20 ottobre 2003

L’arte in tv? Sì grazie, ma non così

 
di alessandra gambadoro

Mentre si dibatte in Parlamento il futuro della tv italiana, si consolida il monopolio della Sky di Murdoch nel panorama della tv satellitare. 100 canali a pagamento, dallo sport alla cucina. Peccato che per l’arte ci sia poco spazio. Questa, però, non è una novità: colpa dell’ingratitudine della “cattiva maestra” o dei beni culturali che non sanno comunicare? Cronaca di un idillio mancato…

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Considerata costantemente un argomento di nicchia, destinata a non “produrre” audience, estromessa quasi totalmente dalla tv generalista, l’arte sembrava aver trovato un proprio spazio nella televisione digitale. Neanche qui, però, ha avuto una vita facile. RaisatArt, canale interamente dedicato al mondo dell’arte, il 30 luglio scorso ha chiuso i battenti.
Procede non senza difficoltà la proposta fatta a gennaio dagli ex consiglieri d’amministrazione della breve era Baldassarre, Zanda e Albertoni, su un Tg sulle arti , la cultura e lo spettacolo, inserito come striscia quotidiana nei TgR. Lo stesso Albertoni, in un intervista rilasciata al Corriere della Sera il 20 gennaio, dichiarava che occuparsi e fare informazione sul patrimonio culturale italiano “è prima di tutto un dovere morale e di conoscenza”. Pare, dalle ultime voci, che il Tg si farà, ma che sarà focalizzato sulla letteratura e trascurerà, per conseguenza, l’arte visiva.
Scorrendo i palinsesti della tv generalista degli ultimi anni, i programmi Nam June Paik TVCLOCKdedicati al mondo dell’arte si contano sulle dita di una mano : ”Made in Italy” su Raiuno, “Art-tu e i tavoli rotondi” (la domenica dopo mezzanotte) e “Passepartout” su Raitre con Philippe Daverio, la rubrica del Tg3 ”Bellitalia”. Relegata spesso negli orari più impraticabili, l’arte sembra degna del prime time solo quando ad occuparsene, talvolta, sono Piero Angela sulla Rai o Alessandro Cecchi Paone con “La macchina del tempo” su Retequattro. Poche e sporadiche trasmissioni ogni tanto appaiono nell’offerta de La7.
Le cose sembrano andare meglio nella televisione satellitare, nata proprio con l’intento di soddisfare le “esigenze di nicchia”. Ma dov’è finita l’arte nel regno di Murdoch? C’è qualche programma sparso qua e là sui canali Alice e Leonardo. Rimane a tenere alta la bandiera il canale di Stream CultNetwork , che si occupa non solo di arte ma di cultura e comunicazione in generale.
RaisatArt è stata chiusa, certo, e noi provocatoriamente ce ne dogliamo solo in parte: un canale televisivo interamente dedicato all’arte è già una conquista e come tale va strenuamente difesa per principio. Il rapporto tra arte e tv, però, non riguarda solo la quantità dello spazio all’arte dedicato, ma anche la qualità di quello che viene proposto: l’arte bisogna saperla raccontare e su di essa bisogna saper informare. Che vuol dire andare oltre i consolidati e spesso soporiferi documentari (che costituivano la principale offerta di RaisatArt), capaci di neutralizzare l’attenzione anche degli spettatori più motivati.
notoOccorre proporre nuovi format, che puntino anche sulla narrativizzazione del mondo dell’arte , ovvero sulla capacità di raccontare storie e che sappiano proporre nuovi punti di vista. Occorre sperimentare modalità innovative nella regia, nel montaggio, nelle inquadrature, sottolineare gli aspetti che possano catturare l’attenzione di un’audience comunque competente.
L’informazione sull’arte, invece, dovrebbe imparare ad esser veramente tale; non deve limitarsi ai redazionali che garantiscono visibilità mediatica alle grandi mostre, ma dare voce alle realtà culturali, artistiche ed alla caleidoscopica offerta espositiva del nostro paese.
I beni culturali e l’arte diventano notizia solo quando assumono la dimensione dell’evento, sia esso una grande mostra, un furto, un restauro o una calamità che si abbatte sui beni del nostro paese come nel caso del Duomo di Noto, o della Basilica di Assisi (nelle foto). Solo così si adattano alla logica del newsmaking massmediatico. Chi conosce invece il lavoro e l’impegno profusi in seguito per ricostruire la Basilica di Assisi e gli altri monumenti danneggiati dal terremoto?
Proprio un programma di informazione artistica, F.A.D.(Fashion and Design), rubrica dedicata a cultura, moda e spettacolo del nuovo canale satellitare all news SkyTg24, è stato premiato l’11 settembre scorso con il premio la ‘Ginestra d’oro’ nella sezione giornalismo. Il programma, nato da un’idea di Natasha McQueen, già tra gli autori dei programmi principali di Cnn International, si propone di informare su quanto diassisi interessante accade nel fine settimana, facendo una panoramica sugli eventi d’arte e cultura nel nostro paese. Dal Museo dell’Ulivo alle sfilate dei moda, dal design al cinema, dalla Biennale di Fotografia ai concerti: la trasmissione riesce a dare un quadro abbastanza ricco e variegato degli eventi culturali italiani.
Comunque, a parte il fatto che rimane un’eccezione e un caso isolato nell’offerta televisiva, c’è da porsi una domanda che emerge schietta già dal titolo, Fashion e Design: è possibile rivolgere attenzione all’arte solo quando gli eventi artistici vengono accostati ad argomenti più “cool” quali moda e design, inseriti in un unico concetto-calderone che tutto racchiude?
I rapporti tra arte e tv non sono mai stati facili ma non si può attribuirne la colpa solo ai media , anche i beni culturali e le istituzioni artistiche ne hanno una buona dose: spesso non vogliono o non possiedono le competenze adatte per comunicare e promuovere la propria immagine. Probabilmente non hanno ancora capito l’importanza strategica che ormai la comunicazione ha per la loro effettiva fruizione e valorizzazione, concetti chiave della loro gestione, tante volte oggetto di dispute e controversie interpretative.

