08 settembre 2014

Fino al 27.IX.2014 Una forma di attenzione Passaggi Arte Contemporanea, Pisa

 
Nuovi tesori nascosti in piccole città. A Pisa un ex magazzino si apre al contemporaneo. Affermando subito la propria direzione sulla via delle contaminazioni -

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Assistere alla nascita di una nuova galleria che per vocazione volge lo sguardo verso i linguaggi contemporanei in questi tempi oscuri, è di per sé fonte di gioia e di rallegramento per tutti noi che abbiamo a cuore il destino dell’arte; se poi lo spazio espositivo è ristrutturato finemente, si colloca nel centro di una città non particolarmente famosa per la sua modernità ed è condotto dalla passione contagiosa di una profonda amante di tutte le forme artistiche si può tranquillamente gridare al miracolo.
Passaggi Arte Contemporanea nasce da un’idea di Silvana Vassallo che da un ex magazzino nel centro storico di Pisa, tra una libreria underground e un caffè letterario, è riuscita nell’intento di creare un luogo magico in cui fare e proporre arte. Un piccolo spazio che si confronta con il contemporaneo in un dialogo naturale e proporzionato che troppo spesso fatichiamo a ritrovare tra le strade antiche delle nostre belle città.
Sabrina Mezzaqui, Che tu sia per me il coltello, 2014 Libro intagliato (David Grossman, Che tu sia per me il coltello, ed. Mondadori), ritagli arrotolati e infilati, colla, filo, dimensioni variabili (libro aperto 19,5x26 cm; lunghezza filo 1.500 cm circa) Foto Rino Canobbi
E proprio da un dialogo nasce la mostra che inaugura la galleria. “Una forma di attenzione” infatti, è il risultato dell’incontro e dell’intreccio artistico tra Sabrina Mezzaqui e la poetessa Antonella Anedda. Il risultato è una tela tessuta a quattro mani con grande libertà e rispetto per le due forme d’arte. I linguaggi sembrano sfiorarsi, accarezzarsi, dialogare e prendere strade parallele per noi incontrarsi di nuovo e intrecciarsi diventando una cosa sola.
L’opera che accoglie il visitatore sembra riassumere l’abbraccio ideale tra azione artistica, scrittura e letteratura. Un libro aperto in cui le parole di Louise Bourgeois sono cucite nel tessuto per rimarcare il peso della parola scritta, che non muta nel tempo ma nella mente di chi se ne appropria:
‹‹Quando ero piccola tutte le donne di casa maneggiavano aghi. Mi hanno sempre affascinato gli aghi, hanno un potere magico. L’ago serve a ricucire gli strappi. È una richiesta di perdono. Non è mai aggressivo, non è uno spillo››.
La pratica antica del cucire fonde il percorso dell’artista con quello della poetessa: Mezzaqui ci ha abituato all’uso dell’ago e del filo in molti dei suoi lavori passati; Anedda ne “La vita dei dettagli”, in cui è inserita una sezione denominata “Collezionare perdite”, cuce le immagini alle parole scritte in una forma di catarsi psicologica per accettare i lutti della vita quotidiana. 
Questa volontà di trovare e creare uno spazio altro, diverso dalla pagina, per raccontare e raccontarsi, ben si amalgama con il lavoro della Mezzaqui che partendo dal libro e dalle lettere ferme e statiche impresse su un foglio bianco, taglia, cuce brandelli di parole che si riappropriano di nuovi luoghi e nuove identità per comunicare e far vivere un punto di vista differente ed estremamente sensibile. 
I libri che per l’occasione Mezzaqui ha scelto di rielaborare sono Che tu sia per me il coltello di David Grossman e E disse di Erri de Luca. Nel primo l’artista compie un lavoro certosino nel ritagliare dalle pagine del libro gli spazi bianchi tra le parole dando così maggiore importanza e dignità alla scrittura. Il libro di De Luca in cui si narra della scrittura dei dieci comandamenti sul monte Sinai, viene fatto esplodere in una miriade di piccolissimi ritagli che sembrano accomodarsi in adorazione alle pendici del libro che si fa totem religioso, protagonista svuotato del suo contenuto più prezioso. Le parole sdraiate, divelte dal loro naturale posizionamento, si trasformano in folla tumultuosa di centinaia di  segmenti di nuove entità che vivono di vita propria per poi perdersi e ritrovarsi in piccoli tappeti preziosi, scrigni di nuove verità.
Presto sarà pubblicato uno splendido volume-catalogo in edizione limitata e firmata contenente, oltre alle immagini delle opere della mostra, anche dei testi inediti di Antonella Anedda. 
Diego Faa
mostra visitata il 9 giugno
Dal 10 maggio al 27 settembre 2014
Una forma di attenzione 
Sabrina Mezzaqui in dialogo con Antonella Anedda
Passaggi Arte Contemporanea, 
via Garofani, 14 – Pisa
Orari: dal martedì al sabato 16.00 – 20.00 e su appuntamento

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