18 gennaio 2005

fino al 28.II.2005 Ciao! Manhattan Padova, Perugi

 
Pausa di riflessione? Semmai un momento di transizione. Certamente la collettiva di artisti emergenti operanti a New York dice soprattutto di un rapporto che si va consolidando con la Grande Mela. Luogo di indagine, sperimentazione, scambio e confronto...

di

Ciao! Manhattan è soprattutto un arrivederci alla prossima perché è in collettive del genere che, per solito, si cercano e si testano possibili collaborazioni future.
Ad iniziare dal curatore, quel Joseph R. Wolin, attivo a New York, che con la mostra itinerante Ask the dust ha affermato sulla scena americana il collettivo canadese Royal Art Lodge e i suoi componenti, da Neil Farber a Dumontier, da Dzama a Langlois, punti saldi nella scuderia della galleria padovana.
Il concept della mostra è semplice: la pittura, per istinto di conservazione, si aggrappa saldamente alla classicità che, in America, è rappresentata da Andy Warhol. Siamo tutti figli di Warhol insomma ma, soprattutto, non abbiamo più paura di ammetterlo,Enoc Perez messa da parte l’ansia di rincorrere la rivoluzione a tutti i costi che ha caratterizzato il XX secolo. Ed ecco che allora il campo di citazione facilmente si allarga dalla Pop Art al Minimal, dall’Espressionismo astratto all’astrazione, dall’arte barocca a quella fiamminga fino alla agiografia trecentesca. Si va da Dürer a Tiepolo, da John Gould a Morandi. Spesso sono i contenuti a fare la differenza, quelli tratti dalla cronaca contemporanea, la società dei consumi, lo star system; altrove invece è proprio la sottrazione di tutto questo immaginario a generare inediti significati metafisici ed iconoclasti.
Ecco dunque la ruvida pittura di Enoc Perez, con le sue nature morte tratte dalle etichette dei prodotti di consumo e i suoi decadenti alberghi portoricani degli anni ’50 realizzati con pastelli ad olio, ecco i canarini ripetuti ossessivamente da Ann Craven (recentemente in mostra da Paolo Curti a Milano). Pieter Schoolwerth sembra aver raffreddato la vena surreale che lo portava alla deformazione della figura umana e qui si presenta in una veste più intimista, mentreMarc Handelman l’origine delle opere aniconiche di Marc Handelman sta nelle drammatiche vicende militari contemporanee mediate attraverso le suggestioni dei paesaggisti romantici.
Ryan Steadman parte da una geometria rigorosa e colori piatti; basta una figura, quasi scolpita in superficie con la materia pittorica, a trasformare lo sfondo in strada, pista, muro, in una atmosfera spiazzante ed ironica. Da ultima Helen Sadler ribalta il mondo di Elizabeth Peyton raffigurando, in luogo delle rock e pop star della musica, i loro fans in estasi delirante di fronte, si intuisce, ai loro eroi; lo fa con una pittura in b/n, su supporti le cui misure corrispondono a quelle delle istantanee fotografiche, di cui la tecnica riproduce efficacemente le suggestioni.
In conclusione una mostra interessante nel dettaglio che però evidenzia dei limiti nel suo complesso, mancando di mordente e incisività, finendo per essere sopraffatta dallo spazio della galleria padovana, che chiede di essere affrontato sempre con aggressività e pianificazione rigorosa.

alfredo sigolo
mostra visitata il 6 gennaio 2004


Ciao! Manhattan
Padova, Perugi artecontemporanea, via giordano bruno 24b
Dal 18.XII.2004 al 28.II.2005
orario di visita: 14.30-20.30;mattina e festivi su appuntamento
ingresso libero
per informazioni: tel/fax 0498809507,
e-mail perugicontemp@libero.it


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