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www.cultnetworkitalia.com 
www.skytv.it

[exibart]

7 Commenti

  1. Certo che se chi si occupa d’arte considera soporiferi documentari rarissimi, che si potrebbero acquistare solo in sperduti bookshop (e non in Italia naturalmente), documentari che parlano d’arte ma che sono già a loro volta una testimonianza importantissima dell’approccio all’opera che cambia con l’evolversi della comunicazione (sono soporiferi anche i Critto-Film di Ragghianti?), allora veramente non ci meritiamo di più di NonSoloModa e co.
    l’ultimo glorioso giorno di RaiSat Art si è concluso con la messa in onda del bellissimo documentario Le mystere Picasso di Clouzot…roba da pensionato suppongo…e meno male che abbiamo la pretesa di non scordare l’esistenza della video arte, che non è sicuramente nata dal nulla.

  2. Purtroppo appena seppi che RaisatArt chiudeva i battenti mi sono subito indignato, anche perché essendo abbonato alla TV satellitare uno dei motivi che mi avevano spinto a farlo era quello di vedere programmi di arte. Ma evidentemente alla RAI non sanno più cosa significhi fare una trasmissione decente sull’arte, e lo dico alla mia conterranea Nunziata. Se si estromette l’arte e la cultura artistica, in generale, si estromette anche lo spirito umano che nell’arte trova sicuramente una delle espressioni più alte dell’uomo. Ma l’audience non guarda in faccia nessuno…peccato. Speriamo che si accorgano della pornografia quotidiana che si trasmette ogni giorno in televisione e a orari in cui i bambini sono ancora vivi e vegeti, e la RAI non fa eccezione. Presidente della RAI, VERGOGNATI!

