19 luglio 2016

Fino al 22.VII.2016 Heinz Mack. The visible reminder of Invisible Light Cortesi Gallery, Lugano

 

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La mostra monografica di Heinz Mack (Lorral, Germania,1931): “The visible reminder of Invisible Light”, presso Cortesi Gallery, propone una raffinata selezione di opere risalenti agli esordi dell’artista negli anni Cinquanta e ai due decenni successivi. Ed è il limite temporale a permettere di cogliere gli imprescindibili legami dell’evoluzione stilistica di Heinz Mack con la contingenza storica: dall’esasperato bisogno di negare la soggettività nell’azzeramento formale del dopo guerra agli sviluppi costruttivi dei decenni seguenti che ipotizzano nuove relazioni con il mondo in nome della luce. E proprio la luce, ricorrente nella sua ricerca artistica, sarà il medium della liberazione progressiva dalla prigione della soggettività verso quell’assoluto in cui tutto può divenire. 
Dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, anche in campo artistico urgeva una purificazione da tutte le forme, i linguaggi e le prospettive precedenti partorite da un’umanità’ in declino che non poteva che azzerarsi prima di ripartire. Questo lo spirito del GRUPPO ZERO, movimento di cui Mack fu fondatore con Otto Piene, che, prendendo le distanze dal linguaggio gestuale dell’espressionismo astratto europeo e americano dominante nella scena artistica degli anni Cinquanta, era alla ricerca di quella rarefazione formale, di quel punto zero, appunto, in grado di porre le basi di un nuovo inizio. 
Vista della mostra, Heinz Mack. The Visible Reminder of Invisible Light, Cortesi Gallery Lugano, photo by Ginevra Agliardi
Mack comincia il suo personale lavoro di depurazione estetica con le Dynamische Strukturen, griglie in bianco e nero che frammentando la superficie pittorica bloccano l’usuale visione unitaria a favore di inedite fruizioni dinamiche. Passo ulteriore aldilà delle norme della prassi artistica sono i Lichtrelief del 1958-59, griglie tridimensionali in alluminio innestate su un supporto in legno, dove la luce riflessa dalla superficie monocromatica ne modula di volta in volta l’aspetto. L’opera d’arte non è più il condensato spazio-temporale immobile di una soggettività di cui deve essere espressione fedele, ma un’entità autonoma e aperta in balìa degli ambienti e degli sguardi che attraversandola la completano sempre in modo diverso. Con gli Schlitz Relief l’inserimento di intercapedini nel piano crea un gioco di contrasti tra luci e ombre che distorce, rifrange, moltiplica le immagini riflesse fino a dissolverle nell’astrazione di un assoluto accecante in cui ogni punto di riferimento abituale è annichilito, ogni certezza abolita. Il superamento della prospettiva soggettivistica nella pura oggettività non è però che il preludio distruttivo della formulazione attraverso l’arte di ipotesi costruttive di un mondo, di un Io aldilà di quel Soggetto capace di generare mostri. E la ricostruzione che segue il tanto invocato collasso dei canoni formali parte, per Mack, dalla ricerca di un contatto purificato con la natura incontaminata come modello di altre possibili relazioni future. Nel video esposto Tele-Mack (1968), l’artista munito di una speciale tuta riflettente posa nel deserto del Sahara le sue strutture specchianti che grazie al medium della luce creano una sorta di unicum cangiante in cui io-opera-mondo si compenetrano e si corrispondono disegnando nuove ipotesi di mondo fluido, modellato dal divenire imprevedibile come il vento che increspa la sabbia degli affascinanti Sandrelief.
Martina Piumatti
mostra visitata il 2 giugno 
Dall’11 maggio al 22 luglio 2016
Heinz Mack. The visible reminder of Invisible Light
Via Frasca, 5 – 6900 Lugano, Svizzera
Cortesi Gallery
Orari galleria: lunedì – venerdì: 10:00-18:00
Info: www.cortesigallery.com;  info@cortesigallery.com

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