16 dicembre 2002

fino al 12.I.2003 Piero Golia – Again Torino, Galleria Maze

 
Torna a Torino, sempre da Maze, con Again. Una mostra fatta di spazi che si ampliano, poster in regalo e campi magnetici pericolosi. Per un “serio e noiso lavoro concettuale”

di

Dopo due anni torna da Maze Piero Golia con Again, una mostra affascinante e ironica sul tema dello spazio, delle frontiere che si ampliano e dei confini che si estendono ben al di là della semplice visione e presenza corporea. In altre parole: I’ll take you to the border, come recita la frase dei Beastie Boys riprodotta da Golia su un poster in regalo a tutti i vistatori.
Le opere esposte sono a prima vista “classiche”: una scultura in bronzo (peraltro acquistata da un importante direttore di testata, chi vuole intendere…), una fotografia e un tappeto. Si tratta però di un fine lavoro concettuale o, per dirla nelle parole (ironiche, appunto) dello stesso Golia, di un ”serio e noioso lavoro concettuale”. Ma l’esposizione è tutt’altro che noiosa. Entusiasma invece, proprio per la geniale capacità d’indicare a una realtà non visibile: giocando con l’intuito del visitatore attento e ampliandone inaspettatamente e giocosamente le prospettive, in una sorta di calcolataPiero Golia esasperazione delle sue facoltà cognitive.
La scultura in bronzo rappresenta un leone. La particolarità è però che il leone genera accanto a sé un ampio campo magnetico, tanto forte e intenso da costringere i visitatori portatori di pacemaker ad allontanarsi e gli altri a lasciare da parte telefoni cellulari, carte di credito, cd e altri oggetti sensibili. L’opera non consiste quindi nel semplice oggetto fisico, ma si configura come molto più estesa e vasta di quello che appare alla vista. E’ opera, insomma, anche tutto ciò che non si vede e le si respira intorno: un campo magnetico, ma anche un’intera e articolata area fisica e semantica.
Sul pavimento della sala è poi posto un semplice tappeto, su cui però è dipintaPiero Golia una grossa freccia arancione che indica molte miglia più in là, in direzione della casa napoletana dell’artista. Anche qui i confini dell’opera vanno oltre quelli fisici e si estendono oltre, in un territorio mentale.
Appoggiata sul pavimento e incorniciata pesantemente in legno, a ostentare l’ampiezza sproporzionata, vi è poi una grande fotografia. Rappresenta un’aurora arancione, romantica e capovolta, da guardare da sotto in su: ancora una volta un’allusione, un invito giocoso a guardare al di là delle apparenze e a vedere ciò che esiste senza essere materialmente presente.
Forzando felicemente i limiti della stessa realtà concreta e razionale, Golia accenna a un mondo forse ben più vero: quello delle attrazioni impalpabili, delle sensazioni, invisibili e realissime, della coscienza e del pensiero. Così il significato sposta il suo baricentro ben al di là del suo mero significante.

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www.galleriamaze.it

maria cristina strati
mostra visitata il 2 dicembre 2002


Piero Golia – Again
Dal 16 novembre al 12 gennaio
Torino, Galleria Maze
Via Mazzini 40, 10123 Torino
Tel: +390118154145 – fax +390118150448 e-mail: mail@galleriamaze.it
Orario: 16-19 tutti i giorni, chiuso il lunedì


[exibart]

10 Commenti

  1. Lo dico sempre ai miei amici, Piero è un artista geniale!!

    Dopo “faccio sul serio” chi se lo sarebbe mai aspettato un lavoro come quello del leone da tenere a debita distanza?

    E il tappeto con la freccia arancione, la foto capovolta… riuscite a crederci?

    Ancora complimenti all’artista e agli amici di Maze.

  2. Piero è un giovanetto ancora inesperto di cui ho avuto modo di scrivere tempo fa su qualche inutile e fasullo foglio locale, se spreco ancora il mio tempo è perchè aldilà della metodologia carrieristica che persegue e le persone a cui si affida ho visto in lui un qualche bagliore di smania di verità.
    E allora ti dico caro Piero che adesso è il momento di abbandonare il concettuale e il salottiero se da pagliaccio di corte vuoi diventare artista e quindi cominciare il tuo cammino verso la vera conoscenza, perchè il grado di inquinamento delle coscienze ha superato il livello di guardia e quando succedono le cose che stanno succedendo mentre ti scrivo ti assicuro che non ha più nessun senso mostrarsi, a chi poi?
    Buone feste.