  3. Anche a me manca molto il ‘poco’ e troppo spesso replicato di RaiSatArt. Non fraintendetemi, perchè guardando anche alla programmazione di altri canali come Leonardo o RaiSatPremium, esiste comunque una certa rindondanza, comunque tra tanti ‘qualcuno’ ha deciso che al muro dei condannati andasse proprio RaisatArt…Mi viene da pensare quali siano i ‘metodi’ per cercare di farla risorgere e non mi vengono molte idee, certo, un buon direttore artistico (che non deve essere necessariamente un critico d’arte più o meno impelagato politicamente…) penso che potrebbe aiutare.Così come avere una piccola redazione che faccia da ‘collettore’ alle varie segnalazioni che arrivano da tutto il mondo su mostre, iniziative, pubblicazioni etc.etc e magari pensare ad un piccolo TG.
    Probabilmente questa mia visione di come dovrebbe funzionare un canale è molto semplicistica, da profano del mestiere e me ne scuso, ma nonostante qualche programma qua e là per Sky non basta a sopperire alla mancanza e mi piacerebbe che i signori ‘del servizio pubblico’ (e qui contesto l’ingiustizia del canone Rai) ci mettessero una pezza…
    Cordialmente
    Gaudì

  4. Quali sono i canali monotematici che godono di maggior successo? Qualche nome tipo Sailing channel, Nuovolari e pochi altri. Perchè? Perchè trasmettono immagini belle per tutti (sailing channel più di nuvolari) perchè anche se si tratta di regate o di corse di auto o moto il taglio è sempre dinamico.
    Quanti sono disposti a guardarsi un interessante documentario d’arte, molto bello, molto espressivo, ma nel 99% delle volte strapalloso? Piacerà sicuramente ai vari appassionati d’arte che però non fanno audience.
    Quindi ben vengano i vari “non solo moda”, almeno uno non si addormenta. Per vedersi gli approfondimenti strapallosi si può usare internet, mezzo che ognuno usa con i propri comodi.
    Saluti
    Mario Bucolo
    http://www.museumland.com

  5. Se fosse come tu dici RaiSat Art sarebbe esistita per molto meno tempo ed evidentemente di appassionati d’arte c’è n’è qualcuno più di uno, insieme ad un gruppo di persone che sanno apprezzare un buon prodotto; e RaiSat Art, pur senza esibire fidanzate famose e molto glamour, sapeva esser un canale all’avanguardia nell’informazione e più che completo nei contenuti.
    Io penso che l’arte non sia per tutti, non è un hobby da coltivare i fine settimana o da relegare ad un’ora in un museo qualsiasi per dare un’impronta impegnata ad una vacanza, o per riempire il tempo di comitive di pensionati. L’arte non è un mercato all’ingrosso e non tutti se ne possono occupare, sicuramente nessuno a cui siano necessari i compromessi.
    Quando acquisti un libro ti importa molto della grafica della copertina? Appunto.
    A tutti gli altri lascio NonsoloModa.

  6. Aggiungo un’altra cosa: ma qual’è il senso del digitale? e dei canali tematici? Io pago una cifra non indifferente ogni mese e in mezzo al marasma di proposte trovo anche quello che fa al caso mio e che deve interessare tutti quelli che cercano quello che io voglio. Perciò se mi interessa RaiSat Art posso anche constatare che Nuvolari ha delle belle immagini, molto ben confezionato,che Gambero Rosso è proprio patinato, con gustose ricette, che Disney Channel è molto simpatico e quanti bei cartoni… ma non è quello che cerco.

  7. sono una scultrice e amavo seguire raisatart e sentivo l’ arte e gli artisti più vicini a me
    era come parlare la stessa lingua e confrontarmi con artisti di tutto il mondo,e in più a casa mia comoda e rilassata.vedere picasso che dipingeva nel suo atelier o dali con le sue debolezze umane,o le grandi opere di christo,grazie, ci avete regalato grandi emozioni,speriamo che qualcuno che comanda capisca che l’unica cosa che di bello è rimasto a questo mondo è l’arte e la libertà di sognare e di creare.adesso mi sento molto più sola.

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