12 settembre 2015

Fino al 31.X.2015 Simone Cametti, Alessandro Piangiamore, Arte Contemporanea lungo il Percorso della Battaglia, Cassino

 

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Questa è la storia del generale Anders e dell’esercito polacco che, nell’inverno del ’44, ha combattuto a Cassino, un luogo noto agli annali della Seconda Guerra Mondiale per gli scontri sulla linea Gustav. Qui in pochi mesi si sono fronteggiate più di venti nazioni e a perire sono state (oltre alle vite umane), la cittadina e la sua splendida abbazia. Ma torniamo alla storia di partenza, che è il motivo per cui su una rivista di cultura contemporanea si racconta di un fatto storico avvenuto mezzo secolo fa. Nel Percorso della Battaglia l’esercito Polacco si è battuto per la difesa di una patria mai più raggiunta e il cimitero, posto su un’altura poco distante l’abbazia, ne è muta testimonianza. 
Oggi questa trincea della linea Gustav è stata riaperta al pubblico dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, supportato dal progetto ABC che ha come obiettivo la promozione e la riscoperta di luoghi fin ora ingiustamente nascosti o poco valorizzati. Sul percorso, che corre tra boschi di querce e massi di roccia segnati dalle tracce dei corpi militari, sono già presenti opere del passato: la prima, il relitto di un carro armato distrutto dai tedeschi e poi trasformato in un monumento a ricordo dei soldati polacchi caduti. La seconda, una croce realizzata con i cingoli del carro. Questo è il contesto storico e geografico dove intervengono Alessandro Piangiamore e Simone Cametti, chiamati da Claudio Libero Pisano. La scelta del curatore non è casuale: sarebbe stato sicuramente pericoloso selezionare due artisti la cui riflessione è legata alla storia e al racconto della memoria. E invece entrambi, in modo diverso, hanno un solo punto di interesse: la materia e la dimostrazione che questa non è mai statica, neanche in apparenza. 
Arte Contemporanea lungo il Percorso della Battaglia, vista della mostra, © Giovanni De Angelis
Simone Cametti (Roma, 1982), è uno scultore e il suo lavoro parte sempre dall’idea di dissimulare un materiale dato, trasformandolo radicalmente. In questo caso, riflette sul “labor” delle api costruendo la sua arnia in una posizione non casuale rispetto a quella dell’obelisco: poco più in basso, dritto nella sua visuale. L’artista sta ragionando sulle api da un po’ di tempo: una recente performance all’Expo di Milano è stata l’occasione per analizzare il favo, trasformato dall’azione del corpo umano. Così, attraverso la masticazione, la pappa reale si divide dalla cera. In questo caso la presenza delle api diventa una delicata metafora sulla rigenerazione, sul ripopolamento di uno spazio. 
Per presentare il lavoro di Alessandro Piangiamore (Enna, 1976), occorre fare un passo indietro: nel 2011 alla Galleria Magazzino d’Arte Moderna di Roma si era svolta la performance Attorno a una conchiglia vuota, durante la quale quattro persone sollevavano una lastra di cemento per circa due ore, facendo attenzione a non far cadere l’acqua raccolta in una conchiglia incastonata al suo interno. Nel 2015 tornano le lastre e a dare il “là” in questo caso non è più la conchiglia, ma fiori che resistono alla colata del materiale bituminoso. La vittoria di una delicata purezza. 
Eleonora Minna
mostra visitata il 2 luglio
Dal 2 luglio al 30 ottobre 2015
Simone Cametti, Alessandro Piangiamore
Arte Contemporanea lungo il Percorso della Battaglia
Percorso della Battaglia
, Cassino

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