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Una tavola rotonda organizzata presso la Galleria civica d’arte moderna e contemporanea di Torino dà il via, oggi, al progetto Pasti d’Artista, nato da un’idea di Giada Pucci con lo scopo di creare un fondo per l’Arte e la Cultura in Italia.
Declinato in concorso per artisti visuali, Pasti d’Artista si propone di selezionare venti finalisti cui destinare, come premi, dei buoni pasto perché l’arte è nutrimento dello spirito, sì, ma non solo. Se qualche ex ministro verrà infatti di certo ricordato anche per l’infelice asserzione “con la cultura non si mangia”, la provocatoria proposta di Pasti d’Artista sembra invece ironicamente suggerire il contrario, lanciando però contemporaneamente un grido di allarme sull’attuale condizione degli artisti nel nostro Paese.
La possibilità di candidarsi (entro il 31 agosto) è riservata ad artisti visivi residenti nella provincia di Torino e rigorosamente – in netta controtendenza rispetto alla maggior parte dei concorsi nazionali – over 35 anni, con un reddito pari o inferiore ai 15mila euro l’anno, per venire incontro a coloro i quali, non potendo più usufruire di agevolazioni, incentivi e corsi di formazione rivolti in genere solo ai più giovani, rischiano di veder drasticamente ridotte le proprie occasioni.
I buoni pasto potranno poi essere utilizzati in vari punti di ristorazione della periferia torinese con lo scopo di richiamare l’attenzione sulle reali zone delle città che oggi si stanno trasformando in mete geografiche del turismo culturale, in modo da creare nuove sinergie commerciali e artistiche in grado di coinvolgere un pubblico non solo di settore.
Attraverso iniziative, dibattiti e confronti il progetto si pone come obiettivo, infatti, quello di promuovere la riflessione sulla figura dell’artista in generale, ricordando i principi delle Risoluzioni del Parlamento Europeo del 1999 e del 2007, e ancor prima quelli della Raccomandazione approvata dalla Conferenza Generale dell’UNESCO del 1980 che riconosce all’arte un’importante funzione nello sviluppo della società. E allo stesso tempo vuole incoraggiare la discussione in tema di finanziamenti, legislazione, diritti e tutele degli artisti, invitando le aziende, le fondazioni, i singoli cittadini e soprattutto le istituzioni al dialogo. (Camilla Tomasino)