23 dicembre 2010

fino al 26.II.2011 Douglas Gordon & Jonathan Monk Torino, Sonia Rosso

 
Bottarga di tonno su patata lessa, pescespada grigliato al Salmoriglio e sorbetto al mandarino. Luci al neon a lunga intermittenza per scandire il tempo di una cena. E con un Negroni tutto va giù...

di

Una cena
per due consumata nel noto ristorante Al Gatto Nero di Torino è il tema
principale della personale di Douglas
Gordon
(Glasgow, 1966; vive a New York) e Jonathan Monk
(Leicester, 1969; vive a Berlino). La
mostra è un’isola felice. Serena e goliardica, l’esposizione sembra infatti
prendere forma fuori dal tempo e, in senso anacronistico, fuori tempo.

Se
l’eredità degli anni ‘90 è da ritrovare soprattutto nel “relazionalismo” –
tendenza e non soltanto termine che finisce per ismo, che nell’Esthétique
relationelle di Bourriaud individuava
una serie di pratiche artistiche fondate sui rapporti di relazione fra
autore, pubblico e contesto sociale – Al
Gatto Nero
è il segno forte di un individualismo senza freni.

Tra gli esponenti più rappresentativi
dell’arte cosiddetta relazionale vi è inequivocabilmente Rirkrit Tiravanija. I suoi lavori, al di là dell’esito finale,
comportavano la partecipazione del pubblico e le reazioni che l’operazione
poteva innescare tra le persone coinvolte. Il filtro con cui l’artista
argentino-thailandese interagiva era il cibo. E l’interesse non era tanto sulla
qualità – si pensi alle zuppe liofilizzate di Instant soup (Biennale di
Venezia
, 1993) – ma sul rito di un pasto consumato collettivamente, la
celebrazione anti fast-food del momento irripetibile e magico dello stare
insieme a tavola.

Douglas Gordon & Jonathan Monk - Pescespada alla griglia al salmoriglio (Al Gatto Nero) - 2010 - neon (red light) - cm 447x15, 20’ - courtesy of Galleria Sonia Rosso, Torino
La storia dell’arte ci offre in
ogni caso altri orizzonti di connessioni tra “Eat & Art”. Il rumeno Daniel Spoerri, con i Tableau-piège, negli anni ‘60 era solito
“ingabbiare” i resti di un pasto. Attraverso avanzi, briciole e mozziconi – in
pieno Nouveau Réalisme – veniva così
collezionata e restituita l’esperienza della convivialità, e non per realizzare
una natura morta, ma per fermare la vita nell’opera d’arte stessa.

La cena
di Gordon e Monk, a tutti gli effetti, rappresenta allora la fine del
significato a cui il termine relazione allude. Un momento privato come il pasto
fra due artisti diventa pubblico, ma in maniera autoreferenziale. La nazione
ricreata in galleria, con il sottofondo musicale di Gary Numan rivisitato al pianoforte, è restituita con scritte al
neon che, regolate da un timer, seguono e scandiscono in tempo reale la durata
del pasto. Dall’aperitivo al caffè, passando tra varietà di vini e alcolici, il
visitatore è informato sull’andamento temporale del menù, sulla sequenza delle
portate e la loro degustazione. Ma non, invece, sui contenuti della
conversazione narcisistica.

Douglas Gordon & Jonathan Monk - Friends Electric Bar - azione presso Galleria Sonia Rosso, Torino 2010
Esclusivamente
per il vernissage, infine, Gordon e Monk si trasformano in bar attendant e, sostituendo i camerieri, servono cocktail
trincerati nel loro bar temporaneo. Non coinvolto attivamente nell’azione, se
non sorseggiando un bicchiere, il pubblico è sempre e solo un osservatore della
scena. Al di là del bancone.

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dal 6 novembre 2010 al 26
febbraio 2011

Douglas Gordon &
Jonathan Monk – Al Gatto Nero

Galleria Sonia Rosso

Via Giulia di Barolo 11/h (Borgo Vanchiglia) – 10124 Torino

Orario: da martedì a sabato ore 14-19 o su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel./fax +39 0118172478; info@soniarosso.com;
www.soniarosso.com

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