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Ilaria Vinci si è aggiudicata l’ottava edizione del Menabrea Art Prize. A scegliere l’etichetta proposta dall’artista nata a Cisternino, nel 1991, tra quelle proposte da Dario Carratta (Gallipoli, 1988), Derek MF Di Fabio (Milano, 1987), Margherita Raso (Lecco, 1991) e Virginia Russolo (Conegliano, 1995), una giuria composta da Andrea Viliani, Raffaella Cortese, Luca Vitone, Diego Bergamaschi, Attilio Rappa, Danilo Ruggiero. Tema di questa edizione, il principio della falsificabilità, secondo il quale una teoria è valida quando è confutabile, ovvero la ricerca dell’errore definisce la validità di un nuovo postulato. Come applicare questa teoria a un’etichetta? Vinci ha proposto From Downtown to the Distant Future, progetto che «Apre lo spazio-tempo limitato di un’etichetta ai contorni enigmatici di un multiverso malleabile e infinito, in cui brillano milioni di soli e non esiste più distinzione fra lato superiore o inferiore, interno o esterno, fra micro- e macro-cosmo». La giuria ha riconosciuto inoltre una menzione speciale anche al progetto Infinite Variables X One Bottle da Derek MF Di Fabio, una reinvenzione del pattern grafico dell’etichetta, scomposto e ricomposto in più elementi.