29 maggio 2013

Fino al 30.VI.2013 Francesco Vaccaro, Dalla finestra ti vedo Galleria Comunale di Roma Capitale

 
Francesco Vaccaro frequenta la casa romana di Alberto Moravia in un lento pellegrinaggio; due anni di lavoro nei quali cerca di entrare in sintonia con la dimensione più intima dello scrittore, la distanza breve che separa l’uomo dai minuti oggetti che disegnano la sua quotidianità. Tre opere differenti, declinate sui concetti di vedere e toccare, attraverso piccoli appigli di presenza -

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Sono piccoli appigli di presenza quelli che Francesco Vaccaro (Crotone, 1968) ritrova nella spalliera di un letto su cui Moravia deve essersi appoggiato più volte negli ultimi anni di vita, mentre osservava dalla finestra il mondo che scorreva fuori. Vedere e toccare; effettivamente, ciò che unisce questo lavoro, declinato in tre opere differenti, è il fatto che vista e tatto procedono spesso insieme. I due sensi sono chiamati in causa già nell’installazione che apre la mostra, un lungo tavolo con minuscoli ritratti di autori del ‘900, montati su sostegni in legno a imitazione di un libro tascabile. Se confrontati con i moderni e-book anche i volumi artigianali di Vaccaro contengono potenzialmente una biblioteca, anche se, in questo caso, non è vincolata dalla capacità di una memoria digitale.
Francesco Vaccaro, Dalla finestra ti vedo, veduta dell' installazione 2011/2013 (foto Claudio Abate) courtesy Marte Roma
 L’artista invece realizza un atlante visivo della scrittura del Novecento, una grande tavola sinottica priva di didascalie o rifermenti cronologici: come a dire, eccoli, sono qui, basta aprirli. Identificarli con nomi e cognomi avrebbe voluto dire scolpire il loro epitaffio mentre l’autore, al contrario, intende sollecitare una ricerca attiva: partire dall’immagine per ritrovare righe lette o stimolare la curiosità verso altre che verranno. Allo stesso modo Vaccaro ci invita a guardare, prima di leggere, la grande nube di ritagli di carta che occupa una piccola parete del museo: si tratta di meteore, una raccolta di titoli di autori noti, eclissati dalle opere più grandi degli stessi. Anche qui nessuna firma, effettivamente l’atto del vedere costituisce il fil rouge di tutta l’operazione di mostra: i piccoli ritratti fotografici vanno guardati, così come questi frame di opere letterarie. Ma sono soprattutto i video che giustificano il riferimento ad Alberto Moravia: dalla residenza romana dello scrittore nascono due videoinstallazioni che ossessivamente rimandano ancora all’atto di osservare. Dalla finestra ti vedo: sì, perché Vaccaro filma cosa doveva aver visto lo scrittore dalla sua finestra proprio a partire dalla spalliera del letto. Il video si concentra sui dettagli vissuti e consunti del tessuto che la telecamera accarezza restituendo una visione quasi tattile. Dall’indagine lenticolare della stoffa a quella, ugualmente lenta, degli scenari romani appena fuori. Sembra in un certo senso rivivere quegli interni borghesi descritti in modo così puntuale da Moravia, dove la penna segue lenta lo svolgersi delle vicende, fissando inquietudini spesso bloccate. Eppure gli eventi mutano e spesso ciò che cambia, se cambia, lo fa rapidamente e molto prima che i protagonisti delle vicende o i lettori ne prendano coscienza. Nella lentezza inesorabile, qualcosa si muove: e di questo parlano i video dell’artista calabrese.
Eleonora Minna
mostra visitata il 13 aprile
dal 27 febbraio al 30 giugno 2013
Francesco Vaccaro, Dalla finestra ti vedo
a cura di: Federica Pirani, Gloria Raimondi, Claudio Libero Pisano
Galleria Comunale Roma Capitale, via Crispi 24, 00156 Roma
Orari: dal martedì alla domenica dalle 9 alle 17     

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