14 maggio 2014

Fino al 18.V.2014 Haris Epaminonda, Chapter IV Fondazione Querini Stampalia, Venezia

 
L'ossatura dorata della vita. L’artista cipriota mette in scena la grazia lieve di sottrarre peso alla materia, restituendo all'aria, all'acqua e alla luce le architetture scarpiane -

di

Una grazia lieve e un minimalismo coraggioso e deciso sono le note con cui Haris Epaminonda dialoga con lo spazio scarpiano della Fondazione Querini Stampalia. Le aree scelte e il loro difficile programma figurativo, con il linguaggio di Carlo Scarpa, fatto di paradossi, vengono alleggerite grazie a questo sforzo riduzione figurativa, linguistica e materica, il peso della pietra si disfa nella leggerezza dell’aria, l’invadenza dell’acqua nella grazia del giardino, la luce dorata nel silenzio bianco del travertino e delle luci al neon che si riflettono sui marmi policromi delle tessere a maeandri. 
La giovane artista cipriota (1980) riesce con pochi gesti, misurati e essenziali, a dispiegare un intero linguaggio formale e a generare un arcipelago formale e cosmogonico sospeso nell’architettura, sottraendo a quella matericità, regalandole grazia e silenzio. Bastano pochi elementi figurativi per misurare e rivelare uno spazio e la sua interpretazione.
 Chapters di Haris Epaminonda, film su pellicola 16 mm. Durata: 4 ore circa Sonoro di Part Wild Horses Mane On Both Sides, 2013
Epaminonda non interpreta solo lo spazio, ma mette in scena quasi una palingenesi mediterranea, razionalista e magica allo stesso tempo, bizantina e astratta, con una sicurezza assoluta, in equilibrio come su un filo esile nel labirinto della interpretazione di Scarpa.
I gesti di Epaminonda ricalcano quelli dell’architetto, ma li sospendono in una specie di luce lieve, in cui lastre piatte e scure di metallo, lisce e sottili, dialogano con le tessere e le piastre di ottone di Scarpa, fili di ferro come ricordi di misure di pentagramma sospendono le distanze fra i cancelli del giardino e la luce del canale, un piccolo sasso sferico e nero sta sospeso sulle vetrate che separano le vasche di contenimento dalla porta d’acqua, prima di una ciotola e di cornici che inquadrano il riflesso di un cielo dorato, senza figure, inquadrato da stucchi bianchi e lucidi senza fregi o decorazioni. Memorie di un arcipelago mediterraneo luminoso e fluido affiorano in una teca al centro, con due pesci rossi, che come soli rimandano al video che riprende l’orizzonte di un mare che è anche una sponda fra cielo e terra, aria e acqua, in cui l’uomo si immerge, esattamente come nell’architettura, spazio in cui l’osservatore è diventato l’opera, che diventa a sua volta, puro silenzio. 
Haris Epaminonda, grazie anche alla bravura degli artigiani che l’hanno seguita, come Crovato, Enea Righi e Lorenzo Paini, mette in scena una grande sicurezza formale e una consapevolezza poetica che incantano e restituiscono il tempo alla sua natura di spazio, e lo spazio alla sua materia temporale. Una installazione ambientale da visitare, con calma e disponibilità allo stupore. 
Il catalogo è un libro d’artista raffinato e prezioso, opera nell’opera, edito da Humboldt, co-prodotto dalla Kunsthaus di Zurigo, dalla Fondazione Querini Stampalia, dalla galleria Massimo Minini di Brescia e la Rodeo Gallery di Instanbul. 
Ilaria Guida
Mostra visitata il 2 e 10 maggio 2014
Dal 15 marzo al 18 maggio 2014
Haris Epaminonda
Chapter IV 
Fondazione Querini Stampalia, 
Santa Maria Formosa
Castello 5252, 30122 Venezia
Orari: dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18, chiuso il lunedì. 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui