17 maggio 2012

fino al 15.VI.2012 Franklin Evans Milano, Federico Luger

 
Un labirinto di colori che deliziano e stupiscono per la moltitudine delle tonalità cromatiche, grandi tele ed elementi fotografici incorniciati in una colonna sonora che coinvolge tutti i sensi -

di

Quella di Franklin Evans (Reno, Nevada, 1967) è un’esposizione all’insegna dell’originalità e della fantasia che racconta attraverso un feedback costante tra arte e letteratura la produzione dell’artista. La moltitudine di colori e materiali con cui sono create le opere lascia piacevolmente sorpresi i visitatori trasmettendo una piacevole sensazione di allegria che deriva dai forti colori e dall’inconsueta modalità di creazione dei dipinti; un meraviglioso archivio d’immagini concettuali che si spalanca e invita a riflettere sulle connessioni con le espressioni artistiche precedenti. Di fatti, il ripetersi degli elementi pittorici, non può che far pensare alle opere pop di Andy Warhol in cui la ripetizione era il suo metodo di successo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori; se Warhol però stigmatizzava l’immagine, facendola diventare un’icona provocatoria da consumare, Evans mediante le sue realizzazioni, vuole esprimere la sua crescita artistica, e il processo di lavoro “stratigrafico” che compie ogni giorno all’interno del suo studio artistico per costituire opere innovative e non convenzionali. 

Franklin Evans - Tapeandtree

«Io lavoro quasi tutti i giorni in studio, cerco di miscelare la familiarità con qualcosa di completamente nuovo per la mia pratica. Da quando ho iniziato a dipingere per strati, la mia produzione è meno rigida, perché questa stratificazione porta a confusione e nuovi modi per rendere il lavoro». Così l’artista parla, in un’intervista per ArtSlant, delle sue opere collage, fatte di strisce dai colori abbaglianti sovrapposte, che si concatenano le une alle altre, come in Tapeandtree, in cui l’artista ha creato una sorta di percorso cromatico, all’interno del quale lo sguardo si perde, generando un’instabilità percettiva che richiama, anche se in forma primitiva, l’Optical art, tutto un ambiente immersivo e personale, contemporaneamente sistematico e caotico. Le opere dimostrano una complessità che smentisce la loro apparente semplicità, come in Davosdissolve, in cui le rigide linee verticali sono addolcite solo dalla piccola immagine al centro e dalle tonalità più tenui dello sfondo che si intravedono nel turbine di colori quasi fosforescenti che, per la costruzione geometrica, fanno pensare, a un connubio tra le famose tele di Piet Mondrian e quelle di Wassily Kandinsky. Tra acquerelli, acrilici e tecnologiche installazioni, Evans fa riferimento anche alla nozione che tutta la pittura è un ritratto del tempo e che è proprio lo spazio fisico, lo spazio della galleria e della storia dell’arte a permettere una riconsiderazione dell’ambiente vissuto. 

Il lavoro di Evans si può leggere come un impianto, fatto di elementi che coesistono, distorcono, e cambiano costantemente. 
greta capelli 
mostra visitata il 4 maggio 2012

dal 26 aprile al 15 giugno 2012 
Franklin Evans – Flatbedfactum02
Federico Luger Gallery
Via Circo,1 (20123) Milano 
orario: da lunedì a venerdì, dalle 15.00 alle 17.00, sabato su appuntamento
Info: tel. 02 67391341 – info@federicoluger.com – www.federicoluger.com

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