12 gennaio 2011

fino al 15.I.2010 Due ma non due Roma, Limen

 
La sfida è avvincente: unire la spiritualità della cultura africana all’essenzialità delle sagome di Mambor. In una maniera che non sembri pretestuosa. Una sfida vinta dal curatore Massimo Riposati...

di

Limen otto9cinque – limen
inteso come il latino ‘soglia’ e non ‘confine’, a cui viene affiancato il
numero 895, corrispondente alla misura del cancello che affaccia su via
Tiburtina, a due passi dalla città universitaria La Sapienza – prosegue la sua
opera di mediazione e confronto tra mondi apparentemente inconciliabili
nell’ambito delle arti figurative.

Questa volta il curatore e ideatore dello spazio, Massimo
Riposati, ha scelto di porre in dialogo oggetti appartenenti all’ambito della
ritualità sciamanica e cerimoniale di vari popoli dell’Africa (dalla Costa
d’Avorio al Togo), i “guardiani”, con le sagome bidimensionali tipiche
dell’opera di Renato Mambor (Roma,
1936), storico esponente della Scuola Romana che mise la Capitale al centro della
scena artistica negli anni ’60 grazie a nomi del calibro di Mario Schifano, Pino Pascali, Franco Angeli, riuniti
attorno al gallerista Plinio De Martiis, rappresentato non solo dalla serie dei
Portatori, ma anche da due opere del
2010, create appositamente per la mostra.

Gli Osservatori,
questi silenziosi testimoni posti in sequenze tali che i vari elementi sono
vicini, contigui, ma non possono realmente toccarsi, testimoniano il
contemporaneo stile di vita per cui ci si trova spesso a essere spettatori di
ciò che accade, più che attori fattivamente impegnati nel cambiamento.

Renato Mambor - Portatori - 2007
Da qui scaturisce il bisogno di contatto e protezione che
le maschere, le statue, gli oggetti e anche gli abiti, peraltro di
straordinaria ricchezza e maestria artigianale, sanno proiettare intorno a
loro.

Due ma non due, perché nonostante le differenze
formali, qui la tensione è piuttosto a individuare le consonanze tra i
manufatti africani, pazientemente raccolti negli anni dall’antropologo e
collezionista Vincenzo Moggi, e le opere di Mambor, che con i loro profili
assoluti tendono alla stilizzazione della figura umana, così come nell’arte
africana si stilizza quella animale.

Particolare risalto hanno i Portatori che danno metà del titolo alla mostra e che, nelle parole
di Mambor stesso, “trasportano materiali
con cui ognuno di loro costruisce il suo ambiente. Il vetro è la membrana che
separa l’interno dall’esterno. Nella legna c’è già fuoco e calore. Nei mattoni
c’è già la casa. Nel sale c’è il sapore del cibo, della vita
”.

Due ma non due - veduta della mostra presso Limen otto9cinque, Roma 2010
Sia i “guardiani”, magici feticci preposti a proteggere
gli uomini dalle forze della natura e dagli spiriti maligni, sia gli
“osservatori” di Mambor risultano essere un monito per il visitatore ad
astenersi da giudizi precipitosi sulla inconciliabilità non solo di opere tanto
diverse tra loro, ma anche tra i valori di due società e culture che sembrano
lontane anni luce e invece svelano molteplici, innegabili, essenziali punti di
contatto.

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dal 2 dicembre 2010 al 15 gennaio 2011

Renato Mambor – Due ma non due. Guardiani e Portatori

a cura di Massimo Riposati

Limen otto9cinque

Via Tiburtina, 141 (zona San Lorenzo) – 00185 Roma

Orario: da lunedì a venerdì ore 16-20; sabato su appuntamento

Ingresso libero

Catalogo Edizioni Carte Segrete

Info: tel. +39 067274455; info@limen895.com;
www.limen895.com

[exibart]

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