15 luglio 2010

fino al 20.VII.2010 Jason Martin Milano, Mimmo Scognamiglio

 
Astrazione, illusione, profondità e movimento: le quattro chimere di Martin. Le scie dei suoi ritratti monocromi ipnotizzano per le abbondanze di superficie. Trasformate in sculture dipinte...

di

Jason Martin (Jersey, 1970; vive a
Londra), alla sua seconda personale da Mimmo Scognamiglio, non è nuovo agli
spazi privati di altre realtà italiane (la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia
su tutte). Apprezzato all’estero come uno dei più importanti pittori del gruppo
degli Young British Artists, la sua indagine assembla diversi fattori formali timbrici,
elementi che creano un linguaggio pittorico solido, materico e asceticamente
monocromo. Una sintassi espressiva ricorsiva e necessariamente identificabile.

La preponderanza delle
nuance (distribuite senza subire variazioni cromatiche) e l’aggiunta di
spessori superficiali (creati da pennelli larghi e spatole) restituiscono una
traccia estetica al movimento del corpo, segni di passaggi che conferiscono un
verso al colore sulla superficie (steso secondo percorsi precisi). Arcate stemperate
che donano vita, luce e intensa energia alla superficie pittorica.

La sua arte, sostiene il curatore Luca Massimo Barbero,
dà corpo alla simultaneità tra gesto e dinamismo dell’immagine, la sua
costante qualità risiede nel perpetuo movimento, nella continua necessità da
parte dell’autore di interrogarsi e di interrogare le infinite possibilità del
dipingere
”. E
ancora: Ogni
opera contiene una vitalità, un’energia e una tensione che non vengono mai
meno. La capacità di affondare le radici nella teorizzazione e nella pratica di
un concetto attualizzato delle avanguardie futuriste è visibile nel dinamismo e
nella vibrazione che allo stesso tempo ispirano e compongono lo spazio di
ciascun dipinto
”.

Anche a Milano, in quest’ultima
serie di lavori, quasi tutti recenti e di grandi dimensioni, si nota la
presenza di riquadri maggiormente frastagliati rispetto al passato. Anche sulle
loro superfici l’atto del dipingere è una
combinazione fra una certa gestualità espressionista e un fervore minimalista
ipnotico, caratteristiche che danno vita a vere e proprie muraglie strutturate
come padiglioni traslucidi dall’andamento ondulatorio.

Impossibile
distinguere quanto il supporto verticale e rigido obblighi questi lavori a una
connotazione meramente e obbligatoriamente pittorica; il fulcro della loro
esperienza estetica resta la qualità degli impasti utilizzati. Il lavoro
dell’artista inglese si risolve infatti nella sovrapposizione visibile di
diversi strati di pittura, spatolata sul supporto rigido, livelli che producono
texture raffinate e singolari combinazioni ottiche, di luce e di colore. Il
lavoro di Martin, indistinguibile dalla tecnicità della scultura, condensa
forti masse di colore su lamine di tavola o di metallo, ricreando un fondale
straordinariamente astratto e baluginante.


I lavori esposti da
Scognamiglio sono tutti di ultima produzione, avvenuta tra Londra e Lisbona.
Ognuna delle tavole cromatiche regala allo sguardo innumerevoli riflessi
graffianti, soprattutto nei grandi lavori a olio, opere che in galleria si
alternano con regolarità, portando luminosità di riflesso al resto dei dipinti,
molto più materici e sperimentali, perché composti con materiali pesanti e pigmenti puri.

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dal 29 aprile al 30 luglio 2010

Jason Martin – Days
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a cura di Luca Massimo Barbero

Mimmo Scognamiglio Arte Contemporanea

Corso di Porta
Nuova, 46/b (zona Porta Nuova) – 20121 Milano

Orario: da
martedì a sabato ore 10.30-13.30 e 14.30-19.30

Ingresso
libero

Catalogo
disponibile

Info: tel. + 39 026526809; fax +39 0236595527; milano@mimmoscognamiglio.com; www.mimmoscognamiglio.com

[exibart]

 

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