04 ottobre 2005

Fino al 25.XI.2005 Taylor McKimens / Laurina Paperina Padova, Perugi Artecontemporanea

 
Due modi di intendere il fumetto. Come dire, il pop delle nuove generazioni tra Italia e USA. Si sta raschiando il barile o si prepara un nuovo corso? Ai posteri l’ardua sentenza. Molto dipende da loro...

di

Taylor McKimens – This is the life

Un rapporto consolidato fin dal 2003 con Clementine di New York, che gli sta preparando una personale per la primavera 2006, un’ottima collettiva da Jeffery Deitch nel 2004 (Trunk of Humors), un 2005 coronato con presenze da Jack Hanley a San Francisco e al P.S.1 per Greater New York. Come dire: Taylor McKimens, ventinovenne di Seattle, occupa un posto nel gruppo che partecipa alla lotteria del mercato globale. E se la pittura terrà ancora la ribalta nel prossimo futuro, cosa assai probabile, se New York manterrà la sua leadership sul mercato, e qualcuno qualche dubbio a riguardo invece ce l’ha, se il new deal dell’inesauribile fonte della Pop Art, per la frangia degli eighties vicina a Baechler e Raymond Pettibon più che a Basquiat & C., ha ancora qualche cartuccia da sparare; su questi “se” punta le sue chances McKimens.
Non solo perché proprio dallo studio di Donald Baechler proviene, essendo stato suo assistente, ma anche per il fatto di mostrare potenzialità e carattere per scrollarsi di dosso la pesante eredità del maestro.
La ruvida pennellata piatta, sporca, e l’ironia dissacrante sono quelle tipiche della tendenza che ha ribaltato il modello warholiano: là l’icona si elevava, assurgeva e si cristallizzava nell’arte, qui l’arte si disgrega, si liquefà nell’icona. E proprio quelle tracce residuali, le stratificazioni, dicono di una diversa origine: nella medesima, pur mutata, cultura di massa, che si alimenta di pubblicità, mass media, cartoon e fumetti, il pop artista storico si muove da artista e da teorico, McKimens da consumer.
Taylor McKimens, This is the life
Ci sono elementi ricorrenti nel lavoro di McKimens: le canne per innaffiare aggrovigliate, le gocciolature, le staccionate, i sandwiches, i blob in salsa ketchup, le piante grasse, i rifiuti e i rottami, i golem umanoidi. Ma la cifra stilistica originale sta senza dubbio nelle sagome, traduzione inverosimile dell’oggetto bidimensionale in tridimensionale, e nell’approccio narrativo, due qualità che connotano la personalità dell’artista e gli consentono di lavorare con la pittura nello spazio. Anche con soluzioni installative plastiche.
Nel caso della personale padovana McKimens innalza la staccionata di una tipica villetta americana, un’iconostasi che preclude l’accesso allo sguardo, o al massimo gli consente di spiare attraverso di essa. This is the life è un hortus conclusus, una fetta dell’assurdo mondo di cartoonia, un mercatino delle pulci improvvisato con i quadretti di famiglia appesi alle assi di legno, i vasi di piante grasse qua e là, grovigli di canne per innaffiare che attirano mosche o inondano formicai. Oggetti che ruotano attorno, come satelliti, al totem centrale: un grande cactus la cui cavità si apre su un interno domestico vuoto, un’unica scopa appoggiata alla parete, come se tutto il contenuto della stanza fosse stato vomitato fuori. O come si fosse aperta una porta verso la tana del Bianconiglio.

