11 luglio 2017

Opentour, Sedi Varie, Bologna

 

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Confini e identità, segno e immaginario, e poi spazio e tempo, interni e case, vocazione, vocazione artistica: è un flusso continuo di opere, idee e riflessioni quello che circola tra gli spazi che hanno ospitato l’Opentour dell’Accademia di Belle Arti di Bologna: Localedue, Galleria P420, Galleria Più e CAR DRDE animano il distretto della Manifattura delle Arti e si confermano ancora una volta il cuore giovane e pulsante della città felsinea, ospitando in quest’ultima tornata stagionale esposizioni pensate e realizzate dagli studenti dell’accademia.
Mi domandate se i vostri versi sono buoni. Lo domandate a me. Lo avete già domandato ad altri, li mandate alle riviste, li confrontate con altri poemi e vi allarmate quando certe redazioni scartano i vostri tentativi poetici. D’ora innanzi (poiché mi avete permesso di consigliarvi) vi prego di rinunziare a tutto ciò. Il vostro sguardo è volto verso l’esterno. È questo, anzitutto, che non dovete più fare. Nessuno può portarvi consiglio o aiuto, nessuno. Entrate in voi stesso, cercate il bisogno che vi fa scrivere: esaminate se trae le sue radici dal profondo del vostro cuore. Confessate a voi stesso: morireste se vi fosse vietato di scrivere?
Il 22 giugno l’evento inizia: Localedue dà vita a “Live & Taped Video” a cura di Irena Angenica e Francesca Manni, tre giorni di mostre con opere in situ, performance, videoinstallazioni di Mina Azmodeth, Virginia Argentero, Luca Bernardello, Azzurra Brogna, Tiziana De Felice, Sara Lorusso, Eleonora Luccarini, Giorgia Minoli, Andrea Potrich, Nicolas Sperati, Sathyan Rizzo, Agata Torelli. Il progetto espositivo, diviso in tre parti, Filters, Dislocation, Virtuality, si propone di indagare il tema dell’obversione, fenomeno tutto contemporaneo teorizzato da Marco Senaldi, legato in particolar modo al medium audiovisuale: oltre la spettacolarizzazione, oltre la simulazione e i suoi simulacri, l’individuo si muove in una condizione doppia in bilico tra identità e dis-identità.
Fuggite i grandi soggetti per quelli che vi offre la vostra giornata. Dite le vostre tristezze, i pensieri spontanei, la vostra fede in una bellezza. Dite tutto ciò con sincerità intima, tranquilla ed umile. Utilizzate, per esprimervi, le cose che vi circondano, le immagini dei vostri sogni, gli oggetti dei vostri ricordi. 
Usciti dalla porta, subito a sinistra si entra nella stanza adiacente, è lo spazio di CAR DRDE allestito per l’occasione da opere di Mattia Pajè, Mimì Enna, Filippo Marzocchi, Marco Casella. La mostra “Point Show Now Customiz”e curata da Sergia Avveduti e Maria Vittoria Tagliati si propone di mettere in questione i meccanismi di fruizione dell’opera d’arte, stimolandone una percezione differente: un narrato sonoro introduce e accompagna la visione di quattro lavori apparentemente molto diversi tra loro, ma a ben guardare, accomunati da un medesimo slittamento del contenuto sulla forma, contenuto non tanto legato all’immaginario collettivo o ad un certo significato altro dell’oggetto, quanto ad una componente esperienziale legata al corpo, ai sensi, all’essere in un determinato tempo e in un determinato spazio, qui e ora. Particolarmente interessante l’opera di Mattia Pajè che richiama -in salsa tutta pop- quell’atavico nesso tra sentimento e malinconia che fin dalla trattatistica medievale aveva il suo fondamento teorico nella tradizione medica e fisiologica.

