05 dicembre 2003

exibinterviste – la giovane arte Marco Prestia

 
Uomini/peluches rosa, gialli o verdi si aggirano per strada, nelle gallerie, tra la gente. Li vedi, ma infondo li ignori. Sono gli emarginati, gli isolati, i social deads di Marco Prestia: vite drammatiche e sofferenti mascherate da “muppets”…

di

Un po’ superficialmente potresti essere definito ‘l’artista dei peluches’. Com’è nata quest’idea?
L’anticamera è sicuramente l’osservazione dell’universo mediatico o semplicemente di quello che ci circonda, con le sue falsità, cattiverie, aberrazioni, follie e finto buonismo, occultati magistralmente da un perbenismo di comodo.

…E il peluche in tutto questo cosa è?
L’emblema della società moderna. Una new cover per entità diverse, sebbene stereotipate nella loro diversità. D’altronde è la legge che la società impone su ogni cosa.
Marco Prestia - INT12
Il tuo lavoro ha spesso una connotazione performativa: i tuoi abiti di peluches sono indossabili dal pubblico. Quanto conta lo spettatore/attore nella tua ricerca?
A volte è solo spettatore che assiste alle follie del dramma umano, altre invece, indossando questi abiti, è protagonista che si sottopone al suo stesso giudizio e a quello altrui.
Durante una performance ad INT 12, a Roma, nell’aria si percepiva la voglia e allo stesso tempo la paura di vestire il peluches. E’ una paura motivata dal trovarsi inaspettatamente protetto da questo involucro impenetrabile ma paradossalmente vulnerabile e infondo nudo: tutti ti osservano, sei al centro dell’attenzione, è quasi “un momento di gloria”, se vogliamo dirlo!
Ciò non accade nel nostro vivere quotidiano in cui, anzi, l’essere diverso ti porta ad isolarti, ad emarginarti.

Le tue opere sono sempre in bilico tra gioco e dramma. Quanto c’è di divertissement e quanto di denuncia?
Marco Prestia - 20centE’ impossibile quantizzare, posso dire che sono una cosa sola, che convivono. La vita è un video game e a volte il gioco può servire per sdrammatizzare, ma non per questo la denuncia viene meno.

La società che rappresenti, quindi, è spesso dura. Ritieni che la realtà di Palermo abbia inciso sul tuo lavoro e sulla nuova generazione di artisti siciliani della quale fai parte?
E’ partito tutto da li. I 25 anni trascorsi a Palermo non possono che avermi formato e schiaffato in faccia la realtà nei suoi mille aspetti belli e brutti, che ho visto, vissuto, assimilato e in fine rielaborato. E come me anche altri artisti.

Il peluches è un giocattolo e i soggetti dei tuoi quadri sono bambini, “difficili”, violenti o violati. Da dove nasce quest’attenzione per il mondo dell’infanzia?
Il denominatore comune è la denuncia. Quella dei quadri nasce da una analisi approfondita dei problemi che accompagnano il mondo dell’infanzia, mentre il lavoro successivo è uno sguardo più ampio, a 360°, sulle problematiche sociali.
Ciò che mi ha indirizzato a questo tipo di ricerca è la cruda realtà che a volte s’impone senza lasciarmi alternative o possibilità di voltarmi dall’altra parte. Anche i racconti della mia ragazza, che in questa realtà opera, sono stati un elemento utile alla mia ricerca.

bio
marco prestiaMarco Prestia, siciliano nato nel 1975 a Sesto San Giovanni (mi), vive e lavora a Milano. Tra le sue mostre: Intervento-performance al Genio di Palermo, 2000; Preparatevi al peggio, performance c/o fiorucci megastore a Milano con Adalberto Abbate, 2002; Interno 12, Roma 2003; Marco Prestia, www.piziarte.net, internet 2003;Social dead, Arèa , Palermo 2003; ”Italia&Cile”artisti emergenti a confronto,Caserta 2003.

federica la paglia

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23 Commenti

  1. continuo a rimanere stupita!!!
    invece di commentare
    il lavoro di marco prestia
    commentate la sua foto…forse è
    l’invidia? o non sapete cosa scrivere…….
    sei forte marco

  2. ringrazio gli amici palermitani per il “bellissimo cantante” adalberto e walter
    mi dispiace se paola non ha gradito la mia foto non sarò il suo tipo.
    per wallis and futuna ti consiglio di rileggere l’intervista
    grazie kikka.

  3. Che sei bravo lo sapevo già…ma na pasta chi sardi ci mancava ‘nanticchia ri uva passa.
    Eppuru u’sai quantu mi fà ‘ncazzari
    Ti voglio bene lo stesso ciao…
    a proposito…manca sempre il quarto.

  4. Non abbiamo mai …ma dico mai … vissuto un periodo così solare, ricco di stimoli ed emozioni pronte a sorprenderci e ad elettrizzarci qui a Palermo .
    Forse perche’ tu non sei qui, quindi vorremmo chiederti: “per favore nonnscendere mai piu'”.
    Lo sappiamo è difficile ma se sei davvero l’amico che dici di essere dovresti almeno fare dei piccoli sacrifici per i tuoi adorabili e fidati amici.
    un ultimo sentito addio e ricordaci !!
    p.s. Paolo c’e’ rimasto malissimo per la pasta con le sarde!

  5. VALENTINA GLORIOSO quella che ha vinto il GENIO?
    Cosa ne pensi su Adalberto e le Censur-curatrici?
    Eviti di sbilanciarti?
    Dicci dicci ….
    …o almeno facci intuire!

  6. Ciao Mara
    Si sono io, Valentina Glorioso quella che ha vinto il Genio di Palermo.
    Se proprio tieni a conoscere il mio parere, sappi che ho sempre trovato il lavoro di Adalberto molto valido e non posso che essere sorpresa e dispiaciuta per quello che è successo.
    Prolungarmi su altri argomenti (gia abbondantemente trattati), costituirebbe soltanto un ulteriore inutile polemica, rischiando oltretutto di diventare noiosa!

  7. Allora, o la piantate con questo diluvio di commenti offensivi sotto falso nome provenienti dalla Sicilia oppure d’ora in avanti verranno pubblicati con il nome VERO delle persone che li scrivono, visto che ovviamente noi possiamo intercettarlo. I vostri intrighi isolani risolveteveli per conto vostro, su exibart siamo già a 100 e passa commenti. La stragrande maggioranza falsi ed inseriti sotto falso nome. Ora basta.

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