07 aprile 2017

Fino al 17.IV.2017 Manolo Blahnik, The art of shoes Palazzo Morando, Milano

 

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A Palazzo Morando, Costume Moda Immagine, in via Sant’Andrea 6 nel distretto del lusso, sede deputata alla conservazione e alla valorizzazione delle collezioni di abiti e accessori antichi e moderni del Comune di Milano, che annovera nella civica raccolta circa 300 esemplari di calzature databili tra il XVI e il XX secolo, si cammina nella storia del gusto e dello stile nei secoli. Nel palazzo dove visse la contessa Lydia Morando Bolognini, espone per la prima volta in Italia l’acclamato couturier Manolo Blahnik (1942), dove sfilano 212 modelli diversi di scarpe realizzate a Vigevano e Parabiago, affiancate da 80 disegni selezionati dall’archivio privato del designer nato nelle Canarie, da padre ceco e madre spagnola, cresciuto in una piantagione di banane nell’ammirazione dell’eleganza della madre, Manuela, pittrice. 
Sono oggetti d’arte applicata che documentano 45 anni  la sua  attività.  Blahnik studia letteratura a Ginevra, arte a Parigi e a Londra approda alla scenografia. Nel 1972 crea la prima collezione con lo stilista Ossie Clark, l’anno successivo apre la boutique, ma il successo arriva con la collaborazione con John Galliano e laserie televisiva statunitense Sex and the City (1998-2004). A Milano conosce Anna Piaggi e fra i due fu subito amicizia e complicità  Le sue scarpe extra-lusso custodite sotto teche di plexiglass come gioielli hanno nomi suggestivi, mixano storia, cultura e glamour, come Goya (uno stivaletto in satin di seta con fiocco in chiffon, 1996), Gropius (stivale architettura in pelle verniciata), Josepha (composta da 67 pezzi diversi ) e poi c’è Piaggi (omaggio alla mitica Anna Piaggi) o Linda (omaggio a Linda Evangelista). Blahnink apparso in un completo lilla e papillon in tinta alla conferenza stampa ha dedicato la mostra a Franca Sozzani, l’amica recentemente scomparsa. 
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La mostra “Manolo Blahnik. The Art of Shoes” suddivisa in sei sezioni a cura di Cristina Carrillo de Albornoz, promossa dal Comune di Milano, Direzione Musei Storici, prodotta e organizzata da Athemisia Group, è un omaggio al suo lavoro e all’operatività, alla tradizione manifatturiera di Milano. Le sue scarpe osannate dal cinema, indossate dalle star dal tacco stiletto vertiginoso sono riconoscibili per la ricercata creatività artigianale dell’oggetto più desiderato dalle donne: un tripudio tra sete, cincillà, rasi, ricami in oro e in argento, paillette, Swarovski, sete, pelli e pellicce, frange, riccioli, nodi, fibbie, bottoncini nappe, trafori, ruches, cristalli e altri materiali sensuali capaci di erotizzare il piede. Qualità, cultura, cura del dettaglio artigianale, ricerca cromatica, comfort, più quel pizzico di eccesso decorativo sono gli ingredienti del suo visionario estro creativo enciclopedico: uniche per la sua stupefacente capacità di attingere dagli stili del passato reinterpretati in chiave contemporanea, armonia e bellezza. Nelle sale settecentesche del palazzo, tra atmosfere rococò, oggetti d’arredo e porcellane stile Versailles, antiche vedute di Milano, le sue scarpe sembrano sempre state lì, soprattutto le 22 calzature realizzate per il film Marie Antoinette  (2006) di Sofia Coppla. La sua passione per le scarpe è nata dall’ammirazione dei piedi delle sculture classiche e la passione per l’arte e l’architettura, il design, il cinema e la botanica come documenta una sala dedicata alla Natura.
Di Milano, lo stilista dice che «è stata ed è ancora la sua casa, l’unico posto dove posso creare le mie scarpe e dove lavoro solo con manifatture artigiane della Lombardia» e noi ringraziamo per avere scelto questa città, dove le arti applicate sono considerate come un oggetto di cultura, storia memoria , identità e innovazione. 
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 15 marzo
Dal 26 febbraio al 17 aprile 2017
Manolo Blahnik, The art of shoes
Palazzo Morando
via Sant’Andrea 6, Milano
Orari: martedì a venerdì dalle 9.00 alle 13.00 – dalle 14.00 alle 17.30
sabato a domenica dalle 9.00 alle 20.30
Info: www.costumemodaimmagine.mi.it

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