25 ottobre 2004

fino al 10.IX.2004 GuangYin – tempi di donne Roma, Sala1

 
Il tempo, le stagioni, il corpo. Il cambiamento e l’eterno divenire. Fotografia e video come strumenti di un racconto intimo ed universale. In chiave zen. Sette artisti dalla Cina per un ritratto contraddittorio di un paese in mutamento...

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Uno spicchio d’oriente a Roma: tornano nella capitale alcuni dei protagonisti della scena cinese contemporanea, questa volta con una serie di lavori legati dal fil rouge del tempo che passa. Perché GuangYin, significa appunto tempo, ma, nella complessità della cultura cinese, significa anche divenire, mutamento, alternanza di luce e ombra, positivo e negativo, equilibrio universale. Tutto già contenuto ed espresso nella parola stessa, che è composta da Guang, luce, e Yin, ombra. Intendendo così il tempo come un’entità multipla, cui si lega anche la natura femminile, specchio che riflette e rivela l’armonia ciclica universale.
Dunque la donna e il corpo, come espressione tangibile del ritmo del divenire. Questo è il fulcro concettuale attorno al quale ruotano le opere di sette giovani (e più o meno affermati) artisti cinesi, testimoni di una trasmigrazione: dai luoghi consueti dell’arte tradizionale all’uso delle tecniche più moderne.
Già noti i lavori di Hai Bo, che accosta fotografie delle stesse persone in momenti diversi, in un confronto tra il prima e il dopo che diventa riflessione umana, storica e sociale insieme. Qui presenta anche la serie Dusk, più intima e personale, in cui il passare del tempo è associato a luoghi e persone familiari colte in momenti particolarmente evocativi. Tempo interiore, come tempo della memoria è anche quello che lega i frammenti visivi nell’installazione di Xing Danwen: immagini che scaturiscono da un baule Ming riprodotto in plexiglas, contenitore tradizionale di beni familiari e personali.
Xing Danwen, Sleep Walking, Multimedia Video Installation, 2000-2001 materiale archivio officina ltd
Queste opere diventano così la testimonianza di un percorso simbolico di cambiamento, di cui l’individuo –attraverso l’esperienza esteriore nel corpo e interiore nell’animo- si fa espressione. Riflessione personale e universale insieme, come nell’opera di Yin Xiuzhen (artista già insignita nel 2000 del Chinese Contemporary Art Award): un’installazione di scarpe, foto e scatole fatte a mano per creare un cammino scandito da dieci tappe della sua vita, nel recupero della tradizione verso il futuro.
Più provocatorie e di rottura le opere degli artisti emergenti. La giovane Wang Ning è autrice di un video quasi cruento tra immagini ossessive in cui si consuma un pasto con voracità carnale e flash back di eterei paesaggi, fino al matricidio finale, metaforica espressione dell’uccisione del passato.
Chen Lingyang, Twelve Flower Months, photography, 1999-2000 materiale officina ltd
Intima e disturbante è la serie fotografica 12 Flower Months Series di Cheng Lingyang, che unisce il tema del tempo che passa a quello del corpo femminile. Ed è con una sensibilità compositiva e poetica tipicamente orientale che le immagini crude al limite della pornografia vengono accostate ai fiori stagionali e agli arredi di una stanza di donna. Per farsi espressione del corso mutevole del tempo, che lega l’uomo e la natura, il particolare e l’universale.

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emilia jacobacci
mostra visitata il 16 ottobre 2004


GuangYin – tempi di donne
Sala1, Piazza di Porta S.Giovanni 10 (di fronte alla Cattedrale di San Giovanni in Laterano)
00185 Roma
dal martedì al sabato 11,30/13,30 – 16,30/19,30
tel. 067008691 www.salauno.com
mostra a cura di Monica Piccioni
direzione artistica offiCina ltd. www.officinaltd.com


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