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CAR DRDE Point Show Now Customize Mattia Pajè, Mimì Enna, Filippo Marzocchi, Marco Casella

Perciò, caro signore, non posso darvi altro consiglio che questo: entrate in voi stesso, esplorate le profondità nelle quali la vostra vita ha la sua fonte. È là che troverete la risposta alla domanda: “devo creare?”.
Attraversata la piazzetta, saliti alcuni scalini si è davanti alle tre grandi vetrate della Galleria P420. Per l’occasione una pellicola blu ricopre i vetri e crea il riverbero all’interno. Blu è infatti il colore della lontananza che attraversa il primo ambiente interamente dedicato ad Irene Fenara, “Le interne differenze” si compone di quattro fotografie di grande formato adagiate al centro della sala sfruttando lo spazio e il supporto dei pilastri, le immagini sfuocate raccontano di interni nudi e di case, di un passato lontano che vuole rimanere tale, anche nella sua frammentarietà di ricordo. Proseguendo nel secondo ambiente trova posto “Tirarsi fuori”, la mostra collettiva a cura di Lelio Aiello e Massimo Marchetti che coinvolge Sofia Bernardini (con un intervento di Andrea Renzini), Elena Borghi, Paolo Bufalini, Beatrice Dellacasa e Alma Fantin, Chiara Prodi e Veronica Billi, Simona Paladino, Luisa Turuani. I lavori in mostra sono frutto di un workshop tenuto in accademia da Franco Vaccari dedicato all’approfondimento di due momenti cruciali che spesso si presentano durante la formazione di un artista: quello originario della “chiamata” e quello del dubbio o, come definisce Vaccari, della “palude”. Chi ha scelto di esserci, ha compiuto dunque il primo passo, ha preso una posizione, ha deciso di voler diventare artista. 
Completa il tour, andando verso via don Minzoni, alle spalle del MAMbo, Galleria Più con la colletiva “Through” a cura di Caterina Sinigaglia, con opere di Sara Castelli, Yongquiang Chen, Daniele Di Girolamo, Joana Feijò, Consuelo Donati, Matilde Freddi, Martina Giovene, Martina Maroncelli, Giordano Secci, Olivia Teglia, Melissa Torelli. Le opere con diversi linguaggi e azioni cercano l’attraversamento del confine, sensoriale, fisico, mentale, naturale. Nella possibilità o nella resistenza al limite, al centro dell’indagine l’uomo e la sua esistenza. 
Del resto, per afferrare un’opera d’arte, non c’è niente di peggio delle parole della critica. Esse conducono solo a malintesi più o meno felici. Le cose non sono tutte da prendere o da dire, come si vorrebbe far credere. Quasi tutto quello che avviene è inesprimibile e si compie in una regione invulnerata dalla parola. Più inesprimibili di tutto sono le opere d’arte, questi esseri segreti, la cui vita non ha fine e che costeggiano la nostra che passa*. 
*I corsivi sono tratti da Lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke. 
Serena Carbone
Open Tour Accademia di Belle Arti di Bologna
Live & Taped Video
Mina Azmodeth, Virginia Argentero, Luca Bernardello, Azzurra Brogna, Tiziana De Felice, Sara Lorusso, Eleonora Luccarini, Giorgia Minoli, Andrea Potrich, Nicolas Sperati, Sathyan Rizzo, Agata Torelli
a cura di Irene Angenica and Francesca Manni
22.6. /24.6.2017 

CAR DRDE
Point Show Now Customize
Mattia Pajè, Mimì Enna, Filippo Marzocchi, Marco Casella
a cura di Sergia Avveduti e Maria Vittoria Tagliati
22.6/ 29.7.2017

GALLERIAPIU’
Through
Sara Castelli, Yongquiang Chen, Daniele Di Girolamo, Joana Feijò, Consuelo Donati, Matilde Freddi, Martina Giovene, Martina Maroncelli, Giordano Secci, Olivia Teglia, Melissa Torelli
a cura di Caterina Sinigaglia
22.6/14.7.2017

P420
Tirarsi fuori
a cura di Lelio Aiello and Massimo Marchetti

Le interne differenze
Irene Fenara
22.6/29.7.2017

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