11 maggio 2010

fino al 20.V.2010 Desiderio Milano, Antonio Colombo

 
Una mostra graffiante, alternativa, fatta di toni smorzati. Tra sguardi eccessivi e brani di robotica. Una figurazione sarcastica, tra rimandi ai grandi movimenti novecenteschi e a un fumetto avveniristico...

di

Desiderio (Milano, 1978) realizza opere figurative.
La sua pittura è onirica, post-surrealista, una deriva del fumetto con una
successione gestuale che parte da una fantasia intensa e divertente, sebbene
sempre laterale.
Per questa mostra, Desiderio presenta
una serie di tele che circondano un’installazione a terra. Si tratta di un
racconto, una narrazione personale che ha al centro il suo cane recentemente
scomparso e che si fa metafora di un “desiderio”. Le figure rappresentate,
infatti, presentano brani di robotica attaccati al loro corpo, per ottenere
innesti che rendano immortali, mentre dalla cuccia a terra al centro della
stanza, arricchita di giochi e oggetti fittizi che appartenevano all’animale,
si alza un latrato incessante.
L’ambientazione è fresca e cupa al
tempo stesso, pop e gotica, inconscia e sognatrice. Il giovane pittore milanese
si nutre di contaminazioni e visioni accompagnate da una gestualità sapiente e
assolutamente personale. Le gradazioni di grigio accolgono all’improvviso un
occhio rosso, o un altro componente metallico – gamba, braccio, mano – di
questo kit inventato, Rock-10F Y, che potrebbe rendere eterno il destino caduco che appartiene
a ciascun essere vivente e che Desiderio cerca di rivoluzionare attraverso la
pratica artistica e una mente che fantastica.
Desiderio - ROCK-10F Y 3 - 2010 - olio su tela - cm 20x20
La memoria, che il grande Fabio
Mauri
descriveva
come una “coda”,
riaffiora nella fiaba di Desiderio con incalzante ironia e risucchia
dall’immaginario ciò che è represso o adeguatamente inespresso. La sua pittura
parla di un cane nel Paese delle Meraviglie, con il suo muso e la sua coda
appunto, magari innestata da uno scienziato pazzo, invenzione di un pittore
interessante essendo in grado di usare la mano, intelligenza d’artista, senza
sprecata retorica o forzata sapienza.
Non mancano nella mostra e
nell’opera tutta di Desiderio, inoltre, osservazioni velate di irrisione
soffusa e di una vena poetica sottile, che contraddistingue l’autore sulle
differenze tra generi, raccordi, movimenti e una riflessione trasversalmente
illusionistica e illustrativa.
Desiderio - ROCK-10F Y 1 - 2010 - olio su tela - cm 20x20
Se nelle favole spesso compaiono
animali antropomorfi o uomini “animalizzati”, nessuna sorpresa se i personaggi
dei quadri di Desiderio sono automatizzati, come non ci sorprendiamo se il lupo
dei fratelli Grimm dialoga con Cappuccetto rosso, o se il gatto di Perrault
indossa gli stivali. L’animale è sempre stato un elemento simbolico della
favola, un’allegoria, una metafora. E Desiderio racconta con pennello e colori
il suo personale prodigio, mentre la sua reminiscenza personale si fa
aspirazione universale di sorprendere l’ineluttabilità del destino entropico,
del travalicare il tempo, avvicinare lo spazio e ingannare la morte. Almeno
nella magia inaspettata e immortale dell’arte.

articoli correlati
Con
Simona Bramati a Talamello
Desiderio
e Italian Factory
Tra
i finalisti al Premio Celeste 2009

martina cavallarin
mostra visitata il 22 aprile 2010


dal 22 aprile al 22
maggio 2010

Desiderio
– Rock-10F Y
a cura di Maria Chiara
Valacchi
Antonio Colombo
Arte Contemporanea
Via Solferino, 44 (zona Moscova) – 20121 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0229060171; info@colomboarte.com;
www.colomboarte.com

[exibart]


11 Commenti

  1. Fare commenti ingenerosi è lo sport nazionale, salvo lo stendersi a tappeto al passaggio di alcuni designati, non di rado migliardari che hanno tempo da perdere. Personalmente, non condivido il concetto della mostra, ma apprezzo il lavoro: disegno solido e sapiente, cromatismo esseziale ed efficace, tecnica magistrale. La continua, estenuante ricerca di qualcosa che non si sia visto prima, conduce alla produzione di cose discutibili, che comunque invecchiano a poche ore dalla nascita.
    Giovane e “figurativo”, ce ne fossero.

  2. buona pittura??? ma che mostre andate a vedere??? ormai siete assuefatti al brutto. pittura ovvia, fuori tempo, debole e tecnicamente mediocre.

  3. e invece questa linea mi sembra quantomeno poco ruffiana e coraggiosa. La pittura deve mettere in discussione delle certezze, se no si rischia solo la produzione di inquinamento.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui