26 luglio 2016

A TEATRO/I FESTIVAL

 
di Giulia Alonzo
Torniamo a nord per scoprire Drodesera

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Un castello che non è un castello tra le montagne che non sono montagne. Centrale Fies è un edificio surreale, un misto tra una costruzione industriale anni ’20 e una reinvenzione con terrazza merlata e reminiscenze rinascimentali, nato per la generazione di energia idroelettrica alimentata dal laghetto artificiale di Cavedine. Incassata in una conca, a circa 200 metri sul livello del mare, e circondata dalle acque, Fies gode di un microclima specifico, una sorta di contronuvola fantozziana che ha dato vita a una vegetazione subtropicale con palme e fichi. 
In questo luogo magico si tiene da 16 anni Drodesera, festival di produzione e promozione delle arti performative. 
La manifestazione nasce in realtà nel 1980 grazie a Dino Sommadossi e Barbara Boninsegna, con la volontà di portare il teatro tra le vie e le case di Dro. Nel 2000, con il sostegno di Hydro Dolomiti Energia, il festival si trasferisce nella Centrale di Fies, che nonostante sia stata dismessa ha una turbina ancora attiva controllata da remoto. 
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Spesso le arti performative sono considerate altro rispetto al teatro. Drodesera cerca da sempre di abbattere queste divisioni, più mentali che reali, proponendo un festival capace di comunicare il contemporaneo in tutte le sue forme, che siano visual, performing o ancora prosa. Il mediatore culturale trova in questa concezione il suo pieno titolo, seguendo l’artista dal momento dell’ideazione a quello della creazione fino alla presentazione pubblica, che si tratti di installazione, performance o spettacolo. Una sorta di Dramaturg capace di leggere ed interpretare i diversi codici artistici per restituirli al meglio, in vista di una fruizione capace di arrivare a un pubblico più ampio, senza perdere però lo spirito di innovazione e le peculiarità dei singoli interpreti. Tra le produzioni come incubatore, anche con la formula della residenza, si possono citare gli Anagoor, Marta Cuscunà, pathosformel e Teatro Sotterraneo
Altra caratteristica è l’apertura internazionale, proponendo una rassegna altrimenti difficile da vedere in Italia: dai francesi Philippe Quesne, co-direttore del Nanterre-Amandiers Centre Dramatique National, e Mohamed El Khatib, rivelazione al festival di Avignone 2015, al libanese Rabih Mroué, esperto di arti visive. 
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La 36esima edizione, dal tema “World Breakers” pensata con la volontà di irrompere il e nel contemporaneo con nuove proposte di rivoluzione artistica, inizia sotto la pioggia con la presentazione da parte dei due direttori artistici del lavoro di Luigi Presicce, artista performativo che sta trovando crescente attenzione di critica e di pubblico. A centrale Fies porta il quarto episodio di una serie di performance, documentate a Drodesera con video, ispirate al ciclo di affreschi di Piero della Francesca, Storie della vera Croce: un lavoro dal forte impianto rituale che, oltre alla concezione rinascimentale, richiama la magia e la sofferenza dell’impresa della scalata del K2. 
Giulia Alonzo
World Breakers
Drodesera XXXVI
Centrale Fies – Dro (TN)
22 – 30 luglio 2016
Per maggiori informazioni:
http://www.centralefies.it

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