30 gennaio 2000

Dal 29 giugno al 3 settembre Salgado – In Cammino Roma: Scuderie Papali

 
In Cammino, di Salgado, è una di quelle mostre che non vanno perse, per la qualità delle foto, per la bellezza delle Scuderie Papali, per la veduta di Roma che si ha dai piani superiori ma , sopratutto, perché aiuta a capire, comprendere, alzare la soglia della tolleranza su uno dei più grossi problemi sociali del nostro secolo: Le migrazioni dei popoli.

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Alla presenza dei ministri della cultura e degli affari sociali, e l’assessore alla cultura di Roma è stata inaugurata il 28 giugno la nuova fatica di Salgado.
6 anni di lavoro e di viaggi, in ogni parte del mondo, per documentare fotograficamente quella che lui stesso chiama “la grande saga” del nuovo millennio. E i numeri per parlare di una bomba, ormai innescata, ci sono tutti: le migrazioni di intere popolazioni sono passate dai 20 milioni dell’85 agli oltre 130 attuali.
La mostra è di quelle che lasciano il segno per la qualità delle immagini, la loro bellezza ed intensità , ma sopratutto per il loro contenuti. Ed è proprio intorno a questa mostra che si è riacceso un dibattito, mai sopito, sull’uomo “fotografo”, sulla necessità o meno di riprendere in certe situazioni, sul presunto cinismo di chi è spettatore nella disgrazia, attore, mai protagonista, del dolore. 15318
Una risposta per tutte la da il poeta Derek Walcott che durante la presentazione di una sua poesia (scritta proprio per il lavoro di Salgado) all’inaugurazione della mostra dirà: “Il problema non è dove si colloca la coscienza del fotografo, ma dov’è la coscienza dell’umanità”.
L’altra risposta, indiretta, la dà lo stesso Salgado quando, a proposito delle lingue e della comunicazione, dice: “Il linguaggio che si legge e che non ha bisogno di traduzioni è quello della fotografia”, e certo non basterebbero le parole per urlare a tutti con una sola, unica, frase il dolore di fronte a corpi ammassati con le ruspe o bambini la cui vita non vale più nulla.
Dice Walcott nella poesia “Migranti” : “L’onda della marea dei rifugiati, non un semplice passo di oche selvatiche, gli occhi di carbone nei vagoni merci, le facce smunte, e in particolare lo sguardo fisso dei bambini emaciati, gli enormi fardelli che attraversano i ponti, gli assali che cricchiano con un suono di giunture e di ossa, la macchia scura che passa le frontiere sulle carte geografiche e ne dissolve le forme, come succede hai corpi dei morti dentro le fosse di cale, o come fa il pacciame luccicante che si disfa sotto i piedi in autunno nel fango…………”
15320(1)Il progetto in mostra, come nel libro, è diviso in cinque capitoli:
“Emigrati e rifugiati: l’istinto per la sopravvivenza”. Foto di misera, violenza e paura che sono tra le motivazioni che spingono un popolo a scappare, abbandonare affetti e case.
“La tragedia dell’Africa: un continente alla deriva”. Immagini di chi scappa da fame, corruzione, guerra, piaghe politiche e malattie, dall’impossibilità di vivere una vita normale e democratica.
“America Latina: esodo dalle campagne, caos nelle città”. Il richiamo e fascino delle metropoli, baluardo di civiltà e ricchezza sta svuotando le campagne e le foreste le cui colture sono sempre piu’ meccanizzate, dando origine a nuove povertà ed emarginazione urbana.
“Asia: il volto nuovo del mondo urbano”.Anche qui è il richiamo della città che crea grossi movimenti di persone, dando vita a metropoli estese e disumane, dove la vita non è certo più facile di quella misera che si è abbandonata.
Infine : “Ritratti di bambini in cammino”. Sono ritratti di bambini che sembrano fatti in studio, come se volesse ridare loro quella dignità di esseri umani persa nel tempo, nei campi quasi di concentramento, in esodi che abbrutiscono l’uomo e non risparmiano nessuno.

La mostra di Salgado, non è soltanto un evento culturale, ma un’occasione per crescere umanamente, “toccando con mano”, andando aldilà delle parole, realtà non appieno comprese e viste solo come fonte di pericoli e disagi per i paesi piu’ agiati. Ed è proprio per questo, che un evento del genere deve essere reso disponibile a tutti, e sinceramente pagare un biglietto (di oltre 15.000 lire), in questa circostanza, è un deterrente che relega la cultura e non solo, ai soliti pochi.

Salgado nasce in Brasile nel ’44, dopo il master in Economia nel ’69 esercita come economista (prima al ministero delle finanze brasiliano, poi in un’organizzazione internazionale), nel 73 inizia la professione di fotografo, dapprima come freelance, poi presso la Gamma e successivamente la Magnum. Attualmente lavora per la sua agenzia, la Amazonas Images, aiutato dalla moglie (curatrice della mostra “in Cammino”) ed altri collaboratori.


<i Quirinale- Scuderie Papali, via XXIV maggio, 16
Orario 10,30 – 22
Biglietti 15.000 intero, 10.000 ridotto, 8000 per anziani sopra i 65 anni e giovani sotto i 26
Tel. 06-696271 – 06-39967500
Dal 29/6 al 3/9

Maurizio Chelucci


[exibart]

6 Commenti

  1. perchè non dire che la mostra a ottobre sarà anche a Milano al palazzo della triennale? Credo che sarebbe utile a molti.

  2. Sono stata a Roma per la GMG e non potevo non ritagliarmi un paio d’ore per vedere una mostra così bella! Andateci. Tutti! E’ bellissma. Fa male e fa riflettere.Poi ti senti in colpa e sporco come pochi.Triste e contemporaneamente felice. Andateci tutti. Vi prego.Rubate un po’ di quegli sguardi e teneteli sempre con voi…SARA

  3. Un grazie di cuore a Francesco Mascolo di Milano! Ho perso la mostra a Roma:sono aihmè! arrivata da fuori Italia il 4.9. Appassionata di foto da sempre, non perderò ora l’occasione a Milano. GRAZIE!!!

  4. Ci sentiamo di intervenire in questo articolo per sottolineare come in questo caso sia stato usato davvero in maniera costruttiva, utile, efficace lo strumento del COMMENTO ALLA NOTIZIA.
    E’ motivo di grandissima soddisfazione per tutta la redazione pensare che anche una singola persona possa godere delle bellezze di una mostra d’arte grazie al nostro lavoro.
    Un ringraziamento particolare ai lettori, segnatamente il Sig. Mascolo, per il contributo eccezionale.

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