01 dicembre 2011

resoconto Ian Tweedy Roma, Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia

 
Gli esordi del giovane Ian Tweedy, ripercorsi in una monumentale performance per Spirito Due sulle le tracce del passato da writer. Con i curatori Ciarallo e Pratesi un'insolita caccia al graffito...

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Per il terzo appuntamento di SPIRITO DUE, Giubilarte Eventi chiama l’artista tedesco Ian Tweedy (Hahn, Germania, 1982. Vive a New York) a confrontarsi con lo straordinario spazio dell’ex ospedale di Santo Spirito in Sassia. La risposta è stata Retracing my steps, performance painting a cura di Valentina Ciarallo e Ludovico Pratesi, realizzata e presentata il 25 novembre con un’intensa affluenza di pubblico.
La scelta dell’artista è quella di inserire un’imponente quinta nella parte terminale dell’aula e di sfidare se stesso in un corpo a corpo con la superficie da dipingere: un’intensa resa dei conti con il proprio passato. Le immagini degli anni giovanili da graffitista metropolitano di Tweedy, scorrono e si intrecciano sulla grande parete bianca, fornendo lo spunto all’ispirazione gestuale e pittorica dell’artista. Due secchi di pittura grigio scuro all’estremità dello spazio e altrettanti pennelli a punta circolare agganciati ad aste di due e sei metri circa, sono gli strumenti a sua disposizione. Nei secondi di permanenza di ogni immagine Tweedy sceglie i segni da ricalcare e conservare nella sua opera murale: privilegia le tag e le mistilinee dei graffiti; i volti dei suoi amici e i loro cappucci; lo skyline di colline e paesi; la realtà urbana di stazioni, cantieri e muri illegali.
E i segni prodotti, mano mano si fondono con i nuovi contesti integrando le diverse dimensioni temporali. Il lavoro è continuo e instancabile, senza sosta per due ore e tutto il corpo è coinvolto nel guidare il pennello con estrema precisione. Il tratto non è sempre costante, talvolta lascia segni lievi, ma l’artista non sembra curarsene: non intinge il pennello una volta di più del necessario. L’intera operazione performativa è concentrata sull’universo Tweedy, il rapporto con il contesto è vissuto nell’aspetto dimensionale, mentre quello visivo è rimandato al momento conclusivo. La religiosa e adorante attesa del pubblico, sostenuto da pizza bianca del borgo e birra, termina con l’immagine di nubi infuocate dal sole.

L’artista si allontana e guarda il suo lavoro, poi raccoglie il pennello e lascia spazio al grande murales nel rapporto con l’aula illuminata. Il risultato è lo specchio dell’evoluzione artistica di Tweedy: la precisione dei graffiti lascia spazio all’incompiutezza della realizzazione e del tratto, privilegiando la componente concettuale e performativa; lo spazio è privilegiato e assolutamente legale; l’opera nasce da un processo di ispirazione continua e non da un progetto iniziale definito. Senza essere oggetto di una guerra tra bande, il murales è visibile solo per un paio di giorni. Molto meno della vita media di un semplice graffito.
I due instancabili curatori propongono per il giorno successivo un tour per visitare alcune delle più significative opere di street art, disseminate per la città di Roma. Tweedy ha passato qui una parte della giovinezza anche se non restano tracce della sua attività di writers. Il percorso è accompagnato dalle spiegazioni e dagli appassionati racconti di Alessandro Gianvenuti (Roma 1974), artista con un passato da graffitista e dello storico dell’arte e curatore artistico Simone Pallotta che con la sua organizzazione Walls lavora per promuovere il Writing come forma di Arte Pubblica da utilizzare nella riqualificazione urbana. L’itinerario è ricco di scoperte e suggestioni: si comincia con il muro legale di via degli Ausoni, con graffiti e murales realizzati nel 2010, con il consenso dei Cavalieri di Colombo. Il progetto ha visto coinvolti importanti writers come Lucamaleonte, Hogre, Omino, Honi, Hitnes e Mr Kleura e l’artista figurativa Alice Pasquini, a cui è stato invece commissionato il tratto di muro su via dei Sabelli. Si prosegue con il manuale di graffitismo dell’ex Snia, con realizzazioni che vanno dai graffiti storici di Snoopy e Kemh fino ad alcuni freschi di realizzazione o ancora incompiuti. Immancabile la tappa al Forte Prenestino che ospita un interessante lavoro murale in tandem degli artisti Blu e Hitnes e nel quale ogni parete è ricoperta da graffiti ad aerografo, graffiti tradizionali realizzati con spray e murales.

Un fuori programma ci porta alla Rampa Prenestina dove il giovane artista Lucamaleonte sta lavorando con alcuni studenti. Lo spettacolo è davvero sorprendente: una spirale di graffiti “a regola d’arte”, tra cui spiccano quelli dello stesso Lucamaleonte, di Diego Miedo, Zolta e Phen. L’edificio, che ha ospitato nel 2008 l’importante esposizione Writing & Fotografia a cura di Walls con la storia del graffitismo romano e della sua documentazione fotografica, si presenta come uno degli spazi a maggiore potenzialità artistica della Capitale. A tour terminato si torna a casa nei vagoni della vecchia metropolitana, ricchi di graffiti: “farsi un treno è il godimento massimo per un writer”, ha detto Gianvenuti, ed ora almeno le persone presenti al tour guarderanno la città in modo diverso.

mariangela capozzi
mostra visitata il 25 e 26 novembre 2011

25 e 26 novembre 2011
Ian Tweedy – Retracing my steps
Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia
Borgo Santo Spirito, 2 – 00193 Roma
Info: Giubilarte S.r.l. – tel. 06 68 352433 – 06 68210854  fax. 066893072
info@giubilarte.it   www.giubilarte.it
 
 
 
[exibart]

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