27 febbraio 2017

Aldo Mondino, Grand Tour Contemporaneo Galleria Enrico Astuni, Bologna

 

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Ha da poco chiuso il Grand Tour Contemporaneo di Aldo Mondino di scena alla Galleria Enrico Astuni di Bologna. Una mostra bella e importante, che con il suo taglio museale e celebrativo creava un dialogo con la grande retrospettiva dedicata all’artista torinese dal Museo di Villa Croce di Genova, conclusasi lo scorso gennaio. Due grandi curatori, ma prima di tutto due amici di Mondino, sono stati a chiamati a parlarne: Achille Bonito Oliva e Vittoria Cohen. Un rapporto che si è strutturato ed è cresciuto nel tempo, testimoniato dai documenti che il gallerista ha scelto di esporre a corredo delle opere, video e testi che sanciscono il legame di lunga data stretto con l’artista. Ma chi era Aldo Mondino? Un artista, un viaggiatore, un eclettico. Un uomo curioso del mondo, dotato di una grande ironia che tornava spesso nelle sue opere, usata come strumento per mettere a nudo tutte le debolezze e le contraddizioni della società occidentale, la sua perdita di valori contrapposta alla purezza e alla concretezza che Mondino ritrova invece nei viaggi, tra le genti e le tradizioni del Nord Africa, dell’Arabia e dell’Oriente. La sua carriera ha inizio negli anni Sessanta nel capoluogo piemontese. È la Torino che ospita la prima mostra di Pop Art in Italia – la personale di Lichtenstein alla Galleria Il Punto del 1964 –, corrente che diventa subito un punto di partenza imprescindibile per il giovane Mondino che attraverserà varie fasi nella sua ricerca, ma che in fondo non abbandonerà mai un certo ammiccamento, una giocosità e una vivacità tipicamente pop. I primi lavori in mostra risalgono proprio a questi anni, le Tavole Anatomiche (1964) su masonite con le quali da il via al suo personale ripensamento sulla pittura. 
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Un tentativo di annientamento del mezzo pittorico che non gli riuscirà mai del tutto. Anzi, le opere di Mondino restano quasi sempre avvinghiante a un certo pittoricismo di ritorno. Ma sono questi i tempi delle avanguardie poveriste e del confronto con il progresso e le tecnologie, e Mondino salva tradizione e innovazione scegliendo di dipingere su un materiale come il linoleum, oppure di sperimentare materiali “poveri” come il vetro, il truciolare di legno, il bronzo e il cibo in special modo: frutta e verdure fresche, lo zucchero, il caramello, il cioccolato o il torrone diventano elementi cari alla sua poetica. Arrivano poi i lavori dedicati ai viaggi. Stagliati su una immensa parete color ocra, i ritratti di mercanti e di mistici incontrati in Maghreb, gli Gnawa, interrotti dalle atmosfere messicane di Dos Passos, e incalzati dalla stanza dei tappeti che accoglie l’opera Tappeti stesi. Di grande effetto anche l’installazione Dinojarre (1997), realizzata in ceramica e ferro, un’ossatura di dinosauro riprodotta da un’infilata di giare dipinte di bianco. Non mancano poi i riferimenti alla Turchia, nelle celebri ceramiche di Iznik e opere che rimandano al pensiero e alla cultura occidentale, la serie del Torso Torsolo (1996) che partendo dal progetto per una scultura si concretizza in una serie di disegni a gessetto su carta dedicati a Rodin, Balzac, George Bernard Shaw. Dagli anni Sessanta al Duemila, quarant’anni di straordinaria carriera ripercorsi attraverso opere testimoni di una ricerca lunga una vita. 
Leonardo Regano
mostra visitata il 28 gennaio 
Aldo Mondino, Grand Tour Contemporaneo: 
a cura di Achille Bonito Oliva, Vittoria Cohen
Galleria Enrico Astuni
via Iacopo Barozzi, 3 40126 Bologna
Info: tel. +39 051.4211132; info@galleriaastuni.net; www.galleriaastuni.net

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