velluto verde, a sinistra, mi ha evocato la lavanda». 

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