09 luglio 2019

A Milano, attrazione fatale tra tradizione coreana e fashion design. Nel segno dell’eleganza

 

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Quando la scrittura incontra la pittura nella cultura orientale, nascono paesaggi lirici e poetici. Ma se l’antico linguaggio grafico coreano chiamato Hangeul, risalente al XV secolo e in Occidente ancora sconosciuto, s’intreccia con la moda, allora si plasmano forme, strutture, stili e grafismi armoniosi, all’insegna della cultura dell’eleganza. Il dialogo armonico e rigenerante tra i grafismi coreani e le strutture occidentali è documentato da 73 abiti-sculture realizzati da altrettanti artisti-designer, che rielaborano in maniera creativa lo spirito, il significato e le caratteristiche del linguaggio Hangeul, comprensivo di un sistema di segni grafici e fonetici tutt’ora praticato.
L’occasione è la raffinata mostra intitolata “Connecting Borders: Hangelul x Fashion Art”, nell’ambito della 19ma International Fashion Art Exhibition, curata dalla co-Presidente dell’Associazione della Moda e della Cultura Coreana, Sunhee Park, affascinate signora nonché docente di Fashion Design presso la Ewha Womans University di Seoul. La mostra, visitabile fino al 28 luglio, ospitata a Palazzo Morando | Costume Moda e Immagine, è promossa da Comune di Milano, Ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo della Repubblica di Corea, con la collaborazione di National Hangeul e del Seoul Metropolitan Government, realizzata da The Korea Fashion& Culture Associati con il sostegno del Consolato Generale di Milano. 
Stilisti affermati, talenti emergenti, designer coreani e artisti provenienti da cinque Paesi oltreoceano, hanno rivisitato in maniera originale l’antica scrittura coreana, grazie anche alla collaborazione con il National Hangel Museum, che ha fornito materiali relativi a questo linguaggio espressivo della cultura coreana. Quest’anno The Korea Fashion &Culture Association, per commemorare il centenario del Movimento del 1° marzo, giornata dell’indipendenza del popolo coreano dall’Impero giapponese (1 marzo 1919), ha considerato necessario partire dalla propria identità, dalla scrittura Hangeul, unendo design e moda, codici di cultura internazionali. 
Il percorso espositivo al piano terra di Palazzo Morando incomincia con la sezione “Forma e Struttura”, con abiti strepitosi che evidenziano le corrispondenze tra le forme geometriche e quelle dell’Hangeul. La seconda sezione, “Stile e Scrittura”, presenta opere che collegano i vari stili di Hangeul che si sono sviluppati dal XV secolo a oggi. L’ultima sezione, “Stile e Grafica”, è un inno alla vitalità del connubio tra moda e design, incentrato sulla simbiosi tra i codici della moda e gli elementi simbolici della cultura funzionalista, come il punto, la linea e la superficie. E, in questo caso, scindere il design dalla couture è davvero impossibile. Vedere per credere. 
Sappiamo che la moda è anche arte e, in particolare, vale per questi abiti-sculture per lo più lunghi, modelli soirée per le grandi occasioni dalle forme sartoriali impeccabili, in cui ogni dettaglio svela un’abilità manuale straordinaria, innovativi per i tessuti utilizzati, di colore nero, rosso, blu e bianco. 
Ovviamente, la scelta di presentare una “sfilata” di abiti mozzafiato a Milano, capitale del design e della moda, a Palazzo Morando, nel cuore del quadrilatero della moda della city, suggella la proficua intesa tra la città e la Corea. Inoltre, è risaputo che il numero di studenti coreani che frequentano le accademie d’arte e gli istituiti di moda e design a Milano, come il Marangoni e lo IED sono in crescendo, anno dopo anno. Insomma, una generazione transnazionale, unita nella condivisione di forme di bellezza e, di questi tempi, ne abbiamo bisogno. (Jacqueline Ceresoli)

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