12 giugno 2018

Fino al 30.VI.2018 Victor Of Democracy, Andrei Molodkin Castello Svevo Di Barletta Victor Of Pain, Vettor Pisani Fondazione Pomarici-Santomasi, Gravina Di Puglia

 

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Da sempre la Puglia è terra d’incontri e contaminazioni. Un ruolo che non cessa di avere anche oggi, contaminando  paesaggi e luoghi storici tra i più belli d’Italia con installazioni di arte contemporanea, non di rado di vocazione internazionale. Una programmazione vasta orchestrata da molteplici attori istituzionali e non, che oggi ambisce ad avere una formula di raccordo attraverso il progetto “Puglia. Circuito del Contemporaneo” ideato da Giusy Caroppo e vincitore del bando triennale della Regione Puglia per la cultura. Obiettivo dichiarato del progetto, ambizioso quanto auspicabile, è quello di “costruire stabilmente sul territorio pugliese un marchio di riferimento per l’organizzazione di eventi d’arte contemporanea, prevalentemente all’interno dei siti di rilevanza storico-artistica e paesaggistica, muovendo dall’idea di museo temporaneo diffuso”. Dopo la presentazione ufficiale al Teatro Curci di Barletta lo scorso 10 gennaio, il progetto ha avuto ufficialmente il via con due mostre d’eccezione: Andrei Molodkin (Boui, Russia, 1966) al Castello Svevo di Barletta e Vettor Pisani (Bari, 1934 – Roma, 2011) alla Fondazione Pomarici Santomasi di Gravina.
Due interventi distanti nei postulati ma insistenti entrambi sul vasto piano del concettuale, visibili fino al 30 giugno. Opere di due artisti assai diversi che però riescono a dialogare nella congiunta dote della qualità. Realizzata in collaborazione con Galleria Pack di Milano e A/Political di Londra, “Victory of Democracy”, nuova personale di Andrei Molodkin, rappresenta un’analisi lucida e implacabile della decadenza socio-politica dell’età contemporanea. Ad accogliere il visitatore è la grande installazione Government: dieci lettere in ferro annerito in caduta libera, ciascuna alta tre metri e pesante 650 chili. 
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Victor Of Democracy, Andrei Molodkin Castello Svevo Di Barletta
Allestita a Barletta, negli spazi verdi annessi al Castello Svevo, superbo maniero noto per ospitare nel rinnovato lapidario il busto di Federico II, puer Apuliae e stupor mundi, l’installazione è collocata all’ingresso, nel cuore della villa comunale, un luogo ad alta partecipazione, scelto dall’artista affinché l’opera potesse essere vissuta e partecipata. Un’installazione ambientale che allude alla decadenza della politica, alla malcondotta nella gestione della res pubblica, con molteplici possibili letture, prima su tutte “game over” (a cui alludono le prime cinque lettere), allusiva della fine del governo, nazionale, comunitario, mondiale. Nei sotterranei del castello, in un percorso concentrato e minimale, ad alto impatto emozionale, due installazioni multimediali e sinestesiche mostrano tutta la qualità del lavoro dell’artista. Sistemi di pompe e compressori creano strutture animate, simili ad organismi viventi, in cui i liquidi (sangue o petrolio) si muovono densi, colorando le scritte “Democrazia” e “Vittoria”. Evidente è la critica alla civiltà contemporanea, in pieno declino, tra disparità sociali (il sangue dei migranti) e i conflitti politici ed economici (il petrolio). La Nike di Samotracia, antico emblema di vittoria antica, carico di valori, cessa di essere visione positiva per trasformarsi in un’oscura metafora del trionfo del non senso, della brutalità e della disumanizzazione. Alla discrepante tragicità del tutto contribuisce anche il castello, affascinante contenitore ma anche luogo bellico, nelle cui sale si riverberano i suoi meccanici, primo su tutti lo stop della pompa che interrompe improvvisamente il bip da encefalogramma bloccando l’inquietudine dell’attesa e determinando un colpo improvviso, al tempo stesso apice dell’ansia e consumarsi della tragedia. Il freddo degli ambienti, infine, richiama quello dell’obitorio, completando un progetto sinestesico assai tragico, che coinvolge in modo totalizzante lo spettatore. 
Se l’intervento di Molodkin si fonda sulla politica quello di Vettor Pisani punta all’alchemico e alla trascendenza. Allestita in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli (curatela esecutiva affidata a Giuseppe Arnesano) nella chiesa rupestre sottostante il settecentesco Palazzo-Museo della Fondazione Santomasi a Gravina, “Victor of pain” evoca il dolore individuale e collettivo, sintetizzato nell’immagine condivisa ed evocativa della Vergine nera. Sopra un pianoforte capovolto si erge la figura della Madonna Addolorata. Un grosso tubo unisce il suo cuore a quello del Cristo crocifisso posto ai suoi piedi, in un rapporto di filiazione diretta tra dolore e morte. L’installazione dialoga con gli ambienti e le atmosfere mistiche della Cripta bizantineggiante di San Vito Vecchio mentre l’inserimento di chiocciole vive collegano l’immagine della Madonna a quella di altre donne effigiate nei cinque disegni sulla parete attigua, tra evocazioni misteriche ed allusioni sessuali. La mostra, seppur contenuta, bene rappresenta il fervido immaginario dell’artista, attratto dal mondo dei Rosacroce e della Massoneria, affascinato dal culto del vuoto di Yves Klein, legato all’ironia di Duchamp e alle figure visionarie di Beuys e Gino De Dominicis. Pisani crea un universo parallelo in cui attitudini, aspettative, speranze, paure dell’essere umano si combinano in combinazioni simboliche, frequentemente instabili, infondendo il dubbio ed elevando emozioni e sentimenti a problematiche condizioni universali. 
Carmelo Cipriani
mostre visitate il 2 maggio  
Dal 25 aprile al 30 giugno 2018
Victory of Democracy, Andrei Molodkin
Castello Svevo   
Piazza Castello, 70051 Barletta (BT)
Orari: tutti i giorni, dalle 10 alle 20
Victor of Pain, Vettor Pisani
Fondazione Pomarici Santomasi 
Via Museo, 20, 70024 Gravina in Puglia (BA)
Orari: da martedi a domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20
Info: +39 3298573475
press.eclettica@gmail.com

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