30 novembre 2010

fiere_resoconti Salon International du Patrimoine Culturel 2010

 
Parigi ha ospitato, come ogni anno, il Salone del Patrimonio Culturale. Tematica: Il Patrimonio Mediterraneo. Un evento che ha coinvolto numerosi Paesi. Grande assente: l’Italia...

di

Il Salon International du Patrimoine Culturel 2010 è stato un
importante crocevia di circolazione di prodotti e oggetti d’artigianato, di
arte, recupero, conservazione e restauro delle opere, di diffusione di nuove
idee e confronti stimolanti tra le varie parti interessate. Unendo cultura ed
economia, il salone è da considerarsi un fertile terreno d’incontro di esperti
del settore: restauratori e imprese d’arte, precettori e maestri artigiani,
collettività territoriali e istituzionali, associazioni, scuole, laboratori,
edizioni, stampa, comunicazione. Per citare qualche numero: un totale di 250
espositori, 20mila visitatori circa, 3mila mq di stand. Come ha voluto sottolineare
il presidente del salone, Serge Nicole, tutte le persone coinvolte in esso sono
animate da una stessa vocazione:
proteggere e valorizzare il nostro patrimonio
”.

Per la seconda volta in 16
edizioni, l’organizzazione del rendez-vous al Carrousel du Louvre è stata
curata da Ateliers d’Art de France, gruppo fondato nel 1868 e di cui fanno
parte professionisti dei mestieri e delle arti, 2.800 fra artigiani, artisti e
manifatturieri d’arte di tutto l’Esagono. È dalla presa di coscienza della
profondità delle radici culturali a cui si può attingere che si parte per dare
nuovo dinamismo alla produzione contemporanea: nella magniloquenza delle
costruzioni del passato e nel nostro modo di onorarle risiede il segno della
vitalità culturale di un Paese ai giorni nostri.

In particolare, il salone ha
ospitato: professionisti del restauro di vari settori, ossia arti meccaniche (orologi,
carillon ecc.), legno, cuoio, strumenti musicali, ferro battuto (serre, scale,
cancellate…) e altri metalli, carta, cotto, pietra, stoffa, vetro, edifici di
vario tipo; tecnici, vale a dire esperti di messa in sicurezza degli edifici,
esperti in tecniche del restauro e deumidificazioni, trattamenti specifici,
illuminazione, informatica applicata; esperti dei servizi come architetti,
ingegneri culturali, portavoce di centri di ricerca e studi del territorio; esperti
in promozione e valorizzazione del territorio, ossia associazioni e gruppi,
collettività territoriali e istituzionali, volontari, responsabili del turismo
culturale; responsabili di formazione, quindi centri didattici, laboratori
artigiani, scuole; e infine esperti in diffusione dell’informazione culturale,
nelle figure di editori, librerie, portali dedicati, multimedia, stampa.

Il tema del Patrimonio del Mediterraneo ha dunque unito realtà e associazioni
differenti in rappresentanza dei loro rispettivi Paesi, da Euromed Heritage IV
all’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali, dall’Istituto Valenzano di
Conservazione e Restauro all’Ufficio del Turismo Croato, all’Associazione
Culture Sud. Dalla Tunisia al Marocco, dalla Romania alla Croazia fino alla
Grecia, passando per la Francia e la Spagna. Molte le realtà coinvolte. Sorprendentemente
assente dal circuito l’Italia. O meglio, era presentata in un paio di incontri
da francesi che si sono spostati in territorio italiano. O viceversa con un
solo stand di un maestro forgiatore del ferro, emigrato in Francia 15 anni
prima, “perché in Italia non veniva più
valorizzato il mestiere che aveva appreso da suo padre, che a sua volta aveva
imparato da suo nonno
”.

Grazie a presentazioni, incontri
e interventi specifici organizzati durante il salone, anche molti artisti
contemporanei (da Elie Hirsch a Pascal Le Moine, ad Akashi Muratami e tanti
altri) hanno avuto modo di confrontarsi ed esprimere il loro parere circa il
nuovo sguardo sul mestiere dell’arte: 38 artisti che si sono qui riuniti per
dimostrare come l’artigianato e la valorizzazione del patrimonio culturale
possono essere delle vie efficaci e durevoli in materia di impiego e sviluppo
culturale. Oltre ai singoli artisti erano presenti anche diversi atelier noti e
meno noti: di pittura (Atelier Meriguet Carrère, ad esempio), ceramica,
orologeria (Mamias), maestri forgiatori, ebanisti (Atelier Guy Cornevin),
artisti della pietra, gioiellieri, ricamatrici (Danielle Carl), persino
artigiani di lacche e madreperle provenienti dalla Corea (KCDF).

In un universo in cui la
tradizione e la maestria e le maestranze soprattutto francesi l’hanno fatta da
protagonista, spesso e volentieri spingendosi fino allo Stivale per studiare i
nostri modi di realizzare manufatti artigiani e per carpirne la fantasia e le
tecniche, ha stupito e un po’ rammaricato l’assenza di un Paese, l’Italia
appunto, che ha sempre fatto dell’artigianato quotidiano in tutte le forme e in
tutte le regioni e particolarità in cui si è espresso nel corso della storia un
suo punto di valore e di forza.

valeria gatti


dal 4 al 7 novembre 2010

Salon International du Patrimoine Culturel 2010

Carrousel du Louvre – 75001 Paris

Info: patrimoine@ateliersdart.com; www.patrimoineculturel.com

[exibart]

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