24 ottobre 2018

Fino al 27.X.2018 Sergio Ragalzi MEB Arte Studio, Borgomanero (NO)

 

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L’arte contemporanea sbarca a Borgomanero con l’opera di Sergio Ragalzi. Il MEB arte studio ha inaugurato sabato 15 settembre la mostra dedicata alla serie Scimmie, realizzata dall’arista torinese nel 2003 in occasione della mostra personale tenutasi presso la prestigiosa Galleria L’Attico di Fabio Sargentini a Roma. Il ciclo pittorico, esposto in due sole occasioni, rappresenta un momento peculiare dell’iter artistico di Ragalzi: «È forte il richiamo all’Urlo di Munch, cui l’artista si è già ispirato in precedenza – spiega Marco Emilio Bertona, curatore della mostra – ma anche a Kafka e alle sue Metamorfosi.» Sin dal suo esordio negli anni ’80, l’artista torinese ha indagato la precarietà della condizione umana: a partire dalla serie delle Ombre nucleari – le sagome delle vittime proiettate a terra dalle esplosioni di Hiroshima e Nagasaki – sino a virus, feti, bunker, larve e insetti; il suo immaginario è popolato da figure che trasmutano violentemente la quotidianità in terrore: «Lavoro da sempre sull’uomo –  ha raccontato Ragalzi – ho sondato tutte le possibilità di bombardamento e condizionamento dentro e fuori da noi: siamo soggetti ad eventualità imprevedibili e proprio come il Gregor Samsa di Kafka rischiamo di svegliarci una mattina nel corpo di un insetto.» 
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Sergio Ragalzi MEB Arte Studio
L’insetto è dunque metaforicamente reinterpretato come paradigma della malattia, del parassita che divora dall’interno, dell’allarme, del piccolo dettaglio che può stravolgere un’intera esistenza. La serie delle scimmie non rappresenta un capitolo a se stante, anche se per scelta dell’autore non viene mai esposta insieme agli altri lavori: «Il percorso delle scimmie è anomalo ma è parte integrante della mia indagine antropologica. Vivono in questi bizzarri animali molteplici identità: sono animali in evoluzione e uomini involuti o in divenire. Nei miei disegni i loro corpi non sono anatomicamente corretti: sembrano feti, embrioni, spettri, ma s’affaccia sempre nel loro volto e nel loro sguardo un prepotente tratto umano.» Le sagome bianche delle scimmie emergono dal fondo nero delle tele come apparizioni, a rappresentare nella loro dolorosa metamorfosi tra feto, animale e uomo, la componente più ascosa e primigenia dell’essere umano: il nucleo violento ed istintuale, la più atavica e sfrenata espressione dello strazio e del dolore esistenziale. «Affiorano dal buio come fantasmi o soggetti focalizzati su un grande flash notturno. Rappresentano un viaggio nella caotica natura umana ispirato dal film di Kubrick, 2001: Odissea nello spazio: nella scena iniziale la scimmia capisce che attraverso gli oggetti si può uccidere, e proprio in quell’istante inizia il grande dissidio, la prima scintilla di coscienza, il primo istante di violenza intenzionale, tratto peculiare dell’uomo, e non della bestia.» 
Barbara Taccone
Mostra visitata il 15 settembre
Dal 15 settembre al 27 ottobre 2018
Marco Emilio Bertona
MEB Arte Studio
Via San Giovanni 26 Borgomanero (NO) 
Orari: sab 10-12.30 / 14-19 o su appuntamento
Info: cell. 342.8854339 / Mail: mebartestudio@gmail.com
www.mebartestudio.it

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