25 maggio 2017

Passa il Giro d’Italia a Milano? Galleria Campari si prepara: con un album di cimeli e una storia a due ruote, direttamente dagli archivi

 

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A Sesto San Giovanni, la ex “Stalingrado d’Italia” alle porte di Milano, c’è un luogo molto particolare: è la Galleria Campari, inglobata dal maestoso edificio di Mario Botta che ha racchiuso il vecchio fabbricato inaugurato nel 1904 dalla celebre famiglia che ha inventato l’aperitivo. Molti sono stati in visita nel suo museo permanente, che raccoglie oggetti, mirabilia e una vasta quantità di bozzetti, di manifesti, di cimeli legati al grande marchio disegnati anche da Fortunato Depero così come da Bruno Munari o Ugo Nespolo. Perché vi raccontiamo questa storia a gradazione un po’ alcoolica? Perché Galleria Campari si reiventa in occasione del 100esimo Giro d’Italia, che passerà da proprio davanti al museo sabato, 27 maggio, nella tappa finale Monza-Milano, e apre i suoi archivi per dimostrare non solo una vicinanza alla sport come sponsor, ma anche una grande lungimiranza nella polica aziendale di promozione dei propri prodotti. 
Nasce così il progetto “Bike Passion” (il riferimento non poteva che essere al celebre claim “Campari, Red Passion) a cura di Marina Mojana e Fabrizio Confalonieri, che mette in scena come Campari sia stato testimone dei cambiamenti di costume nel nostro Paese, e come il legame di Campari con il mondo a due ruote abbia seguito ciclisti del calibro di Coppi, Girardengo e anche Cinelli, che diventò leader di un’azienda leader nel design ciclistico. Per l’occasione, infatti, ci ha messo lo zampino anche il gallerista Antonio Colombo di Milano, che oltre a essere il Presidente di Cinelli, ha portato qui dieci biciclette firmate da designer di fama internazionale come Alchymia, Alberto Biagetti, Death Spray, Barnaba Fornasetti e Alessandro Mendini, solo per dirne alcuni. E ovviamente non potevano mancare una serie di scatti, recuperati da un magazzino che conta più di 3mila pezzi, per mostrare come la “bicicletta” rappresenti un pezzo di storia del nostro Paese, come il Campari. E come l’arte applicata, che ha contribuito a rendere immortale e mitica l’immagine di questo grande marchio rosso, dalla bottiglia triangolare e a buccia d’arancia.

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