27 giugno 2014

Fino al 03.VII.2014 Athar Jaber Roma, Accademia Belgica

 
La corposa eredità della scultura classica, sulle spalle di un giovane artista. Dove se non a Roma? Naturalmente, ma la patria d’adozione è il Belgio -

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Prima volta in Italia per lo scultore Athar Jaber (Roma 1982, vive e lavora ad Anversa), italiano di nascita e iracheno di origine con patria d’adozione in Belgio, la nazione che ha ospitato i suoi studi all’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa e presso cui attualmente ha assunto il ruolo di professore. Risultato di un periodo di circa un anno in atelier, “Torso” Opus n. 2 è il lavoro scultoreo dell’artista esposto in mostra all’Accademia Belgica a Roma, insieme ad una serie di disegni su carta. Un progetto parallelo che si svolge con tecniche e supporti diversi di indagine e che porta a risultati compositivi differenti ma entrambi significativi. 
Athar Jaber. Drawing, courtesy of the artist
La scultura su basamento metallico, esposta all’altezza a cui l’artista usava lavorarla, presenta una natura quasi circolare non tanto per l’accenno al movimento quanto per la presenza di mutilazioni, riflessioni muscolari e congiungimenti per cui si è portati a girare intorno come alla ricerca dell’attacco delle ali su un busto quasi mitologico o della cavità di un cuore ferito. Un corpo incompleto che nasconde la figura di un eroe, umano come i corpi di tanti uomini colpiti in guerre come quella del Golfo che tanto ha segnato l’immaginario di una generazione e ancor di più di un artista con le origini familiari in quelle terre. E quindi un moncone apre alla presenza di un altro che non esiste più ma di cui si conferma la memoria e il marmo e l’indagine grafica si riempiono di grovigli, gesti e posizioni raggomitolate come in una ricerca di unità fatta di tentativi successivi di ricomposizione. 
Simbolico il riferimento ricorrente all’elemento della spina dorsale, duttile scheletro in grado di assorbire i colpi della vita ed emblema di uno stare al mondo resistendo agli urti e proteggendo con fierezza gli organi vitali. Ricco di suggestioni e riflessioni sul concetto di umanità, il lavoro di Jaber sembra incorporare anche un discorso sul territorio come elemento naturale e patria, con il marmo ruvido lavorato come gradoni di un terrazzamento di una sorta di Scala dei Turchi, costola e spazio di origine di una storia stratificata. Si riprende un filo antico per creare un discorso intenso e inedito.   
mariangela capozzi 
mostra visitata il 3 aprile 
Dal 4 aprile al 3 luglio 2014
Athar Jaber
La Terribile Bellezza. “Torso”, Opus 4 N.2 
Accademia Belgica
Via Omero, 8 – 00197 Roma
Orario: lun-ven 16.00 – 18.00
Info: tel +39 06 20398631,  http://www.academiabelgica.it

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