Laurina Paperina: The Amazing Pape

Risparmiatevi la fatica di cercarlo sul dizionario. Péip non esiste e non è un errore, è proprio Pape, all’italiana. Anzi P-Ape, cioè l’Ape Piaggio di Laurina Paperina, personaggio partorito dalla mente (descritta come contorta ed in evidente stato confusionale) di Laura Scottini da Mori, località trentina famosa più per la vicinanza con la zona di produzione del Marzemino d.o.c. che per altro.
Da Arti Contemporanei a Stripes Legs a You are infected, dallo sfigato personaggio di cui appaiono solo le calze multicolore e al quale ne capitano di tutti i colori, al virus demenziale, The Amazing Pape è la nuova trasformazione dell’alter ego dell’artista. Che stavolta è una supereroina che porta lo scompiglio nella mitologia Marvel e DC, tra Flash, Wonder Woman, Capitan America e The Fantastic Four. Così, se Batman ha la Bat-mobile, Laurina Paperina ha la Pape, il glorioso treruote italiano personalizzato e taroccato in un ridicolo supermezzo di trasporto.
Laurina Paperina, The Amazing Pape
Scherzi a parte, anche qui sono i comics ad essere protagonisti, a dimostrazione di una koiné che dal Canada e dalla California, passando per l’Europa, arriva fino alla japanese experience della terra del sol levante. Disegni, stickers, dipinti: come sua abitudine l’artista usa una tecnica infantile, i supporti leggeri e di piccole dimensioni, per inscenare una sorta di microuniverso di buffi personaggini che possono, come nei giochi, allearsi in improbabili imprese. Thor con Wurstelman, Spider Man e Caccolaman improvvisano inedite strisce di rocamboleschi ed innocui combattimenti, fatti a suon di dialoghi in un inglese maccheronico. L’ironia, manco a dirlo, la fa da padrone, veicolata attraverso un’inesauribile fantasia che ricorda il vulcanico scozzese David Shirgley.
Dopo le uscite alla Civica di Trento che l’hanno fatta eleggere migliore emergente della regione, alla sua seconda personale, la giovane Laurina (classe 1980) ha imparato a disimpegnarsi in progetti di un certo impegno, ha sperimentato con efficacia pittura, disegno, animazione digitale, scultura e installazione. L’unico vero problema per l’artista resta la tempestività. Con Nara e Murakami con i capelli bianchi e gli eredi come Miyake già sui golf di cachemire, un po’ di sana concorrenza in patria che non guasta (cfr. gli attacchi del Laboratorio Saccardi in giro per Exibart), Neil Farber e R.A.L. addirittura in casa, si comincia a star stretti. S’impone di esplorare nuove strade prima che sia troppo tardi. E scendere dalle nuvole, magari portandosene dietro un pezzetto.
Laurina Paperina, The Amazing Pape
Nota a margine per la galleria che, a fronte di una sbandierata identità propria, denuncia almeno due punti deboli rispetto ai concorrenti. Il primo riguarda una programmazione quasi esclusivamente votata alle personali mentre sarebbe opportuno coagulare più spesso la ricerca in progetti critici relazionali di più ampio respiro, consolidando le coordinate concettuali indagate; la seconda riguarda l’assurda ostinazione a precludere dalla propria analisi alcune forme della creatività contemporanea, come il video, la fotografia o i new media. Di nuovo il rischio è di perdere di vista il tutto e forse persino di castrare possibili, e necessari, sviluppi.

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Departures alla Galleria Civica di Trento
Intervista a Laurina Paperina

link correlati
www.taylormckimens.com
www.laurinapaperina.com

alfredo sigolo
mostra visitata il 17 settembre 2005


Taylor McKimens – This is the life / Laurina Paperina – The Amazing Pape
Padova, Perugi Artecontemporanea, via Giordano Bruno 24B
Dal 17.IX.2005 al 25.XI.2005
orario di visita: 15.00-20.00; chiuso i festivi
ingresso libero
per informazioni: tel/fax 0498809507
web www.perugiartecontemp@libero.it
a cura di Guido Bartorelli e Luca Vona


[exibart]


11 Commenti

  1. Sigolo sigolo,
    la sai lunga sì. Dai consigli, ma sono un po’ fatui e molto esibizionisti. A che te serve?
    La pape e’ da corsi estivi di paese. Troppo duro? A me non piace proprio, manca l’ironia acida dei colleghi citati. A me piace gente impegnata a cercare le estreme conseguenze, anche sul lato ludico e allegro. Un nome? Calignano. De gustibus comunque.

  2. Penso che una componente fondamentale delle opere di Paperina sia l’auto-ironia (già il suo nome dice tutto).Osservando le sue opere mi sembra di vedere che l’ironia che usa Laurina sia diversa dalla solita “ironia cattiva” che in questo momento è in voga tra molti artisti.
    Magari un giorno mi farà fare un giro con la sua pape, sperando di non finire come nella foto…

  3. ma quale ironia cattiva?! ma smetetela!!! non c’è nulla di più cattivo dell’ironia pura… all’ideologia imperante paperina non contrappone un’altra ideologia semplicemente la spazza via con una risata… l’opera di paperina è il gesto squisitamente anarchico del bambino, una diabolica risata che inghiotte tutto il mondo con le sue idiozie.. di destra di sinistra.. del nord e del sud…
    PAPERINA COME I BLACK BLOC (solo molto più colorata e divertente). EVVIVA PAPERINA!!!

  4. al brutti aggiungerei patetici, ma quale black bloc che stia in casa a far la massaia piuttosto, braccia rubate ai fornelli

  5. fare la massaia non è male. oltre a quello, in questo periodo mi sto cimentando nello spalare la neve. potrebbe essere un’alternativa interessante.

  6. Io direi di non tirartela con questi messaggini, primo. “Cambia rotta / cambia stile / scopri l’anno bisestile”, secondo.
    Ciao

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