02 marzo 2016

Fino al 9.III.2016 Luisa Gardini 1965-2015 Federica Schiavo Gallery, Roma

 

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La Galleria di Federica Schiavo ospita un’intima ma esauriente retrospettiva dedicata a Luisa Gardini, figura silenziosa ma ben delineata del recente passato contemporaneo italiano. Ventiquattro opere, numericamente conformi alla totalità delle ore di una giornata stanno davanti allo spettatore come altrettanti gesti lasciati in giro dopo l’uso, sedimentati nella vernice della memoria ma ancora associabili all’esperienza quotidiana.
Formatasi nel circolo dell’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida di Toti Scialoja, Luisa Gardini sviluppa uno stile fortemente aperto agli influssi artistici internazionali degli anni cinquanta, inglobando e rielaborando i paradigmi dell’arte informale, riversando nelle sue opere l’influenza di artisti quali Pollock, Motherwell e De Kooning, e aderendo a sua volta ad un anti-accademismo che cercava nell’uscita dai confini prestabiliti della cornice nuovi codici espressivi. Caratterizzata dal desiderio di sperimentazione e dalla volontà di evasione, la sua arte è una figlia minore dell’action painting d’oltreoceano, che viene però sempre in parte ridimensionata dai limiti mentalmente definiti della personale visione concettuale dell’artista.
Luisa Gardini 1965 - 2015 | Room 1, 2016 Installation view Photo by Giorgio Benni
L’esposizione è particolarmente nutrita per quanto riguarda la presenza dei suoi collage, di matrice dadaista, privati però della loro tipica accezione provocativa; sono da considerarsi come dei materiali recuperati, ancora grondanti brandelli di vita, spesso afferenti alla sfera domestica, caratterizzati da uno spiccato tocco femminile: stoffe e ceramiche vissute e usate da qualcuno diventano memoria stabile di un gesto. Assemblati diventano scultura, si integrano in maniera omogenea, dal molteplice all’uno, seppure ancora scomponibili nell’originaria identità nell’occhio dell’osservatore. 
Grafomane per imitazione, (da bambina riempiva pagine e pagine di diari imitando la scrittura degli adulti che la circondavano), usa la superficie artistica come una lavagna, come uno schermo che riflette il suo diario grafico personale, incomprensibile ai più. Il colore o meglio la sua mancanza si impenna in onde ruvide, che richiamano il contatto tattile ma che implicano una connessione visiva, una lettura indecifrabile che cattura nella sua incomprensibile stesura. Segno, gesto ed elemento materico convivono accavallandosi l’uno sull’altro, irrorati da una luce proveniente dalla scomposta immobilità, fratelli nella rapidità del gesto ma estranei nella loro individuale volontà di presenza.
Valentina Martinoli
mostra visitata il 16 febbraio 
Dal 28 gennaio al 9 marzo 2016
Luisa Gardini 1965-2015
Federica Schiavo Gallery, 
Piazza Montevecchio 16, 00186, Roma
Orari: Da lunedì al sabato 12:00 – 19:00

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