23 marzo 2009

Dopo Hegyi se ne va pure la Draganovic. E Napoli continua a collezionare figuracce con curatori internazionali

 

di

Julia DraganovicDesidero comunicarvi che con il mese di febbraio 2009 si è conclusa la mia esperienza di Direttore artistico al PAN – Palazzo Arti Napoli”. Firmato: Julia Draganovic. Laconico, come un fulmine a ciel sereno giunge da Napoli il ferale annuncio. Nominata direttrice nell’autunno del 2006, come in precedenza già Lorand Hegyi, anche la Draganovic lascia il museo napoletano. “Ho trascorso a Napoli – ricorda ora – quasi due anni e mezzo, prima elaborando e poi attuando un programma di lavoro ricco e stimolante, sul quale potrete trovare dati e informazioni, oltre che nel sito del PAN (www.palazzoartinapoli.net.) prossimamente anche nel sito dell’Associazione Culturale LaRete (www.larete-artprojects.net). Come a volte accade, anche a causa del peso di fattori esterni imprevisti – fra i quali spicca la complessa e problematica situazione economica e amministrativa entro la quale il Comune di Napoli, e di conseguenza il PAN, si è trovato ad operare – le condizioni organizzative che si sono configurate negli ultimi mesi a mio giudizio non consentivano più di garantire la qualità, la tempestività e la certezza nella realizzazione dei programmi che mi ero proposta al momento della mia venuta a Napoli”.



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11 Commenti

  1. nulla di nuovo all’ombra del vesuvio. nel caso del PAN (che prendo come esempio emblematico della realtà partenopea) a nulla vale la qualità del direttore artistico se la stessa è assente nell’amministratore.
    >che lo sforzo sia con voi<

  2. In un paese che crede che la meritocrazia non serva per trovare lavoro, in un sistema che procede per cameratismi e simpatie, e in una Napoli ottusa e miope resterà l’ENORME rimpianto di aver lasciato andare via una professionista di grande personalità e qualità come te.

    Con grosso dispiacere.

  3. Ci dispiace vedere tanto impegno non valorizzato. La serietà del lavoro svolto da Julia andrebbe riconosciuto. Ci auguriamo che la vicenda trovi un risvolto positivo.

  4. Dai, è la volta della solita “freschezza giovanile”: non potendo puntare sui soldi perchè è chiaro che non ci sono, useranno l’escamotage del “giovane” il quale, dopo le prime mostrucole di nomi stranieri (che servono sempre per non essere bollati come provinciali)
    non potrà fare altro che continuare sulla scia dell’economia che a Napoli significa accordarsi (a turno) con qualche gallerista locale per creare eventi di lancio per artisti a loro cari. Poi è ovvio che l’entusiasmo di un giovane pr crea “ammuina” però non so se è questo che determini il successo di una mostra.
    A giudicare dalla disco al Madre , sembrerebbe più conveniente una moderna discoteca comunale che non un museo in cui non si sa che cavolo fare e dove non entra nessuno.
    E allora perchè non fondiamo economicamentePan e Madre..? il secondo lo lasciamo museone contemporaneone mentre al Pan cambiamo destinazione d’uso e lo facciamo diventare il primo Museo Sperimentale della Musica del Meridione con tanto di serate tecno, feste, gruppi musicali , video ecc. ecc.
    Poi gli incassi si farebbero “fifty fifty” tra i due musei.
    Potrebbe essere un’idea!
    Cià!

    p.s. ma visti i tempi che corrono e come stanno andando questi musei non vi sembra uno spreco enorme destinare l’ex albergo dei poveri a “contenitore d’arte, spettacolo , eventi e tric trac ?!
    E’ prevedibilmente più produttivo devolvere quei soldi al ponte sullo stretto- se proprio lo dobbiamo fare “sto cacchio di ponte !”.

  5. Povera Draganovic, pensava di venire qui a lavorare e invece… Ma è sempre così: Napoli condanna a morte chi vuol cambiare le cose, e cambiarle in meglio. Per giunta altro che Napoli città aperta, multiculturale crogiuolo del Mediterraneo! La smettiamo con questa fandonia? Napoli è un paesucolo grondante razzismo di stampo gomorrista, la quintessenza dell’autoreferenzialità e del più becero protezionismo. Per la serie: cosa ci fa questa furastera qui? Questa si crede che viene da fuori a comandarci a noi! Beh, ora che ve la siete tolti dalle scatole, siete liberi di fare tutte le mostre di fotografi di matrimoni che volete…

  6. Nell’ambito del progetto “Emergency Room Napoli”, domani 25 marzo dalle ore 12.00, gli artisti daranno vita ad un’opera collettiva sullo stato di “emergenza” dell’arte a Napoli e di riflessione sulla notizia delle dimissioni di Julia Draganovic. Bravi!!!

  7. un altro curatore internazionale che se ne va da napoli, già in tanti hanno abbandonato la città…., o no? che tristezza

  8. Triste fine di un’ottimo lavoro.
    Ancora una volta Napoli perde una occasione di emergere dalla melma.
    Complimenti a coloro che hanno detretrminto le dimissioni della Draganovic.

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