19 maggio 2006

exibinterviste – la giovane arte Arcangelo Sassolino

 
Un ex designer di giocattoli alle prese con l’incombenza degli elementi. Acciaio, masse, atmosfere. Ovvero l’agonia senza l’allegoria. Di ritorno da un (lungo) periodo newyorchese, direttamente dai capannoni industriali del vicentino…

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Dove lavori?
In un capannone piantato in mezzo alla provincia del nord-est. Vera suburbia padana. All’inizio ero sempre là dentro. Ora mi avvalgo del supporto di industrie e artigiani della zona, perciò le mie giornate le passo dentro altri capannoni. Il mio lavoro ha molto a che fare con l’immaginario che filtro in questi luoghi, anche se non ho nessun rapporto romantico con essi.

E Vicenza?
Vicenza è bella e reazionaria. Luogo di pochi scambi intellettuali. Ma in fondo non è così importante. Mi muovo. Ho la green card. E una fidanzata mondiale.

La tua formazione?
Iscritto ad ingegneria meccanica a Padova, ho brevettato un giocattolo grazie al quale ho avuto l’opportunità di fare uno stage in uno studio-agenzia a New York. Un paio di mesi sono diventati cinque anni. L’arte l’ho scoperta in quel periodo, a New York, lavorando appunto come designer di giocattoli. Negli ultimi tre ho frequentato l’accademia S.V.A. School of Visual Art.

Due parole sulla tua ricerca?
Nel mio lavoro a volte domina un’incombenza materica precaria, come nella serie di interventi che ho fatto usando l’architettura; a volte la componente sonora prodotta per attrito di masse di cemento armato; altre volte l’agonia temporale generata dalla pressione di centinaia di atmosfere contenuta in appositi serbatoi di acciaio. Intendo innescare nel fruitore una condizione psicofisica di allarme, caducità e tensione. In ogni caso non c’è allegoria: l’oggetto è, comunque, sempre portatore di un’analisi diretta su di sé.
Arcangelo Sassolino, Senza titolo, acciaio ed azoto a 220 atmosfere, 2005
Quali gli artisti che hai amato?
Tanti. Da Masaccio al poeta Ivano Ferrari. Passando per Michelangelo, Caravaggio, Brancusi, Duchamp, Kounellis, Smithson, Richter, Gadda.

Una persona cui devi molto?
Attualmente senza nessun dubbio il mio amico Diego Chilò. E il suo staff di ingegneri e architetti. Per tutto il supporto tecnico di calcolo e per la gestione pratica di una grossa parte del mio lavoro.

Due parole sull’attuale realtà socio-politica?
Snoccioliamo qualche dato? Cecenia: un milione di abitanti, morti (ammazzati) dai 100 ai 300 mila. Italia: in Sicilia 61 seggi su 61 seggi in cui vince un solo partito (Forza Italia). Ancora Italia: svastiche (svastiche!) esposte da tifosi di calcio allo stadio. California: Arnold Swarzenegger versus Cesare Beccaria. Senza parlare dell’Iraq…

Soddisfatto della critica e della stampa d’arte in Italia?
Sono soddisfatto a metà. La fauna che popola il mondo dell’arte è così varia che si trova di tutto. Persone finissime e altre di cui, invece, ti domandi mezzo sconvolto attraverso quali angolazioni siano riuscite ad inserirsi nelle questioni dell’arte e dello scrivere. Sarà che un critico di riferimento che spalanchi il pensiero del mio lavoro lo devo ancora incontrare.
Arcangelo Sassolino,(Momento), cemento armato e acciaio, 2006

Un panorama sconfortante…
Spero che il distillato di pensiero di tutto questo vomito di oggetti e parole prodotto di continuo covi e sedimenti con grande lentezza, impercettibilmente. Comunque credo che, a partire dall’artista, sia necessaria una forte coscienza storica, l’assunzione di un certo grado di responsabilità morale.

E i galleristi? Come va con loro?
Adesso bene.

la rubrica exibinterviste – la giovane arte è a cura di pericle guaglianone

bio: Arcangelo Sassolino (1967) vive a Vicenza. Ha vissuto a New York dal 1990 al 1996. Tra le personali: [Momento], Galica, Milano (2006); Rimozione, Galleria Arte e Ricambi, Verona (2004); Concrete Matters, Galleria Grossetti, Milano (2001). Tra le collettive: Collezione Unicredit al Mart, Rovereto (2005/’06); Il disegno della scultura contemporanea da Fontana a Paladino, Palazzo Binelli, Carrara; Visioni. 20 Artisti a S.Agostino, Bergamo (2005); Zilch, Galleria Arte e Ricambi, Verona (2004); Mito-Logica-Mente, Castelbasso (Teramo), (2003); Materia-Niente, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (2001).

[exibart]

2 Commenti

  1. con quel nome così tautologico rispetto alle tue opere, hai dimenticato di dire, riguardo ai 61 su 61 della sicilia, che in emilia ed in toscana avviene praticamente la stessa cosa ,ma con segno inverso. pace e bene.

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