25 gennaio 2018

Fino al 28.I.2018 Konrad Mägi: ritorno a casa Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma

 

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Inserita in una più ampia ricerca di diffusione e rivendicazione dell’Arte Estone ed in concomitanza con l’avvio del Semestre di Presidenza Estone dell’Europa, la prima retrospettiva del pittore modernista Konrad Mägi (1878-1925), promossa dall’Eesti Kunstimuuseum di Tallinn e dall’Ambasciata Estone in Italia, a cura di Eero Epner, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, ci immerge in una produzione paesaggistica che racconta la bellezza intima e spirituale e la potenza apocalittica ed oppressa della Natura.
Pur conoscendo le avanguardie artistiche, sono i luoghi che l’artista visita nei molti viaggi a suggestionare la sua produzione; è infatti difficile inserirlo in una corrente pur potendo rintracciare alcune influenze nell’uso della materia del colore che fanno Cézanne e Van Gogh, nelle violente e non realistiche tonalità Fauve e nell’interiorità poetica espressionista.
Konrad Mägi, attivo nel ventennio intorno alla prima guerra mondiale, non è un “pittore della vita moderna”, non è interessato all’utopia tecnologica, piuttosto vede nell’Arte una forma di felicità e pace, l’unica via di salvezza, che la vita piena di sofferenza non può portare e nella Natura un luogo sacrale intriso di forze misteriose.
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Konrad Magi, Rovine a Capri, 1922, olio su tela
Con Mägi per la prima volta la natura estone viene rappresentata con gli strumenti dell’arte Moderna; nei paesaggi fatti di pigmenti brillanti in contrasto fra loro e quasi non mescolati, usa la materia per rappresentare, con tocchi distinguibili, spazi fuori dalla realtà fisica della vita, comunicando un contemporaneo senso di vicinanza ed estraniamento.
Attento alla composizione sembra che l’artista voglia rendere familiare quella selvaggia natura facendola vivere di quei colori accesi che la fermano nel tempo rendendola ipnotica e irreale.
Le drammatiche nuvole che sovrastano le vedute nordiche schiacciandole e il distacco delle piccole silhouette che compaiono in quelle italiane alimentano una dimensione spirituale, mistica, che l’artista con la sua visione intima della realtà e della Natura vive con alienazione.
La mostra percorre in ordine temporale tutte le fasi di un’eccentrica produzione che esprime, con un approccio totalmente personale, l’angoscia di un artista inquieto e sensibile incapace di vivere fuori dai suoi quadri, un “nano soffocato dalla solitudine”.
Nato in Estonia Meridionale, iniziò a dipingere solo a partire dal 1906 quando, lasciata San Pietroburgo, si rifugiò nelle Isole Åland; si trasferì poi ad Helsinki e, alla fine del 1907, a Parigi, dove ebbe modo di conoscere la più recente ed aggiornata cultura artistica; dal 1908 Mägi soggiorna in Norvegia, luogo ispiratore della sua opera.
Grazie al successo delle vendite nella sua prima mostra estone, nel 1910 ritorna a Parigi, con un breve periodo di pittura anche in Normandia.
Nel 1912, dopo nove anni di assenza, si stabilisce in Estonia dove rimarrà fino alla morte, salvo alcuni viaggi che lo porteranno in Italia ed a Roma dove l’artista scrive: “mi sento a casa”.
Elisa Eutizi
Dal 10 ottobre 2017 al 28 gennaio 2018
Konrad Mägi
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Viale delle Belle Arti, 131 – Roma
Orari: da martedì a domenica 10:00 – 18:00
Info: +39 06 3229 8221

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