  3. Nel mezzo del tappeto da araba fenice mi ritrovai un misterpoppy sopra eretto. Arte potrebbe essere o coscienza pura, dice colui che dal podio parla. Un tappeto e’ arte, allegoricamente, metaforicamente, ma da dove viene quel tappeto? Quali mani prodigiose l’hanno artefatto? Forse mani di minorenni, sfruttati e usati nelle oscure fabbriche del sudore?

  4. Caro Misterpoppy,
    anche se mi rattristano sempre le persone che non hanno un nome vero, ho pensato che era carino risponderti soprattutto perché nessuno mai mostro’ tanto affetto nei miei confronti quanto te… giuro nell’inferno dove sono cresciuto a pochi era dato di sentirsi chiamare affettuosamente giovanotto e a meno ancora giovinetto, ma mai a nessuno fu mai data la gioia di esser chiamato “giovanetto”… come tu hai fatto con me… piccola disattenzione ai tasti… o lapsus per la mia bassa statura (giovane-nanetto)…ma per fortuna l’affetto vince tutto e continuando a leggere continuo ad intuire un grande affetto che ti lega a me… per questo ti ringrazio ed anche per l’affettuosa predica paternalistica… così dolce pensiero il tuo intuire che non ho mai avuto una famiglia… capisco… ma dammi anche una piccola chance… sai devo crescere… ho tempo per fortuna per imparare… che un’intera storia da cui imparare… tanti piccoli manuali riassuntivi con frasi evidenziate in giallo … quelli della biblioteca del carcere minorile dove si è formata la mia cultura… la mia metodologia carrieristica… ma se non ti dispiace smetto di scherzare… perché alla metodologia io preferisco il processo, scusa ma è una deformazione professionale di chi viene da educazioni di stampo scientifico…all’aiuto delle persone preferisco le auto da corsa… la smania di verita’ invece la lascio a te io preferisco le dolci bugie o le tristi lacrime dei clowns al circo… i salotti se non ti spiace li lascio da gestire a te… io preferisco clubs e bar …c’e’ piu’ gente…

    …la conoscenza è proprio troppo per me … hai mai letto cosa rispose Einstein quando gli chiesero cosa voleva indagare dopo aver conseguito il Nobel ? … “all I want to know is God tought…”… carino no?!…

    …with love…

    Piero

  5. al giorno d’oggi sentire un artista che definisce il suo lavoro con il termine “concettuale” è a dir poco scandaloso. Avrebbe avuto senso un tempo, quando le implicazioni mentali attorno ad un’opera d’arte erano ancora agli albori, ma oggi, che oramai è scontato il fatto che ogni singolo gesto artistico comporta una sfacettatura concettuale, direi proprio che non ne ha. Anzi si corre il rischio di diventare più banali di quello che magari il lavoro fatto vuol far credere. E poi…se le opere descritte nell’articolo sono il frutto di un concetto partorito dopo lunghe meditazioni, allora il risultato è decisamente misero e mi fa pensare che in fin dei conti tanto pensare ad un concetto da mettere in bocca all’opera non ha avuto una brillante risoluzione. Se al contrario, sono il frutto di una istintività dettata dalla necessità di comunicare qualcosa, allora non posso che sghignazzare per la pochezza primitiva dimostrata. L’unica nota positiva di questa accozzaglia concept è il leone magnetico, avrebbe fatto la gioia di Maxwell. baci e abbracci.

  6. X Piero
    Mi fa molto piacere sentirti, vedi io compio i miei gesti ispirato dagli angeli, fosse per me diventerei invisibile e profumato.
    Riguardo al nome ti assicuro che i nomi, le parole, i gesti e gli insulti sono solo convenzioni da sfatare continuamente, non esiste niente e non rimarrà pietra su pietra, figuriamoci i nomi, lo so che è difficile da capire per chi crede di dover riscattare il proprio di nome, ma ti assicuro che la tua storia ti deve fare solo onore e non la devi usare come pena ancora da scontare.
    Se ti raccontassi il mio di passato….
    Riguardo al giovanetto è vero ho usato una parola un pò troppo pascoliana ma ti assicuro che esiste anche se ormai in disuso e mi meraviglia come tu abbia potuto pensare una cosa del genere, questo non ti fa onore!
    Il resto sono chiacchiere da caffè, io amo l’aroma del deserto che fiorisce e oltre ai salotti detesto anche i bar e le fumose ammucchiate, danneggiano i polmoni!
    I miei migliori poppy auguri.

  7. questi lavori non ampiano proprio nessuna prospettiva, l’unica cosa che mi ampiano a dismisura è lo sgomento per la banalità incredibile che mostrano

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