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Per la sua IX edizione, il (non) festival Altofest si interroga sul concetto di Habitat, definito come «l’insieme delle condizioni ambientali in cui vive una determinata specie». Dal 3 al 7 luglio 2019, e nei cinque giorni precedenti, i donatori di spazi dei quartieri popolari di Materdei, Sanità, Centro Storico, Quartieri Spagnoli e Pedamentina, accolgono nelle loro case artisti provenienti da tutto il mondo.
Il festival, precisano i co-direttori artistici Anna Gesualdi e Giovanni Trono, è un’opera-sistema che include teatro, danza, performance, video e ogni sorta di ibridazione che possa essere rappresentata dal vivo. L’evento, organizzato da TeatrInGestAzione, mette in dialogo il processo creativo con l’intimità domestica. Lo scopo è restituire valore di necessità all’arte e alla cultura in quanto beni primari della società.
Il fitto programma di Altofest, diffuso tra case, vicoli, laboratori, fondazioni e attività commerciali, porta alla scoperta di luoghi nascosti e invade la città con un progetto di socialità sperimentale. Gli artisti sono invitati a ripensare la loro opera per riadattarla allo spazio domestico, che ne sarà palcoscenico. Le famiglie, invece, entrano nel processo creativo. L’arte contamina la quotidianità e da lì si propaga nel tessuto di relazioni sociali e urbane di cui i donatori di spazi fanno parte. Il risultato è una rigenerazione proficua per entrambi gli attori dello scambio.
Altofest è un format nato a Napoli nel 2011 che, con l’assegnazione nel 2017-18 del EFFE AWARD, è stato riconosciuto come uno dei più interessanti a livello europeo. Il festival collabora dal 2018 con le Capitali Europee della Cultura, attraverso le edizioni di speciali di “Altofest Malta 2018”, curata per la città di Valletta, e “Altofest Matera-Basilicata 2019”, dal 4 novembre all’8 dicembre.
Ad affiancare gli spettacoli, una serie di appuntamenti dedicati agli operatori di settore, a cura di Co.R la Comunità di Ricerca del festival: Texture è la piattaforma che apre la manifestazione, è stata affidata quest’anno a Liv.in.g., società no profit per l’internazionalizzazione dei progetti culturali; il Foglio del Fest, a cura di Silvia Mei, è una raccolta di testi intorno al topic dell’edizione in corso; Voice-over, Conversazioni con gli artisti, a cura di Rosa Coppola, è il momento di dibattito tra artisti e pubblico; mentre Agorà, Un’assemblea aperta, è il luogo dove far emergere criticità e punti di forza del sistema.
Il momento conviviale è tutti i giorni, a ora di pranzo, alla cucina sociale a cura della cooperativa Le Mamme della Sanità.
Gli artisti e le opere in calendario per la IX edizione sono: Giulio De Leo / Compagnia Menhir Danza (IT); Park Keito (ES, JP); Colectivo Querido Venado (MX); Progetto Brockenhaus (CH; IT); O-Team (DE); Menchetti | Cirera | Serrano (IT; Murcia; ES); Aharona Israel (IL); Inkörper Company (CH); Ateliersi (IT); La |SIC| (ES; BE); Raquel Ponce Hernandez (ES); Pardo | Wanka (AR; DE); Roberto Corradino (IT); Monamas Theatre Company (UK; GR) e gli interventi EXTRA-FEST di Antonino Talamo (IT); Federica Terracina (IT); Sara Terracciano (IT).
Qui tutte le info sul programma. (Sirio Schiano Lo Moriello)