26 febbraio 2009

design_interviste Ondesign

 
A Milano, per un aperitivo che si trasforma in cena, abbiamo incontrato Francalma Nieddu e Olav Jünke. Ossia lo studio Ondesign di Amburgo. Una coppia unita da una forte sintonia di pensiero; una coppia nel design e nella vita...

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Come e quando una brillante designer italiana e un bravo grafico tedesco si sono incontrati e hanno aperto uno studio di design?
Tutta colpa del design, si potrebbe dire. Ci siamo incontrati a Milano a un corso di Design Direction della Domus Academy nel 1996, e solo nel 2003 abbiamo deciso di condividere vita e lavoro, dirigendo insieme Ondesign, che Olav aveva fondato nel 1995 ad Amburgo.

In che modo s’incontrano il design e la grafica nella progettazione e a che tipologie di progetti possono dar luce?
Interpretiamo ogni progetto con punti di vista diversi e complementari. Offriamo consulenza strategica ad aziende sviluppando visual identity, come ci piace definirla, che comprende corporate e comunicazione bidimensionale con nome, logo, lettering, modulistica, sito web, brochure, prodotti editoriali e si completa in tridimensionale con lo sviluppo del prodotto, dello stand, dell’arredamento dei punti vendita e l’organizzazione di eventi e mostre.

Il logo del vostro studio, una mano che include un cuore, esprime il vostro “motto”. Che cosa significa per voi progettare con mano e cuore?
Il motto “con mano e cuore” è in italiano da sempre, prima che lo studio avesse questa conduzione italo-tedesca, perché secondo Olav in questa lingua aveva più forza. Significa progettare usando la sapienza del fare e quella emozionale.
Olav Junke e Francalma Nieddu
Per il design festival di Amburgo nel 2006 avete realizzato delle installazioni chiamate Reading (Design) Island, che costituivano delle postazioni per rilassarsi e leggere libri di design. Relax culturale e attenzione al linguaggio del design?

Le Reading (Design) Islands non volevano essere la risposta univoca a cos’è il design, ma una selezione di dieci libri della nostra biblioteca personale per presentare aspetti di uno stesso linguaggio che prende forme completamente diverse, oscillando fra arte, arredamento, design di prodotto ed elementi di comunicazione. Toccando argomenti per noi importanti come la sostenibilità e l’esempio di grandi designer icona come Bruno Munari e Achille Castiglioni. Un piccolo libro-catalogo ha raccolto lo sviluppo del progetto delle sedute-isola e le schede introduttive ai dieci libri selezionati con le nostre riflessioni. Il logo ha vinto un Eulda 2007.

A settembre dello scorso anno siete stai ospiti della Triennale con una mostra collettiva itinerante: Message On the Bottle. Da cosa è nata l’idea di mandare un messaggio non più nella bottiglia ma tramite essa? E perché una mostra itinerante?
Ci piaceva l’idea di coinvolgere tutti i nostri amici designer a dare il loro personale messaggio al mondo in forma di etichetta o di altra forma espressiva, unico vincolo una bottiglia di buon vino come supporto. E itinerante perché la tradizione vede i messaggi in bottiglia seguire un lungo viaggio prima di arenarsi. Così, dopo tappe in varie città europee, la mostra approderà a Randazzo, in Sicilia, al Museo del vino, della vite e dell’etichetta, del quale stiamo curando l’allestimento. Cinque i premi di design ricevuti per questa mostra: un EDAwards 2008 a Stoccolma, un Pentawards 2008 a Monaco, e tre Mediastars 2008 a Milano.
Il logo dell'iniziativa reading (design) islands
Molti dei vostri progetti partono da un’idea e successivamente mirano a coinvolgere tutta la vostra “rete” di conoscenze, come Message On the Bottle. Quanto è importante la collaborazione tra designer? E come nasce un progetto corale?

La collaborazione per noi è importante: ogni giorno lavoriamo mettendo a confronto nel nostro piccolo due culture di progetto e di vissuto, che si contaminano ulteriormente con l’apporto degli altri membri del team dello studio. E coinvolgiamo quando possibile designer e specialisti in ogni campo che fanno parte della nostra rete di contatti internazionale. Un progetto corale nasce dal saper rispettare la professionalità di ognuno e di saper gestire il processo d’integrazione di varie competenze come una parte importante del progetto, in ogni campo di applicazione.

Avete appena vinto il primo premio del concorso per la nuova veste grafica della rivista “Gap Casa”. Su che cosa avete puntato? E quali sono le caratteristiche che deve avere un buon progetto di impaginazione grafica?
Un progetto editoriale di una rivista di design e arredamento era da sempre nei nostri desideri. Abbiamo realizzato progetti editoriali di libri e brochure per i nostri clienti, e qui il target da soddisfare comprendeva noi stessi, e da questo siamo partiti per sviluppare la nuova identità della rivista. Sfruttando il nome stesso Gap, nel senso inglese, per una rivista dal motto: Fill the gap, come suggerito dal titolo del concorso. Creare la base per nuovi contenuti con un lettering e una griglia particolare: una veste grafica allo stesso tempo di forte impatto e ottimo palco per contenuti d immagini da presentare e storie da raccontare. Sappiamo che il pensiero associativo è molto più veloce della lettura. Così si cerca un giusto equilibrio tra immagini interessanti e testi ben strutturati. Uno strumento importante è l’uso dei caratteri differenziati in tipo e misura per creare vari livelli di lettura: per chi sfoglia veloce, chi salta da un tema all’altro per fermarsi leggendo solo a volte e per chi legge attentamente.

Cover del progetto grafico per la rivista Gap CasaLa domanda finale che credo vada sempre fatta a un designer è a quale progetto sta lavorando al momento, ma soprattutto qual è il prossimo…
Stiamo lavorando a progetti completamente diversi ma tutti ugualmente stimolanti. A un nuovo museo a Lueneburg, fusione di quello etnologico ed etnografico della regione, di cui curiamo l’intera immagine coordinata. Un progetto ottenuto vincendo un concorso su invito. Gestiamo lo sviluppo di uno shop concept con interior e corporate design con varianti di shop in shop per una catena di negozi per il mercato tedesco, affrontato con i principi del “design for all”. Curiamo l’immagine coordinata del rilancio di un’azienda vinicola siciliana e dei suoi prodotti, che include anche lo sviluppo di un lettering ricavato da una scritta autografa di un avo dell’epoca in stile Liberty. Inoltre lavoriamo sul libro catalogo della nostra mostra Message On the Bottle. E scriviamo di design, marketing, packaging e trend su riviste del settore italiane e tedesche.

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La recensione di Message on the bottle

a cura di valia barriello


Ondesign
Cremon, 11 – 20457 Hamburg
Info: tel. +49 4036092611; www.ondesign.de

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