22 dicembre 2012

Fino al 10.II.2013 Luca Matti La Spezia, Camec

 
Il progresso e i suoi simboli più abusati diventano pane per una mostra in cui la riflessione dell'artista si fa aperta denuncia. Che sarebbe meglio accogliere, pena l'autodistruzione -

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Molto si è parlato recentemente dell’apocalisse della società moderna, forse destinata a sparire per sua stessa (in)consapevole scelta. Mentre tutti speravano di no, c’era un artista che a tal riguardo non si è risparmiato una riflessione sociologica stilisticamente accattivante: è Luca Matti (Firenze, 1964), carismatico artefice di scenari globali desolanti e spazi industriali nei quali l’inquinamento passa dall’essere concetto astratto a materia corposa e ben rappresentata nel bitume utilizzato come mezzo creativo, tecnicamente interessante – al di là delle caratteristiche intrinseche – perché nel suo specifico uso l’artista cerca (e di fatto trova) una congruenza concettuale che supera di slancio ogni risposta prettamente estetizzante.

Gli spazi del Camec tracciano i confini di questi inospitali Nuovimondi, ambienti privi di una netta collocazione luogo-temporale, dove raffinerie e piattaforme petrolifere sono strutture figurativamente ben delineate da un bitume pastoso, possenti e solide a tal punto da rendere fisiologiche le vistose colature – sempre bituminose – che invasive percorrono le tele offrendo piena manifestazione a quella tensione drammatica universalmente sottesa in tutti i recenti lavori di Matti. La cementificazione assume i tratti di una globalizzazione spiazzante, divenuta in tutto e per tutto omologazione “a tappeto” di vuoti edifici asettici e impersonali, fittamente ammassati e distesi a ricoprire i continenti deformati (e allegoricamente tutti collegati tra loro) di visionarie carte geografiche; tra un pianeta risucchiato in vorticose spirali o risolto in una ritmica forma sinusoidale, spicca l’emblematico Nuovomondo 24, arricchito di tante finestrelle “zoom” (evidente richiamo alle numerose possibilità di google maps) che nel caso specifico non hanno il compito di mostrare scorci caratteristici e bellezze sparse in vari punti del globo, ma di mettere in evidenza sempre gli stessi opprimenti palazzi, se possibile reiterandone ancor di più la presenza già di per sé soffocante.

Ma in simili scenari l’uomo dov’è? Per la verità figura poco nella serie Nuovimondi, sostituito piuttosto dall’edificio inteso come suo alter ego; tuttavia Matti non ha voluto omettere il sommo artefice e ispiratore dei suoi apocalittici universi, inserendolo nel contesto della sede spezzina con un site specific che ha il sapore vero della celebrazione negativa, ampia (occupa una lunga parete del corridoio), composita e ragionata: giganteschi palazzi disegnati a carboncino – ora assolutamente monolitici poiché del tutto privi di finestre – fanno da sfondo a fogli su cui l’accumulo di tanti piccoli e simbolici edifici costituisce magistralmente i volti di un’umanità alienata e impersonale, video-protagonista di una manifestazione/mutazione che frenetica si svolge nel monitor posto al centro. In tale perfetta realizzazione l’aggiunta del sonoro diventa ciliegina sulla torta, angosciante e futuribile quanto serve ad impreziosire il complesso, per un’opera che a sua volta rappresenta il migliore compendio possibile per l’intera mostra.

di Andrea Rossetti

dal 1 dicembre 2012 al 10 febbraio 2013

Luca Matti – Nuovimondi

A cura di Marzia Ratti

Camec

Piazza Cesare Battisti 1 – (19121) La Spezia

Orari: da martedì a domenica, ore 11-18

Info: 0187 734593; camec@comune.sp.it; www.camec.spezianet.it

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