01 giugno 2011

Biennale (stra)FATTA

 
Biennale chiacchierata, bistrattata, offesa. Biennale vanitosa. Biennale fuori misura. Tra accuse, polemiche ed estremismi partitici, di curatori, critici d’arte e politici, tante se ne sono dette e con molta probabilità se ne continueranno a dire. "Bene o male, purché se ne parli", diceva Oscar Wilde e "se male è meglio", ha aggiunto qualcun’altro. Detto fatto, il dado è tratto, o per dirla come il più abile dei croupier, les jeux sont fait…

di

Si sono aperte ufficialmente ieri con la vernice, che si spalmerà fino a sabato 4 giugno, giorno dell’apertura al pubblico, le danze del caleidoscopico mondo delle arti contemporanee della 54esima Biennale delle Arti Visive di Venezia, la mostra più attesa nel mondo dell’arte contemporanea, la più prestigiosa nonché “progenitrice di tutte le biennali d’arte internazionali”.

La “macchina del vento”, come la descrisse il presidente Paolo Baratta nell’ambito della conferenza stampa di presentazione della kermesse, è stata calibrata dalla sua prima attrice, la curatrice svizzera Bice Curiger, che per le sue ILLUMInazioni, titolo della mostra, ha fatto il record di presenze: 86 nazioni per 83 artisti internazionale. Alta la presenza di quote rosa con 32 presenze femminili, e altrettanti i giovani artisti under 36.

Una Biennale che sicuramente lascerà il segno. Ma grazie a chi? Tutto merito del cortocircuito mediatico di un altro primo attore Vittorio Sgarbi e del suo ipertrofico Padiglione Italia?

Che la Biennale di Bice sia stata mediaticamente messa in ombra dal poliedrico critico ferrarese, ”v’è    certezza”.

Una lista di inviti dell’ultima ora, indubbie modalità di partecipazione, (spedisci le tue opere a Venezia ma le spese di trasporto sono a carico tuo!), la Biennale firmata da Sgarbi, “in direzione ostinata e contraria” (per citare Robert Storr) agli schemi collaudati, è già leggenda.

Dal coro dei NO di chi, tra blogger e addetti ai lavori, chiedeva di boicottare la Biennale di Sgarbi, a chi invece ha risposto entusiasticamente all’idea controcorrente del critico ferrarese, forse azzardata, di usare un comitato di intellettuali, molti della nomenklatura di sinistra, come ha osservato Luca Beatrice in un articolo apparso su Il Giornale, deridendo le accuse di destrismi, alimentate dall’intercessione berlusconiana che avrebbe salvato in corner la direzione del padiglione italiano di Sgarbi.

Tutto per una Biennale anti sistema e anti-mafia, soprattutto, sottolinea il curatore, che sotto l’egida del titolo ”l’Arte non è cosa nostra” e con il simbolo posto davanti al padiglione rappresentato dall’opera Italia in croce di Gaetano Pesce, celebra la contemporaneità delle arti nostrane mettendoci dentro tutti, nessuno escluso, per una pantagruelica kermesse di oltre 200 artisti italiani.

Sul fronte del sì, l’inizialmente scettico Jannis Kounnelis (Pireo, 1936), che porta a Venezia, grazie alla sua mecenate Alda Fendi, sette sudari bianchi inchiodati su lastre  metalliche; la sopresa dell’arrivo del dimissionario Maurizio Cattelan (Padova, 1960), che riappare per la sua settima e ultima volta in Biennale con un orda di piccioni, vecchia installazione ampliata presente nell’edizione

del 1997. Il volto femminile della laguna con l’ineguagliabile Vanessa Beecroft (Genova, 1969) e le sue veneri che da immagini impresse su pellicola si trasformano in anatomie scultoree; Carla Accardi (Trapani, 1924) con le sue antinomie spaziali e l’oriunda Gloria Argeles, argentina trapiantata a Roma, con le sue sculture metalliche. E non basta. Sono tanti, anzi troppi, e redigere una lista degli artisti scelti per la Biennale, fiera dell’eccezionalità di Sgarbi, sarebbe un’impresa. Ma dei fanti e delle dame 10 più uno, il re poeta della luce Tintoretto, presenti a Venezia, per scelta della Curiger declamiamo gli illustri nomi: dagli scomparsi Luigi Ghirri (Reggio Emilia 1943-92) a Gianni Colombo (Milano, 1937 – Melzo, 1993), ai giovani Luca Francesconi (Mantova, 1979) Giorgio Andreotta Calò (Venezia, 1979) e Maurizio Cattelan, alle dame, Monica Bonvicini (Venezia, 1965), Marinella Senatore (Napoli, 1977) Elisabetta Benassi (Roma, 1966) Giulia Piscitelli (Napoli, 1965) Meris Angioletti (Bergamo, 1977). 

 La “farcitura” è stata completata.

Chiuso il capitolo delle polemiche, ora spazio alle arti visive, agli artisti, veri protagonisti, alle emozioni del pubblico visitatore davanti al potere “iluminante” dell’arte targata Biennale.

a cura di rebecca vespa

dal 4 giugno al 27 novembre 2011

54. Esposizione Internazionale d’Arte- Biennale di Venezia

ILLUMInazioni 

Vernice 1-2-3 giugno 2011

Apertura al pubblico 4 giugno 2011

www.labiennale.org

[exibart] 

 

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