07 gennaio 2018

Finissage Mark Dion, Alla ricerca di Sir William Hamilton Palazzo Ducale, Martina Franca

 

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Lo splendore aristocratico di un palazzo ducale settecentesco entra in relazione con un frammento di storia del collezionismo illuminista e Mark Dion a Martina Franca va alla ricerca di sir William Hamilton, ambasciatore inglese alla Corte di Napoli tra il 1964 e 1798. Vulcanologo e collezionista, conquistato dalla capitale borbonica, Hamilton associava al suo ruolo istituzionale la passione per l’arte. 
La mostra, approda nelle sale del piano nobile del Palazzo di Martina Franca dopo essere stata esposta a Villa Pignatelli a Napoli e, in questo caso, il nesso va ricercato nella finestra temporale – il Settecento è anche l’epoca d’oro del Palazzo Ducale – e in una connessione musicale. Il maestro di musica della seconda moglie di Hamilton, Emma Lyon, donna affascinante dal passato burrascoso e amante dell’ammiraglio Nelson, fu Giuseppe Aprile (1735-1813), lo “Sciroletto”, musicista, cantante e compositore di Martina Franca, idolo di Napoli. Nonostante le relazioni siano labili rispetto alla mostra napoletana, anche qui Dion sviluppa un cortocircuito tra tempi e concetti in una dialettica tra ciò che vero e ciò che falso, tra reperto e ready made, tra conservazione e perdita. Il desiderio, la passione, l’erudizione, erano le coordinate del collezionismo di Lord Hamilton ed entrano in relazione con il presente, in un paradosso che consente una riflessione sullo scorrere del tempo e sulle storie ignorate.
Dion posiziona nella prima sala una bacheca delle “meraviglie”, evocazione dei calchi dei piccoli oggetti che Hamilton faceva realizzare prima di donare i suoi pezzi al British Museum mettendo in discussione la distinzione tra i metodi scientifici per la classificazione dei sistemi archeologici, biologici, museologici e le influenze irrazionali e soggettive. In questo armadietto dispone ordinatamente le sue Impressioni napoletane, impronte bianche in gesso di chiavi, spine per la corrente e blister di pillole raccolti nelle strade della città. Una riflessione sull’idea di reperto, connessa al tema della conservazione e dell’oblio.  
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Mark Dion, Le interpretazioni di Lady Hamilton, 2013
Riesuma anche i fantasmi che perseguitarono Hamilton dopo il naufragio della HMS Colossus, la nave colata a picco con la sua preziosa collezione di pezzi antichi. Una perdita insuperabile che Dion surrogata da una serie di finti vasi antichi coperti da incrostazioni marine e chiusi dentro bacheche da museo archeologico. Simula un ritrovamento che riscrive la storia, ma non cancella l’incubo della nave sommersa e della perdita del suo prezioso carico. C’è anche un omaggio al teatro nel piccolo palchetto con drappi rossi collocato nella sala dedicata alla moglie di Hamilton che si esibiva nelle vesti di dee e grandi donne del passato nella sua casa di Posillipo. E la passione per classificazione scientifica di William Hamilton è richiamata dai sessantaquattro acquerelli dedicati ai pesci del golfo di Napoli che Dion ha dipinto dal vero con i suoi assistenti nei giorni del suo soggiorno nella capitale partenopea con un’attenzione alla varietà delle specie e all’ecologia. Sono chiusi in un armadio con gli sportelli intarsiati in un repertorio documentario, molto lontano dalle immagini degli animali ipercolorati che raccontano con ironia la passione del gentiluomo Hamilton per la caccia praticata nella riserva di re Ferdinando IV.
La mostra è organizzata, dalla Fondazione Morra Greco, da “Italiadecide”, dall’Enciclopedia Treccani e dal Comune di Martina Franca ed è uno degli appuntamenti che anticipano la “Biennale delle memorie 2018”. 
Marinilde Giannandrea
Mostra visitata il 2 dicembre 

Dal 9 novembre 2017 al 7 gennaio 2018
Mark Dion, Alla ricerca di Sir William Hamilton
Palazzo Ducale Martina Franca
Piazza Roma, 28, 74015 Martina Franca (TA)
Orari: sabato e domenica 10-12 e 17-19
Info:www.italiadecide.it

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