30 marzo 2017

Fino al 14.IV.2017 Franco Vaccari, Una collezione 1966-2010 Fondazione Marconi, Milano

 

di

Correva l’anno 1972, l’uso partecipativo della fotografia debutta alla Biennale di Venezia, dedicata al tema “Opera o comportamento” con  Esposizione in tempo reale n.4 -Lascia su queste pareti una traccia fotografica del tuo passaggio di Franco Vaccari (1936): un’ installazione composta da una cabina Photomatic per fototessere, di quelle che oggi non si usano più,  messa a disposizione del pubblico e da questo momento la fotografia trasforma lo spettatore in protagonista e il reale in immagine, impronta, traccia, presenza di un operare processuale  rivoluzionario definito “realismo concettuale” . Vaccari, laureato in fisica esordì nell’ambito artistico come poeta visivo con le prime opere Popesie (1965), Entropico e Le Tracce (1966), ma per addentrarvi nel suo “viaggio” visivo e concettuale intorno alle potenziali espressive della fotografia si consiglia un’incursione alla Fondazione Marconi, dove su tre piani si snoda la sua complessa ricerca artistica dal 1966 al 2010. Vaccari è un caso unico nel panorama italiano, considerato tra gli innovatori in anticipo sui tempi nell’attuale pratica di mixmedia e di ambienti che prevedono l’interazione con il pubblico. La lettura filologica  di opere work in progress di un pioniere dell’automatismo fotografico e dell’arte relazionale è possibile attraverso i lavori della collezione Marconi comprensiva  di esplorazioni che vanno dalla sua partecipazione alla “poesia visiva” degli esordi, passando per le sue “esposizione a tempo reale” degli anni ’70, fino ai collage, ai disegni degli ultimi anni. 
Nel lavoro intitolato Viaggio per un trattamento completo all’albergo diurno Cobianchi (1971), Vaccari intende condurre lo spettatore di questa installazione fotografica dentro la sua esperienza reale, di entrare nella sua quotidianità attraverso tracce, segni, investigazioni del luogo con immagini che documentano i trattamenti offerti dal bagno diurno di piazza Duomo a Miano. Questa pratica di incursione voyeuristica nella quotidianità, negli anni 70 innovativa, anticipa l’attuale diffusione di reality show e usi e abusi dei social media. Un esempio: l’ingrandimento del biglietto d’entrata rilasciato dal bagno con l’indicazione del servizio richiesto, come “taglio capelli”, “pedicure”, “frizione” in tutto 15 trattamenti specifici senza rappresentarli oggettivamente corredati di apparati  iconografici o testuali.
Franco Vaccari A sinistra Man Ray gioca, a destra Duchamp lavora all’occultamento del lavoro, 1978 collage con testo a stampa su carta 72 x 103 cm collezione privata, Courtesy Fondazione Marconi

 

Anche nella inusuale documentazione fotografica composta da istantanee  a colori della parte posteriore dei camion incontrati durante il viaggio da Modena a Ganz di Vaccari in occasione di una mostra, intitolato 700 km di esposizione (1972),  si affina il concetto di “viaggio minimo”,  termine da lui coniato, che racchiude il concetto  di compiere  spostamenti brevi, con l’obiettivo di  valorizzarne l’aspetto esperienziale piuttosto che quello estetico, evocativo, introducendo  il valore nella fotografia della componente dell’esperienza istantanea, del qui e subito che vive nel frattempo nell’immagine e diventa opera nonché collante  per riflettere sul tempo. Queste riflessioni portano Vaccari alla serie di “Esposizioni in tempo reale”, lavori mirati e concettualmente raffinati n mostra da Marconi. Complici nella documentazione processuale del tempo sono le polaroid spesso incollate su cartoncino come si vede nella serie Araldica (1975-1978), questi e altri lavori sono testi-visivi dal fine narrativo da guardare con attenzione per cogliere, nella sua complessità, il concetto introdotto dall’artista sull’importanza della contingenza con il momento vissuto, l’esperienza in sé, fino all’invasione della privacy: una pratica oggi normalizzata dai social media. La Collezione Marconi comprende lavori di grande dimensioni e un inedito da scoprire, è l’ingrandimento fotografico dell’interno di un padiglione dell’Esposizione Universale di Philadelphia (Esposizione americana di Belle Arti, 1972), che mostra in tempo reale il flusso del pubblico che partecipa a un evento straordinario, e noi contemporanei, guardando, riviviamo l’incanto e lo stupore di quell’esperienza carica di attese. Il resto, incluso il concetto del “diagramma diffuso” e altri collage visivi-cognitivi li scoprirete in tempo reale visitando la mostra. 
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 21 febbraio

Dal 22 febbraio al 14 aprile 2017
Franco Vaccari, Una collezione 1966-2010
Fondazione Marconi Arte Contemporanea,
via Tadino 15, Milano
Orario: martedì – sabato 10-13, 15-19
Info: info@fndazionemarconi.org, www.fondazionemarconi.org

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui