05 marzo 2013

Pippa Bacca e le “Spose in viaggio”. Cinque anni dopo la partenza, e la scomparsa dell’artista, un film per omaggiare e ripercorrere l’originale progetto itinerante

 

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Marzo 2008, Pippa Bacca lava i piedi all’ostetrica Iljana a Sofia (Bulgaria) durante il Viaggio delle Spose.

La storia di Pippa Bacca è stata la vicenda di una speranza tradita. La speranza di poter avvicinare un mondo conflittuale attraverso la disposizione d’animo di un modello di candore e di pace, tradito dall’uomo che ha violentato e ucciso l’artista milanese, nipote di Piero Manzoni, durante un passaggio in autostop poco dopo Istanbul, mentre tentava di raggiungere la Siria. 
Era finita così, tragicamente, Spose in Viaggio, l’azione che avrebbe dovuto toccare 11 Paesi europei e medio-orientali, teatro di conflitti recenti o meno, e la cui conclusione era prevista a Gerusalemme. Partita da Milano, insieme alla collega Silvia Moro, l’8 marzo 2008, dopo aver attraversato Slovenia, Croazia, Bosnia e Bulgaria, le due si separarono proprio dopo Istanbul, con l’intento di ricongiungersi a Beirut, dove avrebbero proseguito di nuovo insieme per Giordania, Israele e Palestina, con arrivo a destinazione circa un mese dopo dalla festa della donna. 
Nelle diverse tappe il vestito da sposa, unico abito dell’artista, studiato apposta per l’occasione e realizzato da Byblos, figurava da tramite simbolico di una continua entropia, emblema di una condizione d’animo sporcato e lavato, così come Pippa Bacca e Silvia Moro in alcune zone effettuarono anche il rituale del lavaggio dei piedi alle ostetriche,  omaggio a chi aiuta la vita a nascere in Paesi dove spesso i conflitti la portano via.  
Ma la speranza di Pippa, appena trentenne, non arrivò a destinazione, unendola nel destino allo zio Piero, scomparso anch’esso appena trentenne, nel 1962. 
Il prossimo 8 marzo, a cinque anni esatti dalla partenza, i Frigoriferi Milanesi omaggiano con un’anteprima la figura dell’artista e del progetto attraverso il documentario di Joël Curtz, film maker francese, che dopo aver contattato la famiglia di Pippa, ha lavorato due anni a raccogliere materiali e testimonianze, riuscendo anche a recuperare, con l’aiuto di Raphael Daniel, il video contenuto nella telecamera dell’artista. Ne è nato così La Mariée (La Sposa), un ritratto delicato che racconta attraverso lo sguardo del regista e le parole delle persone a  vicine a Pippa Bacca il progetto dell’artista milanese. A seguito della proiezione del medio-metraggio, inoltre, una conversazione con il critico Gianluca Ranzi e lo stesso Joël Curtz.

1 commento

  1. Sono commosso dall’interesse che una persona così preziosa come Pippa Bacca ha suscitato al punto da spingere a realizzare un film. Solo chi ha viaggiato a lungo in autostop e chi è alla ricerca, una ricerca simile a quella descritta da Isaac Asimov nel suo Uomo Bicentenario, può immedesimarsi fino in fondo al percorso esemplare di Pippa! Ciao Pippa sei sempre con me!

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