22 aprile 2012

fino al 25.V.2012 Ai Weiwei Milano, Lisson Gallery

 
Quando natura e design si incontrano, il confine che li separa si assottiglia tanto da rendere gli oggetti fisici parte integrante del paesaggio -

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Così si presentano le opere di Ai Weiwei (Beijing, 1957) all’interno dello spazio sia architettonico che arboreo della Lisson Gallery; sei opere esposte, di pregiata manifattura, mettono in comunicazione l’elemento artistico con quello naturale, all’interno di una cornice di stampo ottocentesco con delicate aperture e spazi minimali, che rimanda allo stile londinese di Kenwood House. 
Nell’ammirare le opere, lo spettatore non può che notare la creazione di un “cannocchiale prospettico” che contemporaneamente raccorda l’interno e l’esterno presentando l’opera Pillar, che è collocata nel giardino manierista della galleria insieme a Bubble, l’installazione di sei sfere blu lavorate a mano. Di fatto, da sempre, l’arte abita il giardino e ne è parte integrante, basti pensare alle sculture che adornano il giardino di Boboli o quello di Bomarzo, fino alla scultura vivente del film The Draughtsman’s Contract realizzato da Peter Greenaway nel 1982. Pillar si fonde con la natura, posta vicino all’immenso tronco di un albero, richiama l’antico rapporto tra arte e ambiente che, generato con l’invenzione romana della cosiddetta “ars topiaria”, oggi scaturisce attraverso la Land Art ed il Landscape Design. 
Una delle opere di Ai Weiwei
Gli alberi e le siepi si specchiano nella lucidissima porcellana, così come avviene all’interno dove lo spettatore può vedere la propria immagine riflessa nelle irregolari macchie nere di Oil Spill, che richiamano i buchi neri dello spazio e si stagliano sul pavimento immacolato restituendo allo spettatore un vago senso di inquietudine e caducità, come se all’improvviso potessero animarsi ed inghiottire tutto ciò che le circonda.
Se Ghost Gu presentano caratteristiche tipicamente cinesi nei colori e nello stile, non può dirsi per la collocazione delle decorazioni, poste dentro i vasi anziché all’esterno: ecco che l’oggetto si fa puro elemento da guardare, che diletta lo sguardo, che racchiude all’interno la sua vera preziosità. 
Interessante è Marble Plate, che fa correre il pensiero al concetto di ready-made, secondo cui un comune manufatto di uso quotidiano, diventa opera d’arte una volta prelevato dall’artista e posto così com’è in una situazione diversa da quella di utilizzo; l’opera riconduce anche all’esperienza artistica di Huang Yan, che durante la sua produzione trasformò oggetti d’uso quotidiano in vere opere d’arte  coniugando tradizione e avanguardia, passato e presente. Con le sue opere Weiwei celebra la più alta espressione dell’arte cinese, omaggiando anche grandi artigiani e designer milanesi come Giò Ponti e Alessandro Mendini, indicandoci come l’arte si evolva e si trasformi, proprio come la Cina, in continua metamorfosi per una frenetica modernizzazione, per trasmettere al pubblico forti sensazioni.
greta capelli 
mostra visitata il 13 aprile 2012
dal 12 aprile al 25 maggio 2012 
Ai Weiwei
Lisson Gallery
Via Zenale 3 (20123) Milano
Orario: da lunedì a venerdì, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Info: +39 0289050608 – milan@lissongallery.com – www.lissongallery